Germania dopo il voto
Ora più che mai, l'Europa ha bisogno di un governo federale stabile in Germania. Lo ha sottolineato il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, nella lettera di congratulazioni rivolta alla cancelliera Angela Merkel.
Corina Cristea, 06.10.2017, 12:14
Ora più che mai, l’Europa ha bisogno di un governo federale stabile in Germania. Lo ha sottolineato il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, nella lettera di congratulazioni rivolta alla cancelliera Angela Merkel, la quale si è aggiudicata un quarto mandato in seguito alle elezioni politiche del 24 settembre. Atteso con interesse, lo scrutinio tedesco ha apportato delle modifiche alla gerarchia del legislativo federale. I risultati definitivi indicano i conservatori come grandi vincitori, con il 33% dei voti, però dell’8,5% in meno rispetto alle elezioni del 2013.
Ospite a Radio Romania, il docente Ioan Bogdan Lefter delinea l’altra parte dello scacchiere politico della Germania postelettorale: I socialdemocratici sono arrivati secondi, una posizione che, già scendendo verso il 20%, li rende il secondo partito del Paese, un partito con una capacità modesta di avere influenza sul governo. Ciò se non entreranno più a farne parte, poichè sappiamo che la Germania ha avuto la grande coalizione, democristiani e socialdemocratici. Ora già i socialdemocratici, per la voce di Martin Schulz, hanno annunciato di non starci più nella coalizione con i democristiani. Seguono i quattro partiti che riuniscono oltre il 40% dell’elettorato e che rendono un po’ complicato il gioco politico. Era anticipato l’ingresso nel Parlamento dell’Alleanza per la Germania, la destra ultraradicale, e raggiungono risultati arrotondati verso il rialzo, attorno al 10%, i liberali, il Partito Democratico Libero, i verdi e La Sinistra – Die Linke. Sono soprattutto i liberali e i verdi ad essere compatibili con l’Unione Cristiano-Democratica (CDU), e probabilmente da quest’area emergerà la coalizione. Non è facile, anche lì ci sono delle vertenze tra gli uni e gli altri, ma da quel punto sarà costruito il governo che terrà le redini della Germania nei prossimi quattro anni.
I democristiani della CDU si sono aggiudicati il maggior numero di seggi, però resta il gusto amaro della più bassa percentuale ottenuta dal 1949 ad oggi. I socialisti di Martin Schulz, che hanno registrato il più scarso risultato della loro storia, hanno annunciato subito dopo la chiusura delle urne di passare all’opposizione. Il leader socialdemocratico tedesco, Martin Schulz, considera però che la cosa più deprimente è il consolidamento dell’Alternativa per la Germania. E’ una svolta, ha spiegato Schulz il quale, anche dalla posizione di Presidente del Parlamento europeo, ha appoggiato costantemente la politica di apertura nei confronti dei migranti promossa dalla cancelliera Merkel.
Il prof. Ioan Bogdan Lefter torna ad analizzare gli esiti dello scrutinio in Germania: Elezioni tranquille, con risultati molto prevedibili, con problemi posti dalla costituzione della coalizione e l’entrata del partito di estrema destra nel Parlamento. Insisto nel dire che la proporzione non è però talmente alta, il segnale è preoccupante, ma non si tratta di una percentuale in grado di mettere in pericolo in alcuna maniera la democrazia tedesca in questo momento. Vedremo cosa succederà nel Parlamento. La signora Merkel resta un leader politico di grande portata, dominerà la Germania e l’Unione Europea, la politica mondiale, anche nei prossimi anni.
Sono in corso le discussioni sulla formazione del governo, però gli analisti concordano che i veri negoziati cominceranno appena dopo il 15 ottobre, quando i conservatori auspicano di vincere le elezioni amministrative nel lander della Bassa Sassonia. Un primo passo verso la formazione di una nuova coalizione può essere considerata la decisione del ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, di accettare la carica di presidente della camera bassa del Parlamento. Poichè così è stata aperta la strada che consente ad un altro partito di nominare un titolare del dicastero rimasto vacante. Un aspetto mica trascurabile nelle condizioni in cui il Partito Democratico Libero (FDP), ad esempio, ha già annunciato l’intenzione di ottenere questo ministero per entrare nella coalizione capeggiata dalla cancelliera Angela Merkel. Le agenzie stampa ricordano che Wolfgang Schäuble è diventato uno dei più influenti politici europei nel periodo della crisi dei debiti nell’eurozona, e la cancelliera spera che la sua autorità conferisca una maggiore visibilità alla carica di presidente del Bundestag e sia in grado di controllare le fazioni della Camera bassa del Parlamento tedesco, la quale, in seguito delle elezioni, ha due nuovi partiti.
Che rilevanza ha l’esito delle elezioni in Germania all’estero? Il prof. Lefter spiega: La prima cosa che penso si possa dire è che la stabilità della Germania è utile all’intera Unione Europea e, alla fine, all’intero pianeta, a cerchi concentrici – UE, spazio euroatlantico e così via. Parliamo della stabilità di una Germania che è andata molto bene ultimamente, negli ultimi oltre 10 anni da quando la signora Merkel è cancelliera. Un’economia forte, stabile, un Paese con un ruolo moderatore notevole, la principale forza politica in contesto euroatlantico e globale, che ha sollecitato, ha imposto, si è pronunciato favorevolmente, ha insistito e ha anche ottenuto dei risultati dalle politiche di austerità che hanno ripristinato l’equilibrio nelle economie colpite dallo tsunami della grande crisi finanziaria, diventata crisi economica dopo il 2007-2008.
Allo stesso tempo, aggiunge il prof. Lefter, non va dimenticato il ruolo di Berlino come principale forza politica in materia di negoziati, posizione e decisione in alcuni dossier difficili relativi alla politica recente nell’UE, come il caso della Grecia o la grande migrazione.