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Detriti spaziali, missione pulizia parte dal 2025

L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha compiuto, al termine dell'anno scorso, un primo passo verso la mitigazione dei detriti spaziali - ha firmato un contratto con una start-up svizzera, ClearSpace, per la prima missione di rimozione dei detriti in orbita.

Detriti spaziali, missione pulizia parte dal 2025
Detriti spaziali, missione pulizia parte dal 2025

, 14.05.2021, 13:05

LAgenzia Spaziale Europea (ESA) ha compiuto, al termine dellanno scorso, un primo passo verso la mitigazione dei detriti spaziali – ha firmato un contratto con una start-up svizzera, ClearSpace, per lanciare la prima missione di rimozione dei detriti in orbita. La missione è una commerciale e ha un budget totale di 100 milioni di euro – di cui 86 investiti dallESA. La missione è programmata per il 2025 e avrà come obiettivo rimuovere un pezzo dellex razzo europeo Vega, ossia un adattatore del carico utile “Vespa”, di 112 chili, rimasto in bassa orbita allaltitudine di 800 km, nel 2013. Nel passato, ci sono state anche altre dimostrazioni volte alla rimozione di un detrito spaziale dalla traiettoria di un satellite attivo, ma questa sarà la prima missione nellambito della quale un satellite volto a ripulire lo spazio avrà come target un detrito reale. Il tema dei detriti spaziali è uno estremamente importante – centinaia di migliaia di simili detriti orbitano intorno alla Terra, e, se non vengono rimossi, le future generazioni potrebbero giungere nella situazione in cui non potranno più lanciare satelliti per le telecomunicazioni oppure per le previsioni meteo, ad esempio. Un numero sempre maggiore di satelliti vengono lanciati ogni giorno e il problema è che allorquando non funzionano più rischiano di entrare in rotta di collisione, spiegano gli ingegneri dellAirbus Defence and Space. Situazione in cui vengono prodotte ingenti quantità di detriti spaziali, e ciascuna può provocare danni. Perciò, il recupero dei detriti più grandi rappresenta unemergenza per le agenzie spazali dellintero mondo.



Si stima che, dopo circa sei decenni di attività spaziale e oltre 5.500 lanci nello spazio, circa 23.000 oggetti con un diametro superiore ai 10 centimetri gravitano intorno alla Terra, alla deriva, formando una nube di rifiuti spaziali: ex razzi, pezzi di satellite rimasti in orbita in seguito alle esplosioni, interi satelliti giunti alla fine del ciclo di funzionamento. Se parliamo dei pezzi di oltre 1 cm, essi sono centinaia di migliaia. “In orbita si trovano tutti i tipi di oggetti, persino un cacciavite sfuggito di mano a un astronauta”, ha precisato Luisa Innocenti, la direttrice dellUfficio CleanSpace dellESA, che ha spiegato: gravitando con grandi velocità (28.000 km orari, equivalenti al percorrere della distanza tra Parigi e Marsiglia in tre minuti), questi detriti presentano un alto rischio di collisione, che non solo può distruggere i satelliti operativi e i loro servizi (meteorologia, GPS, monitoraggio della terra), bensì genera anche nuovi rifiuti, provocando una reazione a catena, chiamata la Sindrome Kessler”. Sui pericoli rappresentati dai detriti spaziali per i satelliti attivi, per la Stazione Spaziale Internazionale, ma anche sulle possibili conseguenze per ciascuno di noi ha parlato a Radio Romania Irina Ștefănescu, ricercatrice scientifica presso lAgenzia Spaziale Romena. Ricordiamo che, dal 2018, la Romania è parte di un consorzio di stati europei che lavorano insieme per monitorare i detriti spaziali e i satelliti.



“Per la gente abituale possono rappresentare un rischio a causa degli effetti che possono avere, diciamo, sui satelliti per le telecomunicazioni. Possiamo restare senza la tv, senza la telefonia mobile dalla quale siamo diventati così dipendenti tutti. Un simile oggetto, anche se di piccolissime dimensioni, viaggia nello spazio con unaltissima velocità, di migliaia di km al secondo. Ciò vuol dire che un simile oggetto può percorrere una distanza molto grande in brevissimo tempo. Cosa vuol dire? Vuol dire che ha anche unenergia cinetica molto grande, quindi può distruggere molto facilmente qualsiasi oggetto fatto dalluomo, utilizzato attualmente. E non penso solo ai satelliti ricordati, penso, ad esempio, anche alla Stazione Spaziale Internazionale, con a bordo astronauti costantemente. Un simile incidente potrebbe mettere in pericolo vite umane”, ha spiegato Irina Ștefănescu.



La Missione ClearSpace è descritta come una delicata: prima il nuovo dispositivo dovrà osservare il movimento delladattatore Vespa – impossibile da monitorare dalla Terra – per poterlo catturare ulteriormente con i suoi 4 bracci robotici, simili ai tentacoli di una seppia. Una volta catturato, ladattatore Vespa sarà rimosso dallorbita, poi si disintegrerà nellatmosfera, in concomitanza con il suo satellite incaricato della pulizia. È importante evitare che Vespa sia distrutto in seguito al contatto con il dispositivo ClearSpace, come anche il braccio robotico di questultimo, in quanto risulterebbero nuovi rifiuti in orbita. Nel futuro, gli ingegneri di ClearSpace vogliono eliminare dallorbita anche detriti più grandi e persino un numero maggiore di simili oggetti simultaneamente. Tanto più che, secondo Rolf Densing, direttore delle operazioni presso lESA, il problema dei detriti spaziali si accentuerà con il lancio programmato di una serie di costellazioni di decine di migliaia di piccoli satelliti da parte di SpaceX, OneWeb e Blue Origin. La ricercatrice scientifica Irina Ștefănescu ha precisato: “Man mano che lo spazio intorno alla Terra viene popolato con un numero sempre maggiore di oggetti, possiamo prendere come esempio adesso i satelliti lanciati dalla compagnia di Elon Musk, questo pericolo aumenta in modo esponenziale. Le orbite vanno conosciute molto bene e monitorate e vanno fatte delle correzioni, è questo è il ruolo dei centri di controllo, di comando sulla Terra.”



Il Centro Europeo per le Operazioni spaziali riceve ogni giorno centinaia di allerte di collisione. Le misure di prevenzione prese sono, però, molto costose, simili manovre generando costi e disfunzionalità dei servizi satellitari per giorni.




Foto: geralt / pixabay.com
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