COVID-19: Strategia UE per la ripresa del turismo
Il turismo fornisce il 10% dei posti di lavoro nel mondo, quasi il 12% nell'Unione Europea e per riprendersi necessita di una risposta internazionale coordinata, stimata a circa 375 miliardi di euro.
Corina Cristea, 20.05.2020, 16:07
Il turismo fornisce il 10% dei posti di lavoro nel mondo, quasi il 12% nell’Unione Europea e per riprendersi necessita di una risposta internazionale coordinata, stimata a circa 375 miliardi di euro. Il settore è rimasto gravemente colpito dalle restrizioni di viaggio e dalle misure di isolamento sociale che i governi dell’intero mondo sono stati costretti a imporre per contenere il diffondersi del nuovo coronavirus.
Sono colpiti tutti quanti sono attivi in questa industria, dai piccoli imprenditori fino alle grandi catene alberghiere oppure gli operatori turistici. Su base mondiale, l’industria del turismo potrebbe calare dell’80% quest’anno rispetto al 2019, secondo quanto indica World Travel and Tourism Council. Per avere un paragone, ricordiamo che la crisi economica del 2009 ha portato un calo di soli 4 punti percentuali in questo settore.
L’Europa dispone di un ecosistema turistico particolarmente attivo. I viaggi, il trasporto, il vitto e l’alloggio, lo svago o la cultura forniscono quasi il 10% del PIL all’UE e rappresentano, in ugual misura, una fonte essenziale per posti di lavoro e redditi in numerose regioni. 267 milioni di europei – cioè il 62% della popolazione – fanno almeno un viaggio privato per svago all’anno, e il 78% degli europei passa le vacanze nel proprio Paese o in un altro stato comunitario, secondo i dati forniti dalla Commissione Europea. L’alta stagione estiva porta incassi di 150 miliardi di euro al turismo europeo e 360 milioni di turisti.
Cosicchè per le autorità di Bruxelles sono altrettanti argomenti per far ripartire il settore, e in tal senso hanno anche elaborato il pacchetti Turismo e Trasporto. Praticamente, la Commissione Europea presenta una strategia di ripresa per il 2020 e nel successivo periodo, un approccio comune per ripristinare la libertà di circolazione e abolire le restrizioni alle frontiere interne dell’Unione.
Il pacchetto prevede anche un quadro di sostegno alla ripresa graduale dei trasporti, con tutte le misure volte a garantire la sicurezza dei passeggeri e del personale, una raccomandazione che si prefigge di rendere i voucher di viaggio un’alternativa attraente al rimborso in contanti. Il sostegno della Commissione alle aziende attive nel turismo dovrebbe arrivare da più direzioni, tramite liquidità destinate soprattutto alle PMI, ad esempio, e salvando i posti di lavoro attraverso un aiuto finanziario che potrà raggiungere i 100 miliardi di euro, grazie allo strumento SURE.
Non si può fissare una data certa per la ripresa normale o graduale dei trasporti, in quanto non sappiamo come si evolverà la pandemia, ha spiegato a Radio Romania la commissaria europea per i Trasporti, Adina Vălean, ma le regole adottate dalla Commissione indicano in quali condizioni viaggeremo.
Mi viene spesso rivolta la domanda Quando torneremo a viaggiare? La risposta deve arrivare dalle autorità di ogni Stato membro, che devono tenere presenti certi criteri relativi alla situazione epidemiologica nel rispettivo Paese, messe in evidenza dai miei colleghi del campo sanitario. Poi, dobbiamo decidere le destinazioni che accettiamo per il trasporto, dal momento che, naturalmente, non ci aspettiamo di avere la stessa situazione nell’intera Europa, con apertura delle frontiere o misure di quarantena e isolamento identiche in ogni Stato membro. Queste decisioni vanno prese dalle autorità nazionali, ha detto Adina Vălean.
Quello che si sa è che la circolazione verrà ripresa gradualmente, in maniera flessibile e coordinata tra gli stati membri. Inoltre, per il turismo esistono condizioni chiare per l’allentamento delle restrizioni in una zona o stato membro: il numero dei contagi deve calare e mantenersi basso, e i rispettivi Paesi devono garantire l’accesso al sistema sanitario anche ai turisti.
In Romania, il turismo ha perso negli ultimi mesi sei milioni di pernottamenti e circa 250 milioni di euro, afferma il presidente della Federazione dell’industria alberghiera, Călin Ile. La situazione del turismo è complicatissima. Praticamente, eravamo una locomotiva che correva velocemente e, all’improvviso, si è urtata contro un muro, il che ha creato grossi problemi e al momento la situazione è drammatica, dice Călin Ile, stimando che l’impatto totale del lockdown del turismo supererà il 5% nel PIL.
Il 90% degli alberghi di Romania sono stati chiusi per l’emergenza coronavirus, e 150.000 dei 180.000 dipendenti dell’industria HoReCa sono stati mandati in cassaintegrazione o licenziati, precisa Răzvan Pascu, fondatore di un’impresa attiva nel settore. A suo avviso, la situazione che stiamo attraversando potrebbe rappresentare anche un’opportunità per il turismo romeno.
Chiaramente, il comportamento dei turisti cambierà. Il più probabilmente non sceglieranno più alberghi grandi – tipo all inclusive come quelli della Turchia, dove si ammassano mille persone a fare colazione, quindi sceglieranno altre varianti di viaggio. Credo che nel successivo periodo i viaggi in macchina torneranno di moda, come anche quelli in natura, quindi il comportamento della gente cambierà. Può essere questa un’opportunità anche di promuovere la Romania come una destinazione diversa, che ti offre vari tipi di viaggio, evitando gli affollamenti. Secondo me, questa dovrebbe essere la strategia della Romania per i prossimi 2-3 anni, ha detto Răzvan Pascu.
Studi recenti indicano che quest’anno la gente non andrà più in vacanza all’estero e preferirà il turismo di prossimità.