Conseguenze della falsificazione dei farmaci
Fino al 10% dei farmaci prodotti a livello globale sono contraffatti. Lo rilevano le stime dell'Organizzazione Mondiale della Salute.
Corina Cristea, 12.03.2019, 18:51
Fino al 10% dei farmaci
prodotti a livello globale sono contraffatti. Lo rilevano le stime
dell’Organizzazione Mondiale della Salute. E il fenomeno colpisce ciascun
Paese. La situazione non provoca solo una grande perdita di profitti
nell’industria farmaceutica, ma rappresenta anche un grande pericolo per le
persone che acquistano i farmaci conttraffatti. Secondo l’OMS, la percentuale
delle contraffazioni nell’intera industria farmaceutica continua a crescere a causa
di più fattori – la natura sempre più complessa delle catene di
approvigionamento, l’estensione del commercio elettronico e l’assenza della
capacità di esecuzione e applicazione delle sanzioni. Con la crescita drammatica
delle contraffazioni di beni industriali e di consumo, sono stati stabiliti
vari regolamenti al fine di proteggere la catena ufficiale di
approvigionamento. E, sebbene nei Paesi occidentali, il tasso delle
contraffazioni non sia molto alto, sono state adottare regolamentazioni utili per
l’individuazione, la scoperta e il monitoraggio dei beni. Di recente, la
direttiva europea che include misure per la sicurezza dei farmaci è entrata
pienamente in vigore. Tra i nuovi provvedimenti, la stampa sulle scatolette dei
farmaci di un codice speciale, atto a prevenire la contraffazione. Inoltre, è
stato raccomandato che i farmaci non siano più venduti a ritaglio.
I produttori fanno lunghe ricerche per scoprire farmaci
che siano, da una parte efficaci, e, d’altra parte, sicuri, nel senso di non
avere effetti secondari. Parliamo di farmaci contraffatti allorquando un
farmaco viene fatto con altri mezzi rispetto a quelli ufficiali e allora non
riunisce gli standard in base ai quali ha ricevuto l’autorizzazione di
commercializzazione in un Paese o una regione. Com’è apparso l’interesse a
contraffare farmaci? Allorquando i farmaci hanno un certo valore sul mercato,
sostituire con qualcos’altro diventa redditizio per coloro che hanno simili
preoccupazioni, che non sono nè morali, nè sane. Perchè si è constatato che
nell’Ue sono apparsi casi più frequenti di sostituzioni si simili prodotti,
ossia prodotti che non sono conformi, è apparsa questa direttiva, atta a dare
assicurazioni ai pazienti, nel senso che i prodotti che acquista siano prodotti
sicuri, ha spiegato il docente universitario Dumitru Lupuleasa, il presidente del Collegio dei
Farmacisti, ospite a Radio Romania.
Dan Zaharescu, direttore esecutivo dell’Associazione
romena dei Produttori Internazionali di Farmaci ha parlato a Radio Romania delle
condizioni in cui i farmaci contraffatti sono diventati un problema all’interno
dell’Ue.
C’erano delle crepe nella catena commerciale standard
dei farmaci che consentivano simili penetrazioni di prodotti contraffatti.
L’obiettivo della direttiva era proprio di assicurare il paziente che nel
momento in cui riceve dalla mano del farmacista un farmaco quel farmaco è uno
autentico. Non parliamo adesso dei rischi che si assumono i pazienti – anche
questi sono dei rischi di cui si deve diventare consapevoli – acquistando
farmaci da altre fonti che le farmacie, rispettivamente da internet, da fonti
non controllabili attraverso i canali ufficiali tramite cui dovrebbero
circolare i farmaci e che espongono i pazienti ai maggiori rischi, ha detto
Zaharescu.
Per la prevenzione
delle contraffazioni occorre un approccio complesso, un elemento-chiave essendo
l’imballaggio securizzato – è la premessa dalla quale è partita l’iniziativa
europea. Perciò, la Direttiva Europea sui Farmaci Contraffatti impone l’uso di
elementi di sicurezza obbligatori, sulla parte esterna dell’imballaggio dei
farmaci: la presenza di una serie unica per l’individuazione e l’autenticazione
dei prodotti individuali, e di una modalità di sigillatura che permetta la
verifica visiva dei tentativi di contraffazione. Cosi’, a partire dal 9
febbraio del 2019, nessun produttore di farmaci può più mettere sul mercato
farmaci non serializzati. Ciò signifca che ciascuna scatoletta di farmaci deve
recare un codice unico, cosi’ come le persone hanno il Codice Numerico Personale,
che si ritrova in una base dati europea. Nel momento in cui il farmacista
rilascia un simile farmaco al paziente, quando lo scanerizza per metterlo sullo
scontrino, fa automaticamente anche una verifica della validità della serie del
rispettivo farmaco. Se l’applicazione informatica gli dice che il farmaco è
autentico, sicuro, allore lo può rilasciare al paziente. Inoltre, ciascuna
scatoletta serializzata deve avere anche un sigillo, un autoadesivo oppure un
elemento atto a impedire l’apertura della scatoletta prima della vendita, come
garanzia dell’autenticità. Tutte queste misure appaiono nel contesto in cui la
Commissione Europea, l’Interpol, l’Europol e le Agenzie Nazionali specializzate
hanno segnalato lungo il tempo la contraffazione di diversi farmaci e hanno
chiuso centinaia di siti illegali ogni anno.