Check in al Congresso
Mark Zuckerberg è andato davanti ai congressisti americani per difendere la rete sociale Facebook, coinvolta nel noto scandalo di manipolazione e dirottamento di dati personali.
Corina Cristea, 20.04.2018, 13:39
Mark Zuckerberg è andato davanti ai congressisti americani per difendere la rete sociale Facebook, coinvolta nel noto scandalo di manipolazione e dirottamento di dati personali. Ha detto di non opporsi ad una forma di regolamentazione dell’internet, che consdiera inevitabile, data la sua crescente importanza nel mondo. Inoltre, Zuckerberg si è scusato pubblicamente per non aver protetto abbastanza i dati personali degli utenti.
Facebook è una compagnia idealista e ottimista. Lungo buona parte della nostra esistenza, siamo puntati sul lato benefico della connessione tra la gente. Di recente, abbiamo visto che il movimento #metoo e La marcia per le nostre vite sono nate, in buona parte, su Facebook. Dopo l’uragano Harvey, la gente ha raccolto oltre 20 milioni di dollari per le vittime. E più di 70 milioni di piccole imprese usano in questo momento Facebook per svilupparsi e creare nuovi posti di lavoro. Però, ora è chiaro che non abbiamo fatto abbastanza per prevenire l’uso di questo strumento anche per fare del male. Mi riferisco alla diffusione di notizie false, al coinvolgimento delle forze straniere in elezioni, a discorsi basati sull’odio, nonchè alla confidenzialità dei dati. Non siamo stati consapevoli dell’enorme responsabilità che abbiamo ed è stato un grosso errore. Un errore che è stato mio e mi dispiace, ha detto Zuckerberg.
La sua audizione al Congresso ha fatto seguito allo scandalo Cambridge Analytica, la compagnia americana che ha raccolto i dati di decine di milioni di utenti Facebook, che avrebbe utilizzato per capire la loro psicologia e influenzare il loro voto a favore di Donald Trump o nel caso Brexit. Dovremo rivalutare tutti gli aspetti del nostro rapporto con gli utenti e assicurarci di essere all’altezza della responsabilità che abbiamo, ha aggiunto il fondatore di Facebook davanti ai congressisti.
Non basta assicurarci solamente di mettere la gente in contatto, dobbiamo anche assicurarci che queste connessioni sono positive. Non basta offrire alla gente una piattaforma in cui farsi sentire la voce, ma dobbiamo assicurarci che la gente non si avvale di questa opportunità per fare del male o disinformare. Non basta dare alla gente controllo sui propri dati, dobbiamo anche assicurarci che i programmatori che ne beneficiano le proteggono a loro volta, ha aggiunto Zuckerberg.
Tra gli utenti le cui informazioni sono state utilizzate illegalmente ci sono anche dei romeni. Ospite a Radio Romania, Bogdan Botezatu, esperto di minacce informatiche presso BitDefender, ha fatto riferimento ai pericoli connessi all’accesso ai dati personali nell’ambiente online e alla vicenda di Cambridge Analytica.
In questo momento, i dati e le informazioni sugli utenti sono il nuovo petrolio. Qualsiasi compagnia che si rispetta raccoglie quello che chiama telemetria, aggrega delle informazioni, acquista informazioni da altre compagnie e le mette insieme. Ciò accade, al solito, per ragioni finanziarie, cioè qualsiasi compagnia che ha accesso a simili informazioni tenterà di monetizzarle attraverso la pubblicità. Parliamo di vari prodotti. Quello che è diverso in Facebook è il fatto che in questo momento ci sono stati venduti presidenti, candidati politici e, forse, messaggi di uscire dall’Unione Europea. L’unica differenza è questa: non ci sono stati venduti dei prodotti, bensì dei candidati politici, ha spiegato Bogdan Botezatu.
In questo modo, sono stati raccolti i dati di circa 100.000 romeni. Che siano i romeni più vulnerabili o più resistenti? Credo che a questo tipo di manipolazione siamo altrettanto esposti come qualsiasi altro Paese e popolazione con accesso alla tecnologia. La situazione è stata riferita per tante volte, anche se da noi è stato utilizzato il temine di fake news. Il fatto che anche i romeni hanno installato l’app di Cambridge Analytica indica un certo interesse qui, poichè su internet possiamo segmentare la popolazione cui ci rivolgiamo. All’inizio di questo studio, gli utenti sono stati pagati con un dollaro per installare la rispettiva app e partecipare al sondaggio. Quindi, Cambridge Analytica ha trovato qualche centinaio o forse migliaio di persone di Romania desiderose di rispondere allo studio e ha pagato a tale meta. Quindi, probabilmente anche qui c’è un interesse. Hanno voluto raccogliere informazioni anche sui romeni, fare un po’ il loro profilo psicologico, magari per l’eventualità in cui avrebbero un partner d’affari in Romania, personaggi politici od organizzazioni o chiuque avrebbe voluto svolgere una campagnia con Cambridge Analytica, ha detto ancora Bogdan Botezatu, aggiungendo che, purtroppo, non è possibile creare un soft in grado di rendere l’utente opaco a simili app.