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Avviata procedura di conciliazione su bilancio UE

Con opinioni divergenti sul budget europeo del prossimo anno, l'Europarlamento e il Consiglio dell'Ue sono in negoziazioni di conciliazione, al termine delle quali la Commissione potrebbe essere costretta a presentare una nuova struttura del bilancio.

Avviata procedura di conciliazione su bilancio UE
Avviata procedura di conciliazione su bilancio UE

, 06.11.2019, 18:32

Con opinioni divergenti sul budget europeo
del prossimo anno, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Ue sono in
negoziazioni di conciliazione, al termine delle quali la Commissione potrebbe
essere costretta a presentare una nuova struttura del bilancio. Il budget
proposto dalla Commissione, di 168,3 miliardi di euro, è quasi a metà tra
quello proposto dal Parlamento e dal Consiglio – l’Europarlamento ha votato con
una larga maggioranza per un budget di 170,97 miliardi di euro, e il Consiglio
UE, che rappresenta gli stati membri e che ha bocciato gli emendamenti del
Legislativo comunitario, vorrebbe un budget di 166,8 miliardi di euro, ossia un
aumento percentuale di solo lo 0,6% rispetto al bilancio per l’anno corrente. Le
priorità del Consiglio, del Parlamento e della Commissione sono le stesse. Lo
ha annunciato, però, a Strasburgo, il commissario europeo per il bilancio, Gunther
Oettinger, elencando, tra l’altro, la crescita economica e i posti di lavoro, i
giovani, la migrazione e il consolidamento della politica sul clima. Ospite a
Radio Romania, l’eurodeputato Siegfried Mureşan ha parlato della situazione
finanziaria e delle priorità dell’Unione.


Ci troviamo nell’ultimo anno dell’esercizio
finanziario 2014-2020, e di conseguenza non si possono fare miracoli adesso.
Questo esercizio è stato pianificato nel 2013 e da allora sono successe molte
cose che i decisori non hanno anticipato. Inannzittutto, c’è stata la crisi dei
rifugiati, i soldi per la securizzazione delle frontiere, i soldi per l’aumento
degli investimenti ed è stato creato un fondo speciale per gli investimenti. Si
chiama il piano Juncker, per gli investimenti strategici, con cui sono stati
mobilitati investimenti di 440 miliardi di euro, che hanno portato all’assunzione,
attenzione, di 1,1 milioni di persone nell’Ue. Cosa cerco di dirvi è che ci
troviamo nell’ultimo anno dell’esercizio e quasi tutte le riserve sono state adoperate
per queste misure impreviste. Adesso è importante finanziare le priorità
tradizionali, classiche, dell’Ue, in modo adeguato, affinchè l’Ue abbia
sufficienti fondi in cassa per pagare subito le fatture ai beneficiari dei
fondi europei. La domanda di fondi è sempre maggiore, perciò è importante che
siamo riusciti a presentare un bilancio con cui assicurarci che tutte queste
fatture potranno essere pagate in tempo, ha detto Siegfried Mureşan.


Interessato ad avvicinarsi quanto più possibile
al target del 20% per le spese per il clima del totale del bilancio 2014-2020, cosi’
come si è proposta l’Ue nel 2013, l’Europarlamento concede un’attenzione
speciale alla questione dei mutamenti climatici. Le stime sono che questo
target non potrà essere raggiunto, soprattutto a causa delle spese
relativamente basse per il clima del 2014, ma il Legislativo europeo desidera
contribuire in modo significativo all’innovazione, alla ricerca e alle nuove
tecnologie, ecologiche, tramite il bilancio del prossimo anno. Inoltre, vuole
sostenere la digitalizzazione, che aiuti alla ricerca sui cambiamenti
climatici, ma anche la ricerca sulle malattie gravi o per l’elaborazione di
metodi agricoli più efficaci. Tutto ciò, abbinato a sforzi di creazione di
nuovi posti di lavoro, di consolidamento della competitività dell’economia
comunitaria e di riduzione della povertà.


Le priorità del Parlamento legate al clima,
al futuro o alla gioventù sono anche del Consiglio, e la sfida principale consiste
nel fatto che il 2020 è l’ultimo anno dell’attuale quadro finanziario
multiannuale, anno per cui alcuni Paesi contributori netti vogliono ridurre il
bilancio, mentre altri stati desidererebbero più soldi nel settore della
coesione e dell’agricoltura. Inoltre, resta la situazione incerta della Brexit,
con i relatvi costi.


La Gran Bretagna ha firmato, nel 2013, il
bilancio multiannuale dell’Ue per il periodo 1 gennaio 2014 – 31 dicembre 2020.
Ciò vuol dire che a prescindere dal momento in cui la Gran Bretagna lascerà
l’Unione, essi si sono assunti l’impegno a contribuire al bilancio dell’Ue fino
al 31 dicembre 2020. E, se vi hanno contribuito, credo sia corretto che ne
beneficino. La Gran Bretagna ha pagato in media annualmente dieci miliardi di
euro in più al bilancio dell’Ue rispetto alla somma di cui ha beneficiato, quindi
è chiaro che, nel momento in cui la Gran Bretagna lascerà l’Unione, ci
mancheranno dieci miliardi. Come facciamo a coprire questo vuoto?
Innanzittutto, ridurremo la burocrazia per l’acceso ai fondi europei, sarà più
semplice accedere ai fondi europei, ciò significa che ciascun beneficiario di
fondi europei avrà spese minori di amministrazione. Faremo di più con ciascun
euro del budget dell’Ue. Questa è la prima misura da prendere. La seconda -
ciascuno stato dovrà contribuire un pò di più, e la
terza – ci saranno certe categorie di tagli laddove ocorrono meno soldi, ha
detto sempre Siegfried Mureşan.

Ci saranno
tagli al bilancio dell’Ue, ma questi il più probabilmente non interesseranno la
Romania, ha aggiunto l’eurodeputato romeno, in quanto l’Unione Europea ritiene
che la Romania abbia ancora bisogno di aiuto e perciò sarà aiutata anche nei
prossimi sette anni.

foto: jhenning / pixabay.com
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