Trucchi della seconda Guerra mondiale
In tempi di guerra, per sconfiggere il nemico è anche consigliabile ingannarlo, ricorrendo a tutto ciò che alla fine lo farebbe indietreggiare e capitolare.
Steliu Lambru, 03.03.2021, 17:57
Il detto che in amore e in guerra tutto è concesso può essere emendato. La gente ama i principi e ignorarli attrae giudizi di valore. Ma, in tempi di guerra, per sconfiggere il nemico è anche consigliabile ingannarlo, ricorrendo a tutto ciò che alla fine lo farebbe indietreggiare e capitolare. Durante la seconda guerra mondiale, in Romania vigeva una strategia per ingannare il nemico sovietico, con il quale era in conflitto aperto dal giugno 1941. La Romania entrò nel conflitto nell’estate del 1941, con i suoi confini amputati un anno prima, a giugno, agosto e settembre 1940. Così, la zona petrolifera circostante la città di Ploiești acquisì un’importanza strategica particolarmente elevata, come unica fonte di carburante per l’intera regione, quindi andava assolutamente difesa.
L’originale idea di una difesa basata sui modellini simili a quelli presenti nelle scenografie teatrali fu messa in pratica da un comando tedesco. I finti eserciti e zone industriali erano una pratica adoperata da entrambi gli schieramenti, come indicano i documenti fotografici che fanno vedere carri armati, camion e aerei gonfiabili, persino strutture industriali e città fatte per creare confusione. Lo storico Lucian Vasile dell’Istituto per le indagini sui crimini del regime comunista e la memoria dell’esilio romeno, è l’autore di una storia della città di Ploiești, e ci racconta chi ebbe l’idea di costruire dei modellini per distrarre i sovietici dai loro obiettivi.
Questi modelli, su scala molto ampia, avevano il ruolo di proteggere le raffinerie intorno alla città di Ploiești. Sono stati progettati nella prima fase della difesa della città, nel 1941. Prima che la Romania entrasse in guerra, i pericoli erano principalmente teorici. Pertanto, le truppe tedesche, insieme a quelle romene, considerarono diverse opzioni di difesa. Oltre a portare cannoni antiaerei e installare palloncini in giro per la città, le autorità tedesche presero in considerazione la costruzione di modelli. La prima zona industriale fittizia fu creata nella tarda primavera del 1941. L’ubicazione non fu scelta a caso. Era chiaro che una volta lanciata l’operazione Barbarossa, i sovietici avrebbero tentato di attaccare la zona petrolifera intorno alla città. Gli attacchi quindi dovevano venire dall’est, per cui era necessario creare una zona fittizia per accoglierli prima che arrivassero a Ploiești, spiega Lucian Vasile.
Un modello di notevoli dimensioni doveva essere costruito con materiali leggeri, maneggevoli ed economici. Lucian Vasile afferma che presentavano sufficienti dettagli per sembrare quanto più autentici. Le strutture erano di legno e le pareti di tela. Sono stati progettati per essere utilizzati di notte. Era quindi necessario creare strutture che imitassero quelle reali. Erano costruzioni in legno e tela, c’erano perfino strade, illuminate quando gli aerei sovietici stavano per avvicinarsi, proprio per attirare l’attenzione degli assalitori. C’era anche una specie di altoforno in cui venivano bruciati rifiuti di ogni tipo, per dare l’impressione che fosse una raffineria funzionale, quindi un bersaglio da attaccare. Purtroppo le foto non sono state conservate, abbiamo solo descrizioni di queste zone, dice ancora lo storico.
Ma i modelli di Ploiești si sono rivelati inefficaci, soprattutto perché erano destinati alla difesa notturna. Ci si può chiedere se ne valeva la pena, perché erano utili solo in caso di bombardamenti notturni. Questo è il motivo per cui l’operazione fu scoperta durante la prima incursione diurna, il 13 giugno 1941. I sovietici capirono che prima della città di Ploiești c’era un modello che avrebbe dovuto distrarli. Cosicchè le autorità tedesche si misero a costruire un secondo modello a Ciorani, 20 chilometri più a est del primo sito. La tattica era la stessa, quando l’onda degli aerei sovietici si avvicinava, le luci a Ploiești si spegnevano e si accendevano quelle all’interno del modello. Fu utile per circa un mese, fino al 18 agosto, quando un altro raid diurno scoprì questa struttura fasulla, aggiunge Lucian Vasile.
L’ultimo tentativo di ingannare il nemico fu anche un tentativo di cambiare strategia. Lucian Vasile spiega che il terzo modello di difesa di Ploieşti fu anche l’ultimo. Come in un gioco del gatto e del topo, le autorità tedesche hanno costruito il terzo modello, questa volta a ovest di Ploieşti. I sovietici ora si aspettavano di vedere il modello, poi la città. Tuttavia, i tedeschi giocarono al contrario, prima la città, poi il modello. La nuova costruzione era a Brătășanca, 17 chilometri a ovest di Ploiești. Le incursioni sovietiche erano minori in termini di forza distruttiva. C’erano poche dozzine di aerei abbastanza rudimentali, rispetto agli aerei americani di pochi anni dopo, quando arrivarono centinaia di bombardieri, accompagnati da centinaia di aerei da combattimento, conclude lo storico Lucian Vasile.
Alla fine, i modelli della regione di Ploiești furono abbandonati a causa dei costi elevati, dell’inefficacia e della facilità con cui potevano essere scoperti. Ma anche a causa del corso della guerra durante la quale gli schieramenti avevano perfezionato la scienza del combattimento.