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Titu Maiorescu (1840-1917)

La società letteraria "Junimea", fondata a Iași nel 1863, fu uno dei più importanti movimenti letterari, filosofici e politici della Romania.

Ioan Bianu (1856-1935)
Ioan Bianu (1856-1935)

, 24.11.2024, 19:20

La società letteraria “Junimea”, fondata a Iași nel 1863, fu uno dei più importanti movimenti letterari, filosofici e politici della Romania. E uno dei suoi cinque membri fondatori fu Titu Maiorescu, avvocato, critico letterario, scrittore, giornalista, estetista e politico. Maiorescu lasciò un’impronta anche nella carriera di Mihai Eminescu, considerato da molti il ​​più importante poeta romeno.

Il suo nome completo era Titus Liviu Maiorescu. Nacque nel 1840 a Craiova e morì nel 1917 a Bucarest, all’età di 77 anni. Suo padre, Ioan Maiorescu, professore, diplomatico e autore di libri di storia, fu un partecipante attivo alla rivoluzione del 1848 in Valacchia e Transilvania. Titu Maiorescu studiò giurisprudenza, lettere e filosofia a Vienna, Berlino, Giessen e alla Sorbona. Già durante gli studi liceali si fece notare per la sua ambizione e tenacia, diplomandosi con il massimo dei voti all’Accademia Teresiana nel 1858.

La sua carriera di intellettuale iniziò all’età di 17 anni quando tentò di pubblicare traduzioni letterarie sulla “Gazeta de Transilvania” (Gazzetta della Transilvania), il più influente giornale in lingua romena nello spazio asburgico. Dopo la laurea insegnò psicologia e francese. Nel 1861 pubblicò il primo testo di filosofia in tedesco, influenzato dal realismo post-kantiano di Johann Friedrich Herbart e dall’hegelismo di Ludwig Feuerbach. Nella sua prodigiosa attività di autore, Maiorescu scrisse diverse decine di volumi di critica letteraria, filosofia, estetica, logica, storia, discorsi parlamentari. Il suo diario è una creazione che comprende oltre 10 volumi ed è considerato il diario più lungo nella storia della letteratura romena. Nella vita privata, nel 1862 sposò la sua allieva, Klara Kremnitz, alla quale aveva impartito corsi di lingua francese e dalla quale avrebbe avuto una figlia.

Al ritorno in Romania, nel 1862, fu nominato procuratore presso il tribunale di Ilfov e divenne professore all’Università di Iași dove insegnò storia dei romeni. Allo stesso tempo, insegnò anche alle scuole superiori, corsi di lingua romena, grammatica romena, pedagogia e psicologia. Fu relatore in convegni pubblici su temi e argomenti di giurisprudenza, letteratura, storia e pedagogia. La presenza e la competenza di Maiorescu in tanti settori può sembrare oggi eccessiva, ma i tempi richiedevano impegno. Era un periodo in cui gli intellettuali romeni erano coinvolti in un processo di riforma dello Stato e di recupero della società secondo il modello occidentale. Allo stesso tempo, loro cercavano di integrare nuove idee e modelli emergenti in Occidente.

Lo storico della letteratura Ion Bogdan Lefter ha notato il coinvolgimento di Titu Maiorescu in quel considerevole sforzo, che andava compiuto da un gruppo ristretto di élite e che non era solo uno sforzo in un singolo campo di competenza: “Tutto era da costruire, compresa la discorsività, per cui Maiorescu fece degli sforzi personali. Intanto si esercitava quotidianamente nei giornali, ma di discorsi pubblici scriveva una volta un testo, dopo un po’ un altro testo, facendo attenzione a quello che stava accadendo. Allo stesso tempo, assisteva, con un’eccezionale intuizione, al modo in cui si accumulavano le cose e a come sarebbe stato ciò che si accumulava. Ad esempio, la fine della sua famosa prefazione all’edizione di Eminescu, che d’altronde aveva realizzato da solo contro la volontà dell’autore, ci mostra una persona lungimirante anche per questo testo. Usa formule che indicano uno sguardo al futuro. Dice <per quanto si possa umanamente prevedere>. Questo cosa vuol dire? Naturalmente significa che Maiorescu e la sua cerchia capivano lo straordinario valore della poesia di Eminescu. Avevano letto e capito sia Creangă che Caragiale, capivano il fenomeno, intuivano la direzione, ma l’insieme, in quel momento, poteva solo prevederlo, ancora non esisteva.”

Sebbene dotato di competenze evidenti in diversi settori, Maiorescu si sentiva più vicino alla critica letteraria. Ion Bogdan Lefter ha notato l’impegno di Maiorescu anche nel campo della critica letteraria, da allora parte del mondo delle idee dell’epoca: Maiorescu aveva una comprensione molto ampia, in un’epoca in cui l’accumulo di materie prime letterarie era ancora precario. Fu lui ad assistere e, in un certo senso, a stimolare la comparsa delle prime opere letterarie di altissimo livello a Junimea, con tutta la sua storia e dello straordinario gruppo di cui faceva parte. I suoi contributi sono scritti, si annoverano tra quei pochi testi fondamentali, sono essenziali. Lui stesso fu un primo critico letterario, se possiamo definirlo veramente un critico letterario, considerato il fondatore della critica letteraria, con contributi altrettanto importanti alla fondazione o strutturazione, cristallizzazione anche di altre discipline socio-umanistiche in Romania.”

Titu Maiorescu fu anche uomo politico. Era vicino ai valori del Partito Conservatore, ma nei governi di questo partito rappresentava il gruppo Junimea, un gruppo liberal-conservatore. A partire dal 1871 ricoprì mandati di deputato e l’incarico di ministro della Pubblica Istruzione. Tra il 1912 e il 1913 fu primo ministro e firmò la pace di Bucarest, dopo la seconda guerra balcanica, quando la Romania ottenne la Dobrugea del Sud. Nel 1914, alla vigilia dello scoppio della prima guerra mondiale e tre anni prima della sua morte, Titu Maiorescu si ritirò dalla politica.

 

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