Ritratto del principe moldavo Dimitrie Cantemir
Il principe della Moldavia, Dimitrie Cantemir, è stato un prolifico letterato, enciclopedista, educato nello spirito del barocco occidentale, con grande apertura verso lo spazio ottomano e orientale.
Steliu Lambru, 24.09.2014, 12:34
Il principe della Moldavia, Dimitrie Cantemir, è stato un prolifico letterato, enciclopedista, educato nello spirito del barocco occidentale, con grande apertura verso lo spazio ottomano e orientale. Ha scritto libri di storia, geografia, filosofia, morale, linguistica e musica. Sembra che il nome di Cantemir provenga dall’unione tra due parole, “han” e “Temir”, che evocano uno dei leader del Khanato dell’Orda d’Oro attestato a nord del Mar Nero nel XVII secolo.
Cantemir nacque nel 1673. Figlio del principe moldavo Constantin Cantemir, fu educato nello spirito delle discipline classiche, studiando greco e latino. Dai 14 ai 37 anni studiò e abitò a Istanbul, dove imparò turco, armeno, persiano e arabo. Le sue opere più note sono la “Descrizione della Moldavia”, “Storia geroglifica”, “Ascesa e declino dellImpero Ottomano”.
In segno di riconoscimento dei suoi meriti speciali a sostegno della scienza della sua epoca, nel 1714, a 41 anni, Cantemir fu eletto membro dell’Accademia Reale di Berlino. Il nome di Dimitrie Cantemir è citato dal famoso storico inglese Edward Gibbon (1737-1794) nella sua monumentale “The History of the Decline and Fall of the Roman Empire” / “Storia del declino e del crollo dell’Impero Romano” e dallo storico americano della scienza Allen G. Debus (1926-2009) in un libro sul chimico fiammingo del XVI secolo, Jan Baptist van Helmont.
Alla morte di suo padre, il 20enne Cantemir diventò per la prima volta principe della Moldavia, ma solo di nome. Nel 1710 salì nuovamente al trono, stavolta come titolare. Si affiancò ai russi capeggiati da Pietro il Grande nella guerra contro i turchi. La sconfitta dei russi a Stanilesti, nel 1711, determinò la partenza di Cantemir in esilio, presso la corte di Pietro, in veste di suo consigliere. Nel 2001, Dan Horia Mazilu caratterizzava il politico e letterato Dimitrie Cantemir.
“Cantemir è il post-bizantino che parla il greco, scrive in latino e discute con i suoi colleghi, gli scienziati occidentali. Ma rispetto a loro, lui ha in più una cosa quasi sconosciuta fino allora nell’Occidente: la scienza dell’Oriente. Per Cantemir, l’islam non aveva segreti perché lui conosceva il mondo maomettano dall’interno, lo poteva analizzare sia dal punto di vista politico che religioso o culturale. Con questi strumenti a disposizione, Cantemir salì al trono della Moldavia nel 1710. Inoltre, lui aveva delle idee politiche ben definite che, messe insieme, lo avevano portato alla conclusione che per l’Impero Ottomano, in cui lui stesso aveva vissuto a lungo, cominciava il declino. Motivo per cui si affiancò al mondo cristiano, tentando di affrettare il crollo di quel mostro, di quell’apparizione politica non naturale e anorganica, come gli sembrava lo stato ottomano”, spiega Dan Horia Mazilu.
Dimitirie Cantemir morì nel 1723, a 50 anni, dopo aver ricevuto numerosi segnali di riconoscimento internazionale del proprio valore. Fu il primo romeno con una vocazione scientifica universale in uno spazio alla periferia del mondo occidentale, che solo dopo un secolo sarebbe diventato il modello dominante. (traduzione di Gabriela Petre)