Pionieri della neurochirurgia romena: il medico Leon Sculy
Come l'intera società nei principati della Valacchia e della Moldavia, anche la medicina romena conobbe la modernizzazione verso la metà dell'Ottocento.
Christine Leșcu, 05.05.2020, 15:17
Come l’intera società nei principati della Valacchia e della Moldavia, anche la medicina romena conobbe la modernizzazione verso la metà dell’Ottocento. All’inizio, gli agenti dell’innovazione furono i medici stranieri, e poi i romeni che studiarono all’estero, come Leon Sculy, pioniere della chirurgia e neurochirurgia a Iași, ricordato soprattutto per la fondazione della Facoltà di Medicina di questa città, di cui fu il primo preside. A dicembre 1879, quando l’ateneo apriva i battenti, fu Leon Sculy a tenere il discorso inaugurale di anatomia. Nato nel 1853 a Piatra Neamț, il futuro medico proveniva da una famiglia di greci, come spiega il professore universitario Richard Constantinescu, custode del Museo di storia della medicina dell’Università di Medicina e Farmacia di Iași.
Leon Sculy si chiamava anche Logothetides, semplificato in Logotheti. Ebbe anche un fratello e una sorella. E’ interessante il fatto che, lungo il tempo, fu descritto dai suoi conoscenti in vari modi, sia come persona mite che come un uomo duro. In un articolo pubblicato sulla visita di medicina Appunti di Iași, il medico Paul Anghel, suo contemporaneo e collaboratore, notava: Leon Sculy era una figura simpatica, aveva le basette, era di statura media e ben fatto. Era intelligente e allegro. Leon Sculy studiò alle università di Parigi e Montpellier. Dopo la laurea conseguita in Francia, rientrò a Iași, come collaboratore del professore Ludovic Russ senior, un austriaco ritenuto il padre della chirurgia in Moldavia. Fu uno dei promotori della neurochirurgia romena e fece parecchi interventi sulla calotta cranica. Inoltre, si adoperò per l’introduzione dell’antisepsi e dell’acqua sterile per il lavaggio delle mani negli ospedali di Iași. Nel 1899, cominciò ad adoperare i raggi Roentgen per le diagnosi, il che rappresentava una novità per l’epoca », spiega il prof. Richard Constantinescu.
Oltre alla medicina, Leon Sculy svolse anche attività politiche. Per un certo periodo, fu deputato, accanto al fratello, ma si fece notare anche per opere di beneficenza. Era fortemente impegnato nella vita accademica e appoggiò gli studenti. Un articolo che ho scoperto in un giornale interbellico di Bucarest notava che alcuni esponenti della comunità ebraica di Iași, in segno di apprezzamento, intitolarono al medico Leon Sculy un parco della Palestina, dove avevano piantato degli olivi. Ho trovato questa informazione solo in quell’articolo, per cui approfondirò l’argomento, per vedere se ci sono anche altri dati che lo confermano o se quell’oliveto esiste ancora. Inoltre, aiutava i pazienti con denaro. In un articolo pubblicato su un giornale di Iași, un medico esprimeva la sua gratitudine. Quando era ricoverato in un ospedale di Ungheni, il medico Sculy, suo professore alla facoltà, era venuto a trovarlo attraversando il fiume Prut in carrozza sotto la pioggia, rischiando di annegare. Talmente impressionato fu il suo ex studente, che volle esprimere la sua gratitudine tramite quell’articolo. L’offerta di soldi ai pazienti poveri era un’abitudine tra i medici di Iasi alla fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Molti andavano a trovare la gente povera a casa, dove lasciavano sotto i cuscini il denaro necessario all’acquisto delle medicine che i familiari non avevano le risorse di comprare, aggiunge il prof. Richard Constantinescu.
Anche se oggi poca gente sa ancora chi era il medico Leon Sculy, all’Università di Medicina di Iași continua ad essere apprezzato. Un’aula dell’Istituto di Anatomia dell’ateneo custodisce un bassorilievo raffigurante Leon Sculy. Per tradizione, all’inizio di ogni anno accademico, i professori che tengono il primo corso di anatomia lo ricordano come primo preside e primo docente di anatomia e pioniere della chirurgia toracica e della neurochirurgia, accennando anche alle sue attività politiche e caritatevoli. Da ricordare anche il fratello Vasile Sculy, che possedeva una villa nell’area Bucium di Iași, che donò allo stato durante la Grande Guerra, per ospitare i medici che curavano i malati di febbre tifoide, dice ancora il prof. Richard Constantinescu.
Ma il medico Leon Sculy fu anche un appasionato collezionista. Forse come era da aspettarsi, aveva anche un’icona su vetro raffigurante San Caralampio, invocato come soccoritore in tempi di peste. Di recente, l’icona è stata messa all’asta.