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Messaggi nella pietra

Nella società romena del XIX secolo, i messaggi scolpiti nella pietra hanno una forza impressionante, soprattutto quelli incisi sulle croci.

Messaggi nella pietra
Messaggi nella pietra

, 27.10.2023, 16:31

Dalle tracce più antiche che abbiamo dal passato si nota che l’uomo ha sentito il bisogno di lasciare alle generazioni future segni del suo passaggio in questo mondo. Fino alla scoperta della scrittura, l’uomo ha esposto i suoi pensieri in disegni rupestri e su oggetti decorati e dipinti. Dopo la comparsa della scrittura, i messaggi e i pensieri ai posteri sono diventati più elaborati e ci fanno scoprire di più sulle percezioni del passato. I messaggi scolpiti nella pietra sono stati i più perenni tra quelli che sono arrivati a noi. Quando parliamo dei messaggi lasciati nella pietra pensiamo soprattutto al periodo antico, ai templi, alle statue e alle sue tombe imponenti. Però anche in periodi temporali più vicini a noi ci sono parecchi testi scolpiti nella pietra e non meno importanti.



Nella società romena del XIX secolo, i messaggi scritti nella pietra hanno una forza impressionante, soprattutto quelli incisi sulle croci. Nella Bucarest di due secoli fa, la pietra ha immortalato ciò che i bucarestini dell’epoca pensavano che valesse la pena restare per sempre. Cezar Buiumaci è museologo presso il Museo del Municipio di Bucarest e un “cacciatore” delle croci di pietra di Bucarest e dei messaggi incisi su queste: “Nell’attuale ricerca ho trovato due croci di cui si era persa traccia. Si tratta della croce di Ioan Pometcovici, una croce di fontana della zona Ferentari, che oggi si trova nel cimitero Bellu alla tomba del generale Gheorghe Brătianu. E’ stata una croce di fontana la cui destinazione è cambiata ed è diventata una croce funeraria. E’ quello che succede con tutte le croci di Bucarest. L’altra croce è quella di Miloradovici, un’altra croce che ricorda una vittoria delle truppe russe contro i turchi. Fu il generale Miloradovici colui che riuscì a evitare che il combattimento avesse luogo a Bucarest e per questo fu denominato il salvatore di Bucarest. A ricordo di questo, venne eretta una croce sul Colle della Metropolia, vicino al campanile.”



I messaggi più forti scolpiti nella pietra nella Bucarest del XIX secolo sono quelli sulle croci. La croce è uno dei più antichi simboli universali che appare prima del cristianesimo, ma al quale il cristianesimo ha impresso il valore centrale. I suoi quattro bracci significano le grandi assi del mondo universale e le coordinate fisiche in base alle quali l’uomo costruisce il suo mondo materiale. La croce era in questo modo una base sulla quale si potevano disegnare e scrivere, in maniera concisa, messaggi per l’eternità. Ad esempio, sulla croce di Tănase il Calzolaio, che oggi si trova nel quartiere Ferentari nel sud-ovest di Bucarest, si può vedere la scena dell’Annunciazione della Bibbia. La Madonna si trova a destra, lateralmente, se ne sta inginocchiata, mentre l’arcangelo Gabriele sta in piedi, a sinistra. Sopra la Vergine è raffigurato un mazzo di raggi che significa la presenza dello Spirito Santo. L’iscrizione è in lingua romena ma in alfabeto cirillico, quello che si utilizzava nel 1829, l’anno in cui furono costruiti la croce e il pozzo d’acqua: “Con la misericordia e l’aiuto di Dio venerato nella Trinità, fu eretta questa Santa Croce consacrata all’Annunciazione della Vergine e venne fatto questo pozzo.” Perché un elemento importante dei messaggi scolpiti nella pietra non è legato solo alla parte astratta della vita, ma anche a quella materiale come sarebbe, in questo caso, una fontana.



Cezar Buiumaci sottolinea il legame tra spirito e materia che appare nei messaggi che ha studiato sulle croci di pietra di Bucarest, una di queste trovandosi sulla strada Puțul cu Tei nell’attuale quartiere Berceni: “La croce nel quartiere Bellu era collocata da diversi autori, cronologicamente, o ai tempi dei panduri del 1821, o ai tempi della rivoluzione del 1948. La verità è a metà strada, in quanto fu commissionata nel 1831. E’ una croce di fontana, sita su un terreno libero, sulla strada Puțul cu Tei, a pochi metri di distanza. C’era l’abitudine che quando veniva scavato il terreno per una fontana si piantasse anche un albero e si ergesse una croce. Era un segno di umanità offrire dell’acqua al passante assettato in un’epoca in cui non c’erano reti per la fornitura dell’acqua. Allo stesso tempo, le fontane avevano il ruolo economico di abbeveraggio degli animali o di irrigazione. Dal posto dove è collocata questa croce iniziavano i vigneti sul Colle dei Vignetti / Dealul Viilor. La storia si svolgeva così: arrivava il viaggiatore, si dissetava e si metteva all’ombra. Così poteva leggere il dittico inciso dalle persone che avevano eretto la croce. In questo modo loro davano l’elemosina per le proprie anime mentre erano ancora in vita.”



I messaggi lasciati sulle croci di pietra non sono solo di ringraziamento, sono anche di trionfo, come è quello sulla croce del principe della Valacchia Leon Vodă del 1631, che celebrava la sua vittoria contro i nemici. Ci sono anche messaggi di lutto che ricordano una persona cara persa, così com’è la croce del gran boiardo Papa Brâncoveanu, ucciso nel 1655 durante una sommossa. Gli esempi possono continuare e la loro diversità potrebbe essere guardata come una cronaca in pietra della storia di Bucarest.

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