Medici stranieri alla corte di Constantin Brâncoveanu
Nel 2014 sono ricorsi 300 anni dal martirio del principe valacco Constantin Brâncoveanu, dei figli e del consigliere Ianache Vacarescu, decapitati a Costantinopoli nel 1714.
Christine Leșcu, 26.11.2014, 14:27
Nel 1714 il principe della Valacchia Constantin Brâncoveanu e i suoi figli furono decapitati dalla Porta Ottomana. Nel 1992, il principe e i figli sono stati canonizzati dalla Chiesa Ortodossa Romena. Salito al trono della Valacchia nel 1688, Brâncoveanu ha assicurato al popolo un periodo di 25 anni di pace e di relativo progresso economico. Nel frattempo la cultura e l’insegnamento ebbero la possibilità di svilupparsi molto più di prima. Il principe si fece circondare da scienziati e medici conosciuti dell’Europa Occidentale.
Oltre al suo celebre segretario fiorentino, Anton Maria del Chiaro, alla corte di Brâncoveanu arrivarono personaggi molto interessanti. Il più interessante era il medico Iacob Pylarino. Oltre a lui, vi furono anche Ioan Comnenius Milibdos, Pantaleon Caliarchi, l’italiano Bartolomeo Ferrati, l’alsaziano Clemens von Brechtenberg, o i greci Giorgios Hypomenas, Giorgios Hrisogonos, Stavros e Ioannis Mulaimis, Eustatius Placicus. Tutti questi personaggi sono menzionati non solo nelle cronache della corte di Brâncoveanu, ma anche in altri documenti internazionali, perché erano medici itineranti che giravano tra la Sublime Porta e la Serenissima Repubblica di Venezia”, spiega Octavian Buda, storico della medicina.
Uno di questi medici itineranti, che passavano con incarichi ufficiali tra Costantinopoli e Venezia, fu Ioan Comnenius, di origine greca. Dopo gli studi a Costantinopoli, arrivò in Moldavia come maestro dei figli di Duca-Vodă. Da Iaşi andò a Padova a studiare medicina nel periodo 1686 – 1690. Dopo una sosta a Mosca, lo ritroviamo nel 1694 come medico pubblico, pagato da Brâncoveanu, e contemporaneamente docente di scienze della natura presso l’Accademia Principesca di Sf.Sava, di Bucarest. Comnenius aiutò Costantino Cantacuzino a realizzare la famosa carta della Valacchia, stampata a Padova nel 1700”, aggiunge Octavian Buda.
Altri medici presso la corte di Constantin Brâncoveanu — come l’italiano Bartolomeo Ferrati e l’alsaziano von Brechtenberg — mettono in risalto le connessioni stabilite dal principe della Valacchia con la Transilvania confinante. Von Brechtenberg, figlio di un pastore di Strasburgo, aveva studiato medicina in Germania e arrivò in Transilvania come medico militare. Si sposò a Braşov ed era noto all’epoca per la sua ricca attività culturale svolta sia a Braşov, che a Sibiu. Aveva imparato abbastanza bene il romeno, perché uno dei suoi desideri, anche presso la corte di Brâncoveanu, era di tradurre in romeno una serie di opere classiche dell’antichità tra cui le opere di Tucidide e Plinio. Un altro personaggio notevole fu Giorgios Hypomenas, greco di Trebisonda e borsista di Brâncoveanu all’Università di Padova. Hypomenas se la cavava bene anche negli affari, fu l’uomo di fiducia di Brâncoveanu e rimase accanto alla sua famiglia anche dopo l’esecuzione del principe”, dice ancora lo storico.
A suo avviso, il più importante fu un medico nato sull’isola greca di Kefalonia, Icob Pylarino. Gli storici romeni concordano quasi all’unanimità che dal 1694, per 12 anni, fu l’ombra di Brâncoveanu. Pylarino restò vicino alla famiglia anche dopo la tragedia del 1714, aiutando la vedova a raccogliere ciò che era rimasto del patrimonio di Brâncoveanu nelle banche europee. Gli archivi romeni conservano tracce della sua permanenza da queste parti, ma anche negli archivi di Venezia ci sono informazioni su Pylarino. E’ famoso nella storia della medicina per un libro pubblicato nel 1715, in cui parla del vaiolo, una malattia infettiva terribile che ha ucciso e mutilato milioni di persone nella storia dell’umanità. Pylarino, con il suo metodo di vaiolizzazione, anticipa la vaccinazione che è alla base della medicina moderna e che fu introdotta alla fine del 18-esimo secolo dallo scozzese Edward Jenner”, conclude Octavian Buda.
Dunque, Brâncoveanu fu anche un sostenitore della scienza, della cultura e dell’istruzione. Prove in tal senso sono i medici invitati alla sua corte, lo stile architettonico detto brâncovenesc” — uno stile romeno autentico che abbina l’influenza veneziana all’architettura popolare – e l’Accademia principesca di Sf. Sava”, la prima scuola universitaria romena. (traduzione di Gabriela Petre)