Lo sfruttamento dell’oro nero in Romania
Accanto al sale, chiamato l'oro bianco, e ai metalli, definiti come oro rosso, il greggio ovvero l'oro nero ha rappresentato da sempre una risorsa vitale del sottosuolo romeno, in ugual misura motivo di progresso e inconvenienti lungo il tempo.
Christine Leșcu, 08.02.2018, 14:51
Accanto al sale, chiamato l’oro bianco, e ai metalli, definiti come oro rosso, il greggio ovvero l’oro nero ha rappresentato da sempre una risorsa vitale del sottosuolo romeno, in ugual misura motivo di progresso e inconvenienti lungo il tempo. Al nord del Danubio, il greggio, che al sud del fiume non esiste, fu sfruttato sin dai tempi dell’antica Dacia. In quel periodo e nei secoli successivi, il principale prodotto derivato dal greggio era la nafta, adoperata in particolare per ungere il timone dei carri, cure mediche o fare le torce. I primi riferimenti scritti risalgono al Medioevo, quando venivano ricordate anche nel zone in cui era sfruttato il greggio sull’attuale territorio della Romania: in Moldavia, nella regione di Bacau, e in Valacchia, nella provincia di Prahova.
Se nella Valacchia la prima menzione documentaria sulla nafta apparve ai tempi del principe Neagoe Bessarab nel 1517, in Moldavia i riferimenti sono ancora più antichi, come spiega Radu Lungu, autore del volume L’oro nero presso i romeni. Riferimenti nei documenti, non necessariamente riguardanti lo sfruttamento, apparvero in Moldavia nel 1440. Si trattava di un paesino, nei pressi di Moinesti, in provincia di Bacau, dove il greggio continua ad essere sfruttato. Un’altra cosa interessante che riguarda la Moldavia è che il principe Dimitrie Cantemir, autore della Descriptio Moldaviae del 1716, parla delle sorgenti di nafta di Moinesti, sul fiume Trotusul Sarat. E sempre lungo questo fiume si trovano anche le miniere di sale di Targu Ocna. Cantemir faceva riferimento alle sorgenti di greggio mescolate di acqua, spiegando che ci voleva la loro separazione, al fine di rendere la nafta più efficace per l’illuminazione, ad esempio, dice l’autore.
Al solito di proprietà degli aristocratici, dei monasteri, dei principi, ma anche dei contadini liberi, questi sfruttamenti erano rudimentali nel Medioevo, aggiunge Radu Lungu. L’estrazione avveniva con mezzi rudimentali. Nei posti in cui non c’erano sorgenti o stagni, la gente scavava dei pozzi. Alla fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII, i contadini, ma anche le corti aristocratiche, cominciarono ad impiegare il petrolio anche per l’illuminazione, soprattutto nei cortili o per le strade. Lo sfruttamento rudimentale e l’utilizzo limitato del greggio finirono a partire dalla seconda metà dell’Ottocento: il 1857 fu considerato l’anno di nascita dell’industria petrolifera romena, spiega Radu Lungu.
Fu scoperta la potenzialità del gas illuminante per città e abitazioni. Il 1857 fu interessante, poichè in quell’anno venne fondata anche la prima raffineria, in una periferia di Ploiesti, chiamata San Demetrio. Un certo signore Teodor Mehedinteanu aprì questa raffineria per distillare il greggio e ottenere il gas illuminante. Un anno prima, il Comune di Bucarest gli aveva concesso l’esclusiva di fornire gas illuminante alla capitale. Nel 1857, Bucarest diventò la prima città del mondo illuminata in questo modo. Sempre nel 1857 la Romania venne inclusa nella prima statistica mondiale sugli sfruttamenti del greggio, al primo posto nel mondo, con 275 tonnellate all’anno. Non era molto, però la data è importante, aggiunge Radu Lungu.
Dopo Bucarest, le successive città illuminate da questo tipo di gas furono Iasi, nel 1858, e Vienna, nel 1859. Praticamente, in Romania, lo sfruttamento industriale del greggio si sviluppò dopo il 1900. Però il greggio romeno non offrì solo opportunità di sviluppo economico del Paese, ma anche una posta in gioco militare e strategica durante le due guerre mondiali. Con l’entrata della Romania in guerra al fianco dell’Intesa ad agosto 1916, i tedeschi perdevano tutte le risorse europee di cereali e greggio. Una delle priorità del Grande comando strategico tedesco fu la conquista della Romania per riavere queste risorse. E ce l’hanno anche fatta. Il 6 dicembre erano in Romania e sfruttarono queste risorse dal dicembre 1916 fino al 1918, conclude Radu Lungu.
Lo stesso grosso interesse fu espresso dalla Germania anche 20 anni più tardi, per tutta la durata della seconda Guerra mondiale. Alleata della Germania nazista da giugno 1941, la Romania subì le pressioni di inviare l’intera produzione di greggio in Germania, il che avvenne all’80% quanto tempo l’alleanza restò in piedi.