Lo scrittore Paul Goma
Il 25 marzo, in piena emergenza coronavirus, arrivava un'altra triste notizia: lo scrittore romeno Paul Goma, grande oppositore del regime comunista, si spegneva all'Ospedale Pitié-Salpêtrière di Parigi, in seguito al contagio dal Covid-19.
Steliu Lambru, 07.04.2020, 11:58
Il 25 marzo, in piena emergenza coronavirus, arrivava un’altra triste notizia: lo scrittore romeno Paul Goma, grande oppositore del regime comunista, si spegneva all’Ospedale Pitié-Salpêtrière di Parigi, in seguito al contagio dal Covid-19. Atipico e nonconformista, Goma incarnava quel tipo di personalità scomoda che un regime riesce a sottoporre soltanto attraverso l’eliminazione fisica. Eppure, sopravvisse al più brutale regime politico della storia, lasciando indietro il ricordo di un uomo deciso di andare fino in fondo in difesa delle sue convizioni.
Lo scrittore Paul Gome ha sempre criticato senza riserbi tutto quello che non gli andava bene, tutto quello che gli sembrava contrario all’essere umano e ai principi di una vita decente. Nacque il 2 ottobre 1935 in provincia di Orhei, nel nord-est della Bessarabia, l’odierna Moldova. Dopo l’occupazione sovietica della Bessarabia, nel 1940, la famiglia Goma si rifugiò in Romania.
I conflitti con il regime comunista cominciarono nel 1955 quando, da studente, Paul Goma non andava d’accordo con i professori di socialismo scientifico. Così nacque il caso Goma, diventato successivamente il Movimento Goma, movimento anticomunista che coinvolse 430 persone. Lo scrittore solidarizzò con la Rivoluzione ungherese del 1956 e rinunciò alla tessera di membro della gioventù comunista. Fu per la prima volta che venne arrestato e condannato a due anni di carcere. Dopo la liberazione, venne mandato in domicilio coato nella pianura del Baragan fino al 1964.
Nel 1971, in seguito alla pubblicazione del romanzo Ostinato nella Germania occidentale, drasticamente censurato in Romania, fu escluso dal partito comunista al quale aveva aderito nel 1968 per appoggiare la politica antisovietica promossa da Ceauşescu. L’uscita del romanzo La Porta nel 1974, sempre nella Germania occidentale, lo trasformò per sempre in nemico del regime. Al 1970 risalgono anche le sue prime lettere rivolte a Radio Free Europe.
La ricercatrice di storia Cristina Petrescu riassume la personalità di Paul Goma. E’ noto che Goma diede vita al movimento per i diritti dell’uomo, che ebbe come modello la Charta 77 della Cecoslovacchia, dopo di che Goma tentò di essere cooptato dal regime, il che parzialmente ci si riuscì, se guardiamo gli articoli pubblicati fino all’arresto. In carcere, ritirò moltissime delle posizioni prese. Alla fine, venne liberato in seguito alla pressione internazionale, dopo di che fu espulso e diventò uno degli esponenti di spicco dell’esilio democratico fino al 1989. Rimase un personaggio controverso anche dopo il 1989, soprattutto per le sue posizioni in merito alla sovietizzazione della Bessarabia. Dirò che, in buona misura, Paul Goma è un eroe dimenticato della nostra storia recente, proprio perchè non ha trovato il posto giusto, spiega Cristina Petrescu.
Nonstante il sostegno espresso ad agosto 1968 al regime Ceaușescu che condannò l’invasione della Cecoslovacchia, Goma rimase un suo oppositore palese. Cristina Petrescu aggiunge che il leader del movimento romeno per i diritti dell’uomo continuò a dare dei grattacapi al regime. Goma si era contraddistinto per il fatto di essere stato, negli anni 1970, una punta del nonconformismo tra gli scrittori romeni, in quanto fu il primo che riusciva a pubblicare all’estero due volumi bocciati dalla censura. Uno di questi libri si pronuncia apertamente contro il regime e fa riferimento a detenuti ossessionati dalla libertà. Riscossero grande successo, visto che uscirono mentre l’Arcipelago Gulag di Aleksandr Solženicyn veniva tradotto in lingue veicolari. Per questa ragione, Goma veniva chiamato il Solženicyn romeno, aggiunge Cristina Petrescu.
Goma riaprì il suo conflitto palese con le autorità comuniste nel 1977, quando firmò una lettera di protesta collettiva rivolta alla Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa di Belgrado, e diffusa da Radio Free Europe. La lettere denunciava la violazione dei diritti dell’uomo in Romania e segnava l’inizio del Movimento Goma.
Negli scritti storici, il sintagma Movimento già circolava, e così fu chiamata questa protesta collettiva. In realtà questo sintagma infelice corrispondeva alla definizione data al gruppo dalla Securitate, la polizia politica del regime. In questo caso, le linee del gruppo erano un po’ più complicate, in quanto era più numeroso di quello degli autori del samizdat Ellenpontok o dell’Aktionsgruppe Banato, spiega ancora la studiosa Cristina Petrescu.
Il 1 aprile 1977, Paul Goma era arrestato e il 20 novembre dello stesso anno sia a lui che alla moglie e al figlio venne tolta la cittadinanza romena. Vennero espulsi e andaro a Parigi, dove chiesero asilo politico, però lo scrittore non fece domanda per avere la cittadinanza francese. Dopo la caduta del comunismo nel 1989, le autorità di Bucarest ridiedero a Paul Goma la cittadinanza romena.