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L’ippodromo Floreasca di Bucarest

All'inizio del XX secolo, le corse di cavalli stavano guadagnando popolarità anche in Romania e presto l'ippodromo di Băneasa si rivelò insufficiente per far fronte ai numerosi eventi.

L’ippodromo Floreasca di Bucarest
L’ippodromo Floreasca di Bucarest

, 10.12.2020, 16:02

Prima del 1945, le corse di cavalli nella capitale romena si tenevano all’ippodromo di Băneasa, dove gli amanti degli sport equestri si riunivano per socializzare. All’inizio del XX secolo, le corse di cavalli stavano guadagnando popolarità anche in Romania e presto l’ippodromo di Băneasa si rivelò insufficiente per far fronte ai numerosi eventi. Così venne costruito un secondo ippodromo, nel quartiere Floreasca, collocato nel nord-est di Bucarest.

Lo storico Cezar Buiumaci ripercorre la sua storia. Dopo la Grande Guerra, le corse di cavalli diventarono sempre più popolari tra gli abitanti di Bucarest. Sempre più appassionati diventavano proprietari di cavalli di razza. Siccome il loro numero era in costante aumento e l’area dell’ippodromo di Băneasa era limitata, nacque l’idea di costruire un nuovo spazio per le corse di cavalli. Fu l’ingegnere Ion Matak, proprietario di scuderie, a gettare le basi del nuovo ippodromo. All’inizio degli anni ’30 acquistò 180.000 metri quadrati di terreno dalla Società di abitazioni a buon mercato, sul lato del viale Stefano il Grande. All’epoca, l’investimento ammontava all’incredibile cifra di 6 milioni di lei, spiega lo storico.

L’iniziativa dell’ingegnere Ion Matak diede frutto e la nuova costruzione prese forma. Il progetto fu affidato a uno dei migliori specialisti dell’epoca. Gli edifici dell’ippodromo furono progettati dall’architetto Paul Smărăndescu, uno dei più importanti rappresentanti dello stile neo-romeno. In questo stile venne costruito anche il nuovo edificio. Aveva una galleria aperta e pilastri in legno intagliato. Per una buona visibilità, le tribune erano completamente aperte. Il complesso era costituito da tre tribune: il padiglione ufficiale, il padiglione reale e il padiglione pubblico, tutti collegati da corridoi e passaggi, aggiunge Cezar Buiumaci.

Dal 1924, gli abitanti di Bucarest avevano un secondo galoppatoio per godersi questa passione. Un film sull’inaugurazione fu anche proiettato nei cinema della capitale romena. Cezar Buiumaci osserva che, durante i suoi 13 anni di esistenza, l’ippodromo Floreasca ebbe un’intensa attività. Inaugurato nell’autunno dello stesso anno della sua costruzione, l’ippodromo riscosse un grande successo, con una partecipazione crescente. In soli 5 anni, vi vennero organizzate gare notturne grazie all’illuminazione elettrica. Le gare più importanti erano le corse al trotto e il programma era il seguente: domenica e giovedì le corse al galoppo, mercoledì e sabato quelle al trotto. Però, il quarto decennio dello scorso secolo portò problemi all’ippodromo Floreasca, a causa di una combinazione di fattori. Fu soprattutto una cattiva gestione, ma anche la crisi economica del 1929-1933. Il coinvolgimento di re Carlo II nel 1935, anno della prima celebrazione del Mese della Città di Bucarest, fu di buon auspicio, portando alla rinascita dell’ippodromo, grazie alla prima gara internazionale ospitata. Ma i problemi non trovarono soluzione e due anni dopo, nel 1937, l’ippodromo Floreasca fu chiuso. Le gare hanno continuato a svolgersi solo all’ippodromo di Băneasa, aggiunge il nostro ospite.

Ma per l’ippodromo seguirono tempi ancor più difficili. Il declino iniziato alla fine degli anni ’20 portò al suo crollo all’inizio del decennio successivo. Dopo la demolizione dell’ippodromo, il luogo fu parcellizzato per la costruzione di un complesso residenziale a basso costo. Tuttavia, lo scoppio della seconda guerra mondiale pose fine a questo approccio, ripreso negli anni Sessanta dalle autorità comuniste, che vi costruirono un gruppo di condomini, un quartiere le cui strade erano intitolate a compositori. Il complesso sportivo Dinamo venne costruito su un lato del vecchio ippodromo. C’è anche uno spazio verde al centro di questo nuovo quartiere Floreasca, il Parco Verdi, dove successivamente fu costruito un cinema, spiega ancora lo storico.

Il nuovo regime comunista insediato dopo il 1945 aveva altre priorità urbane. Si può dire che, proprio come nel caso dell’ippodromo di Băneasa, c’è stata una sovrapposizione degli edifici del nuovo regime, una trasformazione con il simbolismo della propaganda, i nuovi edifici sostituendo quelli di un regime considerato decadente. Tuttavia, negli anni Sessanta e Settanta del XX secolo, circolavano voci che un nuovo ippodromo sarebbe stato costruito alla fine del quartiere Drumul Taberei a Bucarest. Tuttavia, nella letteratura specializzata non abbiamo trovato dettagli di questo progetto e l’ascesa al potere di Nicolae Ceaușescu significò in larga misura l’abbandono di alcuni progetti di sviluppo in quest’area a favore di altri, conclude lo storico Cezar Buiumaci.

La posizione precedente dell’ippodromo Floreasca è oggi irriconoscibile. Solo un’ex scuderia al trotto in via Vornicul Manolache ricorda ancora il paesaggio urbano di 100 anni fa.

La locandina della mostra (Foto: MNIR)
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