Le tombe di Tomi
La colonia antica di Tomi sulla riva romena del Mar Nero iniziò la sua esistenza sei secoli prima dell’inizio dell’epoca cristiana. È conosciuta, tra l’altro, anche come luogo di esilio del poeta latino Pubblio Ovidio Nasone.

Steliu Lambru, 12.02.2025, 15:08
La colonia antica di Tomi sulla riva romena del Mar Nero iniziò la sua esistenza sei secoli prima dell’inizio dell’epoca cristiana. È conosciuta, tra l’altro, anche come luogo di esilio del poeta latino Pubblio Ovidio Nasone (43 avanti Cristo – 17 dopo Cristo). Nella sua storia, Tomi ebbe alcuni periodi di sviluppo e subì delle influenze successive. Durante l’antichità, la città attraversò due grandi periodi: quello ellenistico, tra i secoli VI-I avanti Cristo, e quello romano, tra il I secolo avanti Cristo e il VI secolo dopo Cristo. Fino all’anno 1877, quando entrò a fare parte della Romania con la denominazione di Costanza, la città attraversò il periodo bizantino, tra i secoli VII e XIV, e il periodo ottomano, tra i secoli XIV e XIX, quando ricevette un’altra denominazione, Kiustenge.
Le tombe e le necropoli sono siti estremamente preziosi per gli archeologi e quelle di Tomi sono rilevanti per la ricostituzione del processo di abitazione dell’antica città. L’archeologo Constantin Băjenaru è uno degli esperti che studiano il fondo funerario di Tomi. Egli ha accennato alla più antica necropoli del periodo ellenistico della città, ora scomparsa, che appare però in un’immagine fotografica risalente al 1881: “Si tratta del tumulo funerario che era ancora visibile nel XIX secolo. Poi c’è il piano dell’archeologo Pamfil Polonic dal quale partono alcune vie che noi abbiamo seguito nel corso delle ricerche e, in primo luogo, quelle che Polonic ha visto nel 1896. La città moderna si sviluppava ancora lentamente, non aveva superato la zona romana del parco archeologico di oggi. Polonic vide, abbastanza chiaramente, una via principale, una vecchia strada romana, con un tumulo molto importante che esisteva nella zona. È, infatti, il più alto tumulo esistito nella necropoli di Tomi e che, ovviamente, oggi non si vede più. C’erano anche altre vie più piccole, con tumuli di terra e di pietra verso sud.”
Gli specialisti che hanno lavorato a Tomi non hanno scoperto tracce di abitazione prima dei secoli VI-V. I primi segni di urbanistica risalgono al V secolo e sono costruzioni in pietra. Però vista la presenza degli altri insediamenti greci in prossimità, gli archeologi, per analogia, emettono ipotesi che ne spieghino l’assenza. Nella colonia Apollonia Pontica, a 310 chilometri sud di Tomi, sulla spiaggia, è stata scoperta una grande necropoli risalente al IV secolo, e a Histria e Callatis esistono altre prove. Gli archeologi romeni hanno emesso l’ipotesi dell’esistenza di una necropoli simile a Tomi che sarebbe crollata in seguito all’erosione. Constantin Băjenaru: “Possiamo immaginarci l’aspetto delle necropoli di Tomi se non ci fosse stata la città moderna, abbiamo gli esempi delle città di Histria e Callatis. Histria è ancora visibile, Callatis era ancora bene documentata per quanto riguarda il tumulo funerario negli anni della seconda guerra mondiale. Una famosa immagine della seconda guerra mondiale ci fa vedere molto bene la presenza di numerosi tumuli nella necropoli. Possiamo immaginarci che qualcosa di simile sia esistito anche a Tomi, ovviamente un’immagine valida soprattutto per il periodo di massimo sviluppo di una città, cioè diciamo la prima epoca romana. Immaginiamo questo perché anche a Histria ci fu uno sviluppo simile a partire dal VI secolo fino ai secoli II-III, quando probabilmente vennero eretti gli ultimi tumuli.”
Diversi lavori edili hanno portato alla scoperta di numerose tombe isolate o di aree funerarie di diverse dimensioni. Le tombe di Tomi del periodo ellenistico erano formate da una buca di accesso con gradini, di tre-quattro metri di profondità, per scoraggiare le rapine, e una nicchia laterale in cui venivano deposti uno o più defunti, nella maggior parte dei casi, di spalle. Ai piedi venivano depositati gli oggetti. In una tomba sono stati rinvenuti lampade a olio, offerte di carne in ciotole, fibule, gioielli, armi e giocattoli, nelle tombe di bambini. I rituali funebri erano due, di incinerazione e di inumazione. Inoltre, c’erano delle vie che portavano alle tombe.
Abbiamo chiesto a Constantin Băjenaru se sono state rinvenute delle tombe speciali o di esponenti locali a Tomi: “Abbiamo degli indizi di tombe di militari, ad esempio la necropoli di Poiana, dove c’è una tomba con equipaggiamento militare. Ma sono assai rare. Oltre alle tombe del IV secolo, che hanno delle fibule con teste a cipolla di cui si suppone siano appartenute a persone di sesso maschile che avevano in qualche modo a che fare con l’esercito, ci sono anche alcune tombe con cintura, risalenti sempre al IV secolo. Però nella Tomi propriamente-detta non esistono prove che attestino l’esistenza di tombe di militari. Oltre alle spettacolari tombe della fine della seconda metà del I secolo, che indicano chiaramente personaggi importanti, non esiste una tomba imponente. Lungo la via principale verso Histria, nella zona di Movila Mare, c’è qualcosa che molto probabilmente era un mausoleo. Si tratta di una costruzione di pietra e lì c’è anche un deposito monetario. Questa potrebbe essere la scoperta più spettacolare.”
Il periodo romano portò dei cambiamenti a Tomi. Le necropoli diventarono più grandi e le tombe più piccole e più vicine, il che rileva un aumento del numero di abitanti. Con la comparsa e la diffusione del cristianesimo si fece la transizione dal paganesimo, diminuì il numero delle tombe di incinerazione e aumentò quello delle tombe di inumazione. La transizione significò anche la comparsa delle catacombe, il cambiamento dell’orientamento del defunto in direzione est-ovest, rispetto al vecchio orientamento nord-sud, e la comparsa delle tombe individuali a 2 metri di profondità.