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Le rappresentanze diplomatiche della Romania nello spazio turco

A partire dal XIX secolo, gradualmente, i Principati romeni iniziarono a staccarsi dall'ottomanismo attraverso l'importazione massiccia di civiltà e cultura dall'Occidente.

Le rappresentanze diplomatiche della Romania nello spazio turco
Le rappresentanze diplomatiche della Romania nello spazio turco

, 22.06.2023, 12:47

A partire dal XIX secolo, gradualmente, i Principati romeni iniziarono a staccarsi dallottomanismo attraverso limportazione massiccia di civiltà e cultura dallOccidente. Così, anche le relazioni diplomatiche della Romania con lImpero Ottomano e il suo successore, la Turchia, subiranno un ridimensionamento. Man mano che la Romania otteneva il suo diritto di stato indipendente, le missioni diplomatiche che rappresentavano gli interessi romeni nel mondo ottomano e turco venivano ripensate. Una storia delle missioni diplomatiche della Romania è il più recente progetto di un gruppo di storici romeni. La stella del progetto è, di gran lunga, la rappresentanza della Romania a Parigi. Ma anche le rappresentanze nellImpero Ottomano e in Turchia erano rilevanti.



Silvana Rachieru insegna storia ottomana allUniversità di Bucarest e ha presentato un riassunto della storia delle residenze diplomatiche della Romania nell’area turca. Questa storia inizia da un edificio vicino a Piazza Taksim, che fu la sede della legazione, poi del consolato della Romania, e oggi ospita la sede dellIstituto Culturale Romeno. Silvana Rachieru ha iniziato la sua ricerca ascoltando le storie delledificio: “La più emozionante di queste storie racconta che un amante della principessa Martha Bibescu aveva perso ledificio giocando a poker o ad altri giochi dazzardo, e successivamente lo stato romeno è riuscito a recuperarlo. La storia ha molto romanticismo e corrisponde allo spazio. Ma linformazione che ledificio era appartenuto a Martha Bibescu compariva molto chiaramente negli archivi.”



Pera era il quartiere europeo, diplomatico di Istanbul. Su “La Grand Rue de Pera” si trovavano, a partire dal XVII secolo, le residenze diplomatiche delle Grandi Potenze. Nel 19° secolo, il nuovo stato romeno mandava i suoi rappresentanti diplomatici presso i grandi decisori dellepoca, ma le possibilità di mantenimento in quella zona erano troppo scarse. Silvana Rachieru: “Lagenzia diplomatica romena che vi operò tra il 1859 e il 1878 aveva uno spazio in affitto. In effetti, era lappartamento dellagente diplomatico che fungeva anche da sede dellagenzia diplomatica. Questo fatto fu menzionato nel 1878 da Dimitrie Brătianu, il primo rappresentante della Romania a Costantinopoli dopo lindipendenza. Egli trasmise, poche settimane dopo il suo arrivo nella capitale ottomana, che la sede della legazione era in una casa di pietra nel quartiere Çukurcuma, sempre nella zona di Pera, dove c’era anche la sua abitazione. Brătianu scriveva che non era la sede più adatta per celebrare lapertura di una legazione e che il ministero dovrebbe fare un bel gesto e concedere finanziamenti per laffitto di uno spazio più generoso adatto alle nuove esigenze.



Fu solo nel 1887 che venne affittata la prima sede separata dalla residenza personale del rappresentante diplomatico. E dal 1903, la Romania mostrò la sua seria intenzione di acquistare un edificio che doveva essere una residenza permanente. Silvana Rachieru: “La destinazione finale della missione diplomatica romena nella capitale dellImpero e nella più importante città della Repubblica turca sarà in via Sıraselviler, che in turco significa “la fila di cipressi”. Qui, nel 1903, la Romania affittò uno spazio. Dietro questa azione cera lallora ministro plenipotenziario, Alexandru Lahovary. Il contratto di locazione prevedeva che quando il proprietario avesse deciso di vendere, lo Stato romeno sarebbe stato il primo a fare unofferta e ad acquistare lo spazio. Discussioni più serie in merito iniziarono nel 1905 e furono portate a compimento nel 1907. Dal 1907 finora abbiamo un punto di riferimento vicino alla Piazza Taksim che è associato alla Romania di oggi.”



Ledificio era noto con il nome di “villa di Musurus Pasha”, dal nome del proprietario, un diplomatico ottomano di origine greca. Il quartiere era un quartiere greco che iniziò a svilupparsi dopo il grande incendio del 1870. Era unarea commerciale attiva ed energica, dove venivano costruiti appartamenti secondo il modello francese e operavano uffici. Nelle vicinanze si erge la più importante chiesa greco-ortodossa dalla conquista di Costantinopoli nel 1453. Fino al 1927 l’edificio ospitò la sede della legazione romena.



Le conseguenze della prima guerra mondiale sullImpero ottomano furono tragiche. Dal 1923, dopo la proclamazione della Repubblica di Turchia, la fondazione della nuova capitale ad Ankara comportò lo spostamento del baricentro del nuovo stato. E le missioni diplomatiche cambiarono sede, anche se con ritardo. Pure la Romania esitò a lungo a fare il passo e Silvana Rachieru ci ha spiegato il perché: “Esitò perché Ankara, nel 1923, era più rurale che urbana. Le prime missioni diplomatiche ricevettero da Mustafa Kemal un vagone ciascuna dove lavorare. Era difficile lasciare il Bosforo, soprattutto quando avevi una residenza imponente. Il viaggio era molto lungo fino ad Ankara. Neanche le altre potenze si affrettarono a traslocare, lo fecero gradualmente. La Romania perse in quel momento, perché nei primi anni veniva ricevuto un terreno in unarea che Mustafa Kemal voleva trasformare in un nuovo quartiere diplomatico. Le esitazioni della Romania fecero sì che al momento del trasloco non ci siano più terreni disponibili in quel quartiere”.



La Romania tornò ad affittare locali per la legazione nel quartiere residenziale di Çankaya. Negli anni 50 acquistò un appezzamento di terreno e fece costruire un edificio per lambasciata sulla strada chiamata Bucarest.

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