L’architetto Ion Mincu
Il 6 dicembre sono ricorsi 102 anni dalla morte del famoso architetto romeno Ion Mincu. Al suo nome è legata sia la creazione dello “stile nazionale o “neo-romeno, che la fondazione della scuola di architettura romena.
Christine Leșcu, 06.01.2015, 13:38
Il 6 dicembre sono ricorsi 102 anni dalla morte del famoso architetto romeno Ion Mincu. Al suo nome è legata sia la creazione dello “stile nazionale” o “neo-romeno”, che la fondazione della scuola di architettura romena. D’altronde l’Università di Architettura di Bucarest reca il suo nome. Lo storico d’arte Oana Marinache presenta la sua biografia.
“La biografia che ci ha trasmesso il suo amico, il critico d’arte Nicolae Petraşcu, apparsa nel 1928, ci fornisce la maggior parte delle informazioni, ma al contempo crea una serie di polemiche. L’anno di nascita è controverso, si parla di 1849, 1851 e 1852. L’architetto nacque e studiò a Focşani e, secondo la testimonianza di una delle figlie, sarebbe nato nel 1851. Il suo percorso professionale è molto interessante, come la maggior parte degli architetti dell’epoca studiò ingegneria, presso la Scuola di strade e ponti di Bucarest. Lavorò poi al dipartimento di strade della sua provincia natia e solo verso la fine del 19-esimo secolo ebbe la chance di avvicinarsi all’architettura. Sentendo che il suo lato artistico non era abbastanza sviluppato, frequentò ulteriormente la Scuola di Belle Arti di Parigi, la sezione Architettura. Studiò con professori famosi e nel 1883 ottenne il diploma di architetto e poi un premio e una borsa da parte dello stato romeno per effettuare un viaggio in Europa. Tornò nel Paese nel 1884 dopo che aveva visto Italia, Spagna, arrivando persino a Costantinopoli”, spiega Oana Marinache.
Le prime caratteristiche dello stile architettonico neo-romeno apparvero durante il restauro di una villa a Bucarest. “Il suo primo lavoro fu uno di modifica della casa del generale Iacob Lahovary a Bucarest, che esiste ancora oggi all’interno dell’Ospedale Cantacuzino. Mincu intervenne significativamente nell’aspetto iniziale della casa, aggiungendone un atrio, elemento tipico dell’architettura contadina. Più tardi, riprese la collaborazione con il generale Lahovary, realizzando il suo monumento funebre nel cimitero Bellu di Bucarest. Però la fama di Mincu è dovuta al suo contributo al Padiglione di Romania all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1889, opera ispirata all’architettura tradizionale”, aggiunge Oana Marinache.
Oltre a queste edifici, Ion Mincu rimase famoso anche per la costruzione della Scuola Centrale per le Ragazze di Bucarest, per la Villa Robescu a Sinaia e per il restauro della Chiesa Stavropoleos della Capitale. L’architettura contadina e quella ecclesiastica furono dunque le fonti di ispirazione per ciò che ulteriormente diventò lo stile neo-romeno. Lo stile iniziato da Ion Mincu fu perfezionato dai suoi studenti e discepoli, ai quali l’architetto raccomandava il mondo rurale per trarre ispirazione.
“La denominazione di stile nazionale o neoromeno fu data dagli storiografi del XX secolo, proprio nel tentativo di puntare su questo momento della storia dell’architettura romena. La denominazione va legata anche al contesto della formazione del Regno di Romania, nel 1881. Un altro momento importante fu quello del 1906, in occasione dell’Esposizione Nazionale, quando tramite i padiglioni creati, la maggior parte in stile nazionale, la scuola romena di architettura si impose. Ulteriormente, lo stato romeno promosse un progetto per incoraggiare la costruzione di ville e istituzioni pubbliche in questo stile nazionale”, conclude Oana Marinache.
Tra gli architetti romeni che hanno creato in questo stile si annoverano anche Petre Antonescu, Nicolae Ghica-Budeşti, Grigore Cerchez, Toma T. Socolescu e Constantin Iotzu. (traduzione di Gabriela Petre)