La Valle del Vaser e i suoi musei
Il Maramures, regione collocata nell'estremità settentrionale della Romania, apprezzata dagli stranieri per il modo in cui conserva la natura e le tradizioni, spicca anche per la diversità culturale ed etnica.
Christine Leșcu, 06.09.2017, 13:14
Il Maramures, regione collocata nell’estremità settentrionale della Romania, apprezzata dagli stranieri per il modo in cui conserva la natura e le tradizioni, spicca anche per la diversità culturale ed etnica. Un esempio in tal senso è un museo particolare che si trova sulla valle del fiume Vaser, nella città di Viseul de Sus, dove passa anche la mocanita, l’antico trenino delle ferrovie forestali. Il museo, noto anche come la Casa Elefant, si trova proprio sulla piattaforma della stazione del trenino mocanita, ed è dedicato alla comunità ebraica di Viseul de Sus, che nel periodo interbellico rappresentava circa il 30-40% della popolazione della località. La popolazione locale era, comunque, da secoli, composta da diverse etnie: tedeschi, ungheresi, romeni o russi.
Il direttore delle ferrovie forestali della Valle del Vaser, Vasile Coman, presenta le origini del museo, ma anche il cosmopolitismo della regione: Al solito, questo cosmopolitismo è tipico delle città-porto, dove si ritrovano tutte le nazioni del mondo, e mica di una piccola città di montagna. In segno di particolare rispetto per la comunità ebraica di Viseu, che nel periodo interbellico annoverava più di 3.000 persone, ma anche alla memoria della Shoah e delle sofferenze di questa comunità, noi abbiamo eretto questo monumento di propria iniziativa, senza essere spinti da nessuno. Praticamente, si tratta di una casa-museo, intitolata ad Alexander Elefant, l’ebreo che ha costruito all’ingresso nella Valle del Vaser la prima bottega per la lavorazione dei ceppi. Il museo custodisce foto, documenti e altre testimonianze delle sofferenze degli ebrei. Nel 1944, dalla primavera fino all’autunno, oltre 12.000 persone di etnia ebraica furono deportate ad Auschwitz, Dachau e in altri campi di concentramento. Solo 6 sono ritornate. In una delle finestre del museo conserviamo come ricordo alcuni degli oggetti appartenuti a coloro che hanno vissuto gli orrori dei lager nazisti. Abbiamo inaugurato questo museo nel 2007. La casa, una delle ultime abitazioni tradizionali ebraiche di Viseu, è stata traslocata all’ingresso della stazione della mocanita, punto di partenza di migliaia di turisti verso l’affascinante valle del Vaser.
La casa di legno invita i turisti a scoprire due stanze tradizionali. Nella prima è allestito il museo, con le foto degli ebrei della Valle del Vaser deportati nei campi di concentramento e i loro oggetti. Nella seconda stanza si trova un caffè, dove la gente chiacchiera in attesa del trenino. Sullo stipite della porta non manca la mezuzah, il simbolo ebraico che ricorda l’Esodo. A Viseul de Sus, gli ebrei avevano abbracciato i mestieri tipici della zona: pastori, agricoltori, selvicoltori, ma anche artigiani. Si occupavano, in particolare, di trasporto e commercio su zattere dei ceppi di legno della Valle del Vaser, aggiunge Vasile Coman, il quale ci presenta anche l’altro museo di Viseul de Sus, quello etnografico: Questo museo precede un complesso collocato proprio nei pressi del museo Elefant: quattro case tradizionali romene, una stalla e un magazzino di legna. Si tratta di case tipiche della Vallata di Iza, vecchie tra gli 80 e i 100 anni, che abbiamo ricostruito vicinissimo al Museo Elefant, mantenendo tutti gli elementi tradizionali. Da una parte, intendiamo allestire all’interno di queste case un museo del mestiere dei zatterieri, e dall’altra adibirle anche ad agriturismi, nella misura del possibile. Nel complesso si entra da un portone monumentale tipico del Maramures, vecchia di oltre 60 anni.