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La scrittrice Hortensia Papadat-Bengescu

Nella letteratura romena interbellica, Hortensia Papadat-Bengescu si affermò come una delle prime e più importanti voci del rinnovamento del romanzo romeno.

La scrittrice Hortensia Papadat-Bengescu
La scrittrice Hortensia Papadat-Bengescu

, 19.03.2023, 10:44

Nella letteratura romena interbellica, Hortensia Papadat-Bengescu si affermò come una delle prime e più importanti voci del rinnovamento del romanzo romeno. E il fatto che la nuova strada sia stata aperta da una donna ha portato al suo distacco dalle altre scrittrici dell’epoca, piuttosto numerose e valorose. È così che, per molto tempo, nei libri di testo scolastici e persino nella mentalità del pubblico, Hortensia Papadat-Bengescu sembrava lunica scrittrice del periodo interbellico degna di rimanere nella memoria letteraria. Niente di più falso, tanto più che Hortensia ha condiviso, fino al momento del suo esordio, il solito destino delle donne dellepoca. Nata nel 1876 in una famiglia benestante che aveva dato anche altri scrittori, sposò a soli 20 anni il magistrato Nicolae Papadat, che dovette seguire in tutti i trasferimenti tipici della professione da una città allaltra. La coppia ebbe più figli e la futura scrittrice dedicò molti anni esclusivamente alla casa e alla famiglia.



Il critico letterario Paul Cernat con particolari sulla sua storia: “Hortensia è, senza dubbio, un caso particolare nella letteratura romena. Ha avuto un percorso biografico segnato dalla riluttanza dei suoi genitori a farla studiare allestero, in Francia. Lei si è vendicata sposando il magistrato Nicolae Papadat, che si intendeva poco di letteratura e che, in qualche modo, ha reso la sua vita un calvario. Certo, insieme a lui ha avuto cinque figli. Era una brava persona, ma per la futura scrittrice Hortensia Papadat Bengescu, questo matrimonio non era quello che avrebbe voluto. Ha dovuto aspettare fino a quasi 40 anni per fare il suo debutto. Allinizio lo ha fatto con un nome diverso, con il supporto di un’amica scrittrice della cerchia della rivista Viața Românească di Iași, Costanza Marino-Moscu, che ha intermediato la pubblicazione dei suoi scritti nelle pagine della rivista gestita dal critico letterario e prosatore Garabet Ibrăileanu. Ibrăileanu diventò presto il suo mentore. Egli fu, infatti, il suo primo patrono spirituale. Hortensia aveva probabilmente il complesso della mancanza di studi universitari, cercò un mentore e lo trovò prima nella persona di Ibrăileanu, e più tardi in quella di Eugen Lovinescu.”



Poiché Garabet Ibrăileanu ed Eugen Lovinescu rappresentavano gruppi letterari con ideologie opposte – il primo conservatore, il secondo modernista -, l’avvicinamento di Hortensia Papadat-Bengescu al cenacolo Sburătorul fu considerato un tradimento da quelli di Viaţa Românească. La verità era che Lovinescu incoraggiava la modernizzazione e la sincronizzazione della cultura romena con quella occidentale, e quest’inclinazione corrispondeva ai desideri delle scrittrici. La collaborazione con Sburătorul, iniziata nel 1919, divenne definitiva quando la scrittrice si trasferì a Bucarest nel 1933. D’altronde, sotto la guida di Lovinescu, Hortensia Papadat-Bengescu scrisse i suoi migliori e più noti romanzi raccolti nel cosiddetto “Ciclo della famiglia Hallipa”.



Paul Cernat: “Cè stato un altro momento molto importante che ha lasciato un’impronta sulla scrittura di Hortensia. Si tratta dellesperienza della prima guerra mondiale, quando fu, tra laltro, suora di carità e quando venne a contatto con lorrore della morte, della distruzione, dei corpi devastati dalla guerra, distrutti dalle epidemie. Forse da lì, ma ovviamente non solo, deriva quellossessione della malattia che incontriamo nei suoi grandi romanzi degli anni Venti e Trenta, quelli dovuti allatmosfera del Cenacolo Sburătorul di Lovinescu. Forse anche questo ha avuto un ruolo nelloggettivazione di Hortensia, per citare Lovinescu, nel suo volgere lo sguardo dagli abissi dellinteriorità femminile al sociale, al mondo reale, esterno. E quello che si materializzerà nel ciclo della famiglia Hallipa negli anni 1920-1930, è un affresco psicosociale della Romania di quegli anni. È anche unecografia, un radiogramma di unumanità malata.”



Questi romanzi assicureranno a Hortensia Papadat-Bengescu una posizione tra i grandi romanzieri del periodo interbellico, ma anche, fino a poco tempo fa, un posto nei libri di testo delle scuole superiori. Limportanza acquisita dalle scrittrici in quellepoca e dopo viene spiegata sempre dal critico letterario Paul Cernat: “Hortensia ha debuttato molto tardi. Lo ha fatto quando era una signora, una donna con figli grandi. Quindi solo quando i figli sono cresciuti ha potuto permettersi il lusso di debuttare nella letteratura. Probabilmente Nicolae Papadat non avrebbe accettato che ciò accadesse prima. Avrebbe considerato quest’attività una frivolezza insopportabile, anche moralmente pericolosa. Ma il fatto che Hortensia abbia debuttato tardi le ha dato laspetto di una grande signora, non necessariamente nel cenacolo di Ibrăileanu, ma solo nel cenacolo di Lovinescu. Allepoca si parlava della mascolinizzazione di Hortensia, e non erano solo le critiche femministe a parlare del fatto che la sua identità sarebbe stata mascolinizzata. Certo, sono cose discutibili, perché non è stato proprio così. Cioè, non si è lasciata plasmare tanto quanto sembrava. Ha saputo coltivare la propria personalità, che alla fine si è imposta attraverso la complessità del gioco letterario che ha praticato. Non esiterei a collocare Hortensia vicino a Virginia Woolf dal punto di vista del valore letterario, in assenza di una capacità teorica, saggistica, com’era anche il caso di Virginia Woolf. Purtroppo, però, il fatto che sia stata apprezzata come leccezione femminile da alcune autorità della critica come Lovinescu e Ibrăileanu, ha in qualche modo messo in ombra altre scrittrici. Oppure le ha collocate in modo scorretto nel suo lignaggio, come discepoli o autrici inferiori a Hortensia. Ma è un po ingiusto che la personalità davvero importante di Hortensia abbia fatto rinnegare queste autrici dalla critica, soprattutto maschile, in una sorta di minoranza che non giustifica una lettura senza preconcetti.”



Hortensia Papadat-Bengescu si è spenta nel marzo del 1955 durante il primo decennio del regime comunista, ritirata e dimenticata sia dal pubblico che dai critici letterari, allora schiavi del realismo socialista. Il suo recupero avverrà, però, più tardi.

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