La rivoluzione del 1821
Svoltasi tra il febbraio e il maggio del 1821, la Rivoluzione che ebbe a capo Tudor Vladimirescu, significò la fine del periodo fanariota in Valacchia e Moldavia.
Christine Leșcu, 24.09.2022, 18:56
Svoltasi tra il febbraio e il maggio del 1821, la Rivoluzione condotta da Tudor Vladimirescu ha posto fine al periodo fanariota in Valacchia e Moldavia e, più tardi, il suo capo è diventato una leggenda. Spesso menzionato nei libri di testo, raffigurato in quadri e statue, Tudor Vladimirescu è, in realtà, un personaggio meno conosciuto al grande pubblico, però molto interessante e addirittura controverso. La rivoluzione che lui ha condotto in Valacchia si è intrecciata con quella greca di liberazione dall’Impero ottomano. I suoi legami con l’Eteria, la società segreta che fece scoppiare la rivoluzione greca, hanno portato, alla fine, alla sua uccisione. Nato in una famiglia di contadini liberi della provincia di Gorj, Tudor Vladimirescu è diventato, grazie alla sua saggezza e adattabilità, amministratore di poderi, mercante, ma anche ufficiale nell’esercito zarista, grado ottenuto durante l’occupazione russa tra il 1806 e il 1812. I motivi che lo spinsero a iniziare la ribellione contenevano anche certe ambizioni personali, ma erano anche dettati dalla necessità di un cambiamento politico. Le sue azioni dipesero sia dalla collaborazione con l’Eteria, che dalla speranza di ottenere un sostegno russo, atteso pure dai greci, sebbene non fosse stato mai promesso. Che tipo di personalità aveva quest’uomo, come arrivò a collaborare con l’Eteria guidata da Alexandru Ypsilanti, con quali scopi cominciò la rivolta, tutti questi argomenti sono approfonditi dallo storico Tudor Dinu, nella sua recente opera intitolata La rivoluzione greca del 1821 sul territorio della Moldavia e della Valacchia”.
Tudor svolse un ruolo chiave nei piani dei membri della Società degli Amici (Eteria). Già dal 1820, quando si incontrarono nella città di Ismail per mettere a punto il piano generale della rivoluzione, loro affermarono che in Valacchia la rivoluzione sarebbe fatta scoppiare da un certo Tudor Vladimirescu, considerato da loro il comandante degli uomini armati di Craiova”. L’Eteria sponsorizzò Tudor Vladimirescu, pensando che egli potesse essere uno strumento docile nelle sue mani. Si sbagliò però di grosso, come pure i grandi boiardi che volevano strumentalizzarlo. Lui fu, secondo me, il più impressionante esempio di self-made man” della nostra storia: un uomo semplice, che credeva nel proprio destino e cercava di superare la propria condizione in modo brillante, provando a fare di tutto per la carriera, dal farsi bello con i boiardi, al fare commercio di successo, dall’entrare nell’amministrazione fino ad avere una carriera militare. Entrando nel circolo del consolato russo, collaborando con la Società degli Amici, egli arrivò a sperare di ottenere il regno in un nuovo sistema, con un rovescio totale delle regole nei Principati, determinato dalla liberazione che sarebbe arrivata in seguito all’intervento dei russi. Le fonti greche portano molte cose nuove, da questo punto di vista, precisando che i membri dell’Eteria avevano promesso a Tudor di farlo salire sul trono di Decebalo”, afferma lo storico Tudor Dinu.
Però a prescindere dai motivi, Tudor Vladimirescu e il suo esercito riuscirono a destabilizzare l’ordine fanariota in Valacchia, ad attirare il sostegno di una parte importante dei boiardi locali e ad arrivare alla corte principesca di Bucarest. Nel frattempo, i membri della Società degli Amici guidati da Alexandru Ypsilanti erano entrati in Moldavia, cercavano di mettere su un esercito formato da gente della zona e speravano in una sommossa generalizzata della popolazione dei Principati romeni contro gli ottomani. Oltre ai cambiamenti politici, i rivoluzionari avevano in piano anche cambiamenti sociali?
Il più radicale dal punto di vista sociale, ma anche politico, era Alexandru Ypsilanti. Nel suo programma politico, Ypsilanti propone, ad esempio, non solo principi della zona, ma una specie di monarchia costituzionale in cui i redditi dei principi venissero controllati da un primo parlamento della Valacchia. Anche Tudor ebbe importanti proposte in campo sociale, volte a migliorare la vita delle persone semplici, ma non furono così radicali come erano state presentate. Ad esempio, egli proponeva, tra l’altro, la reintroduzione di alcune imposte. Certo che alcune sue proposte erano estremamente interessanti. La più importante per lo sviluppo del commercio era lo scioglimento della dogana interna che rendeva così cari i prodotti portati da un’altra città. Inoltre, Tudor propose la diminuzione del reddito ottenuto in ugual misura da panettieri e macellai, di modo che sia il pane che la carne fossero più accessibili. La sua più radicale proposta era probabilmente inapplicabile: l’assegnazione delle dignità pubbliche in base al merito. Non era una cosa fattibile e la corruzione non poteva scomparire nel contesto in cui Tudor stesso sosteneva il taglio delle retribuzioni per le alte cariche, afferma lo storico Tudor Dinu.
Malgrado le intenzioni a lungo termine, la situazione sul terreno non era molto buona. Il passaggio dell’esercito dell’Eteria per i territori romeni portò a disordine, saccheggi, rivolte della popolazione locale. In più, l’imminente invasione ottomana rischiava di trasformare i principati in un teatro di guerra, mentre il sostegno russo si lasciava attendere. In queste condizioni, Tudor Vladimirescu iniziò una rischiosa azione diplomatica per mettere al riparo il Paese, ma anche le sue azioni di successo di fino allora, provando a negoziare con la Sublime Porta di Istanbul. Alexandru Ypsilanti venne però a conoscenza dei suoi tentativi e lo considerò un traditore.
Forse l’atto di accusa più importante fu una lettera inviata da Tudor e che finì nelle mani del sultano. In questa lettera, egli si offriva di iniziare una guerra contro il traditore Ypsilanti”, a patto che l’Alta Porta gli concedesse un sostegno. Ma ciò era impossibile. La Porta Ottomana non poteva concedere sostegno militare a un cristiano ribelle. Forse Tudor era molto più abile e cercava di mantenere buoni rapporti con i turchi, senza però voler combattere contro Ypsilanti. Inoltre, Tudor aveva sperato fino all’ultimo nell’arrivo dell’esercito russo. Era stato rassicurato in merito su vari canali, perciò tentava di temporizzare un po’. Però dal punto di vista dell’Eteria, si trattava di un tradimento, continua a raccontare Tudor Dinu.
Accusato di tradimento, Tudor Vladimirescu venne processato secondo il codice Penale dell’Eteria e fu condannato per aver agito contro la patria dell’Eteria, cioè contro la Grecia, sebbene ovviamente la patria di Tudor fosse la Valacchia. Perciò, il suo processo e poi la sua esecuzione sono considerati ancora delle ingiustizie da parte della storiografia e dell’opinione pubblica romena. Per i principati romeni, la rivoluzione si concluse con la morte di Tudor Vladimirescu, il 28 maggio 1821. Però i membri della Società degli Amici continuarono a combattere qui contro gli ottomani fino alla sconfitta subita nella battaglia di Drăgășani, a inizio giugno.
Degli effetti dell’anno rivoluzionario 1821 sulla Valacchia e sulla Moldavia ci ha parlato sempre Tudor Dinu: Per i principati romeni, la Rivoluzione greca fu un disastro, perché dopo la rivoluzione greca, i principati erano completamente devastati. Il sacrificio dei romeni fu esemplare. Ci vollero uno o due decenni per la ripresa dei Principati dopo questa devastazione. Seguì poi anche una guerra russo-turca. D’altra parte, il ruolo della Rivoluzione del 1821 si dimostrò fondamentale, perché da quel momento in poi i principati romeni entrarono definitivamente nell’orbita dell’occidentalizzazione, sebbene il fenomeno fosse già iniziato nel 1812. Ciò si manifestò però a livello delle élite, non dela popolazione rurale, che continuava a vivere secondo ritmi ancestrali in pieno Ottocento. Fu un sacrificio necessario per la Romania trovare il proprio posto sulla carta dell’Europa, anzichè su quella dell’Impero Ottomano.