La chiesa di legno del villaggio di Urși
Lo scorso autunno, la Commissione Europea annunciava i vincitori dei Premi Europei per il Patrimonio Culturale, noti anche come i Premi Europa Nostra.
Christine Leșcu, 07.01.2022, 12:38
Lo scorso autunno, la Commissione Europea annunciava i vincitori dei Premi Europei per il Patrimonio Culturale, noti anche come i Premi Europa Nostra. Tra i quattro insigniti dei grandi premi si è annoverato anche il progetto di restauro della Chiesa di legno del villaggio di Urși, avviato dalla Fondazione ProPatrimonio di Romania. Inoltre, il restauro della chiesetta si è aggiudicato anche il Premio del Pubblico, conferito dai numerosi cittadini che hanno votato online.
Iniziata nel 2009 e portata a termine nel 2020, grazie ai fondi ottenuti da donazioni e al volontariato di numerosi studenti, architetti e pittori-restauratori, la ristrutturazione della piccola chiesa collocata in provincia di Vâlcea, nel centro-sud della Romania, è diventata non solo un modello da seguire in questo campo, ma ha anche offerto l’opportunità di scoprire meglio come si costruiva all’epoca. La Chiesa di legno di Urși è consacrata all’Annunciazione e a San Michele Arcangelo.
La sua prima menzione nei documenti indica che fu costruita tra il 1757 e il 1784, come spiega l’architetta Raluca Munteanu, partecipante ai lavori di restauro. E’ molto possibile che la chiesa che vediamo oggi non sia quella della rispettiva epoca, dal momento che più tardi viene menzionato un devastante incendio avvenuto nel 1838, che la danneggiò gravemente e in seguito al quale furono avviati lavori di riparazione e ristrutturazione. Appena nel 1843 apparve un’iscrizione sopra il cancello d’ingresso, in cui si legge che, praticamente, il fondatore Nicolae Milcoveanu si era preso in carico il finanziamento e si occupò dei lavori di riparazione. Sempre a quell’anno risalgono anche i pregevolissimi affreschi della chiesa. Non potrei dire che Nicolae Milcoveanu sia stato un boiardo, bensì un abitante più abbiente della zona. Secondo le usanze dell’epoca, lui dedicò una parte del denaro e del tempo ad un’opera per il bene delle comunità. Ristrutturò la chiesa e la rimise in servizio, spiega l’architetta.
Invece, gli artigiani del legno che innalzarono la chiesa sono rimasti anonimi fino ai nostri giorni. Sono stati menzionati gli imbianchini Gheorghe, Nicolaie e Ioan, che hanno dipinto la chiesa. A quanto pare, Gheorghe proveniva proprio dal villaggio di Urși, ritiene l’architetta Raluca Munteanu. E’ molto possibile che si tratti di abitanti della zona che si sono ispirati, come si vede molto bene nelle immagini affrescate, dai dipinti della zona, soprattutto del Monastero di Hurezi, che hanno rappresentato un riferimento per moltissimi altri obiettivi della zona. Come ben sappiamo, nel sud della Romania, le testimonianze scritte scarseggiano di informazioni. E’ possibile che i nomi degli artigiani fossero stati noti alla gente del villaggio, ma, siccome non esisteva questa pratica della testimonianza scritta, l’informazione non è più arrivata da noi. Il fatto che i nomi di questi imbianchini appaia è una cosa piuttosto rara che abituale. Nel caso di queste chiese dei villaggi e non solo – lo stesso vale anche per edifici rappresentativi o monasteri – sono pochi i nomi degli artigiani arrivati fino a noi. Essi si spostavano da una zona all’altra, dal momento che, grazie alla loro esperienza, venivano chiamati anche in altre località vicine. Uno specialista di pittura è in grado di individuare a seconda del periodo o del tipo di disegno, in che misura lo stile e le influenze migrarono e forse vennero trasmesse da una generazione all’altra o tra gli artigiani che lavoravano nello stesso periodo, aggiunge Raluca Munteanu.
Le dimensioni del luogo di culto sono in ugual misura significative per la grandezza della comunità locale, ma anche per le possibilità di sfruttare il legno nella zona. La Chiesa di Urși ha circa 8 metri di lunghezza e quasi 6 metri di larghezza, ed è anche molto bassa. Fino alla tettoia si contano forse 2,40 metri e, insieme al tetto, potrebbe arrivare a 4,50 metri di altezza, spiega sempre Raluca Munteanu, indicando che l’architettura della chiesetta non può essere inserita in un determinato stile.
E’ una chiesa vernacolare, costruita nel modo più pragmatico possibile. E’ semplice, eretta con la tecnica e i materiali a portata di mano all’epoca, ad esempio il legno. Gli abbinamenti delle travi di legno a coda di rondine si riscontrano in tutta l’Europa, dal sud al nord. Era il più semplice e facile modo di erigere una costruzione in legno in un periodo in cui il legno era abbastanza economico e facile da trovare. La sua forma è strettamente funzionale e adattata alle necessità del luogo di culto. Da questo punto di vista, non ha nulla di speciale rispetto alla maggior parte delle chiese di legno della zona. Ci sono solamente poche eccezioni. Ovviamente, è una chiesa ortodossa che rispetta tutti i canoni della costruzione come piano, allestimenti interni e funzionalità. Come dicevo, la decorazione è influenzata dalla pittura del Monastero di Hurezi, e le icone e i disegni sono organizzati sempre secondo le norme della pratica e dei rituali ortodossi. Quello che è veramente speciale, non solo per la rispettiva zona, bensì per un’area molto più estesa, è il fatto che gli artigiani hanno scelto di decorare la chiesa con affreschi su legno. Generalmente, le due tecniche – l’affresco e la pittura sul legno – non sono compatibili. In questa chiesetta, sulle travi di legno è stato applicato un intonaco a calce, sul quale sono stati eseguiti i dipinti mentre era ancora umido. Al solito, la pittura era a secco, cioè direttamente sul legno, oppure, se veniva applicato un intonaco a calce, veniva aggiunta una cerchiatura per reggere l’intonaco e renderlo più aderente e resistente. Nel nostro caso, è stata scelta la tecnica adoperata nelle chiese murate, vale a dire intonaco a calce applicato direttamente sul muro e affrescato, conclude l’architetta Raluca Munteanu.
Attualmente, sia i dipinti murali che l’edificio della chiesa sono completamente restaurati, e il luogo di culto ha ripreso i servizi religiosi, parallelamente a quelli celebrati nella nuova chiesa costruita di recente nel villaggio di Urși.