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La Bucarest modernista di Marcel Iancu

Nato a Bucarest nel 1895, Marcel Iancu ha studiato architettura in Svizzera

La Bucarest modernista di Marcel Iancu
La Bucarest modernista di Marcel Iancu

, 11.03.2023, 12:41

Del gruppo di artisti che nel 1916, al cabaret Voltaire di Zurigo, lanciava il movimento d’avanguardia Dada, faceva parte anche il romeno di origine ebraica Marcel Iancu. Nato a Bucarest nel 1895, Marcel Iancu ha studiato architettura in Svizzera, ma nell’ambito del dadaismo era attivo piuttosto come artista figurativo. Sempre come artista figurativo si è fatto notare, inizialmente, anche nella rivista Contimporanul, fondata nel 1922, in Romania, insieme allo scrittore avanguardista Ion Vinea. Però la vera passione di Marcel Iancu era l’architettura, ovviamente quella modernista, per restare fedele ai suoi principi di riforma dell’arte. Grazie a questa passione, Bucarest si riempirà, gradualmente, nel periodo interbellico di abitazioni moderniste che completeranno così il fascino eclettico della capitale romena. Particolari sulla biografia di Marcel Iancu dall’architetta Ana-Maria Zahariade: Tornò in Romania ispirato profondamente dall’avanguardia, soprattutto dal movimento Dada che aveva una vitalità enorme, del tutto speciale, corrosiva e piena di umorismo. Tornò e si presentò davanti alla società romena alla quale cercò, in qualche modo, di imprimere quello spirito di modernità. Era all’inizio del secolo, nel primo quarto del secolo, e il desiderio di rinnovamento, il movimento rinnovatore di dopo la Prima Guerra Mondiale era molto forte nella società romena. Su tutto dominava la personalità di Marcel Iancu, al quale dobbiamo, secondo me, la Bucarest moderna. Marcel Iancu fu il missionario del modernismo in Romania. Era un periodo in cui, infatti, il modernismo architettonico era proprio all’inizio. Egli portò lo spirito Dada e quello degli altri movimenti di avanguardia cui partecipava e cercò di metterli in atto in Romania.”



A Bucarest, l’architettura fu il principale mezzo di sussistenza di Marcel Iancu. Continuò a illustrare gli articoli di Contimporanul che non era una rivista di architettura, però aveva dei numeri speciali dedicati all’architettura innovatrice dell’epoca, che Iancu cominciò presto a praticare. Ana-Maria Zahariade: Appena rientrato nel Paese, fondò una compagnia assieme al fratello Iuliu, che aveva studiato anche lui architettura e che era sempre il personaggio che stava nell’ombra di Marcel. Né lui, né Marcel si erano laureati in Svizzera, avevano frequentato la facoltà lì, ma senza conseguire il diploma di laurea. Tornati in patria, gettarono le basi di questo atelier in cui lavorarono insieme a molti progetti. Spesso li firmavano Marcel Iuliu Iancu, come se fossero la stessa persona e, infatti, non sappiamo con certezza quale fosse il ruolo di ognuno di loro. Molto probabilmente Marcel si occupava di idee, creazione, composizione, mentre Iuliu curava piuttosto la parte tecnica. Fatto sta che lavoravano insieme in molti progetti, ma non in tutti. L’ufficio aveva un problema, il fatto che non erano in possesso di un diploma, quindi non potevano fare la documentazione di autorizzazione dei progetti. Perciò ricorrevano a un sotterfugio: i progetti di autorizzazione erano firmati con un nume diverso, da un amico, che successivamente non si occupava più di questo progetto. Ciò accadde fino al 1934, nel momento in cui entrò a far parte del corpo degli architetti appena fondato, in base alla sua esperienza di progettista.



Negli anni 1920, pochi clienti di Bucarest apprezzavano l’architettura modernista, quindi per molto tempo Marcel Iancu ricevette ordinazioni soprattutto da amici e conoscenti della famiglia, persone che appartenevano nella maggior parte alla borghesia media e alta. Molti erano ebrei, perciò gli edifici progettati da Iancu sono raggruppati nella zona del vecchio quartiere ebraico di Bucarest, oppure nella parte settentrionale, lungo il viale, dove venivano costruite ville più lussuose. Si trattava nella maggior parte di edifici privati, a Marcel Iancu non venne commissionata alcuna costruzione pubblica in quel periodo. Ana-Maria Zahariade: Egli ritiene che la prima casa modernista sia la cosiddetta villa Fuchs, pubblicata anch’essa su diverse riviste. Utilizzava un tipo di costruzione molto banale. La villa Fuchs ha una storia molto divertente: “L’ho progettata per un mercante di vini che aveva letto riviste d’arte straniere e al quale era forse piaciuta la nuova architettura. Perciò mi ha detto che aveva un milione di lei e un terreno che mi metteva a disposizione per farne ciò che mi pareva pur che sia una casa modernista.” Ma è un modernismo del tutto atipico. Poi, nel 1929, non sappiamo in quali circostanze, venne costruita l’attuale Piscina della Gioventù oppure della Federazione della Società Sportiva Romena, che ovviamente è diversa. D’altronde, in quelli anni c’erano parecchi progetti. Si trattava, in generale, di ville, quindi di abitazioni individuali, più lussuose, oppure di piccoli immobili. Il piccolo condominio con pochi appartamenti e piani fu una delle più usate modalità per modernizzare Bucarest. Era un tipo di edificio molto utilizzato nella Bucarest interbellica. Nel 1934 apparve un secondo edificio progettato da Iancu che non era un’abitazione, il sanatorio Popper, attualmente in rovina, ma estremamente moderno all’epoca, che aveva tutte le caratteristiche dei sanatori moderni che sono essi stessi un prodotto della società moderna.



Personalità effervescente, Marcel Iancu lavorò moltissimo nei 20 anni di attività a Bucarest, e la capitale, inizialmente reticente, venne sparsa sempre di più di edifici modernisti. Purtroppo, molti non erano creati con un vero impulso avanguardista e non rispettavano del tutto il “canone” modernista. Almeno era ciò che pensava Iancu: “Non ho mai creduto nel valore delle idee popolarizzate, che non possiedono più alcuna virulenza, diventano sterili. In questo mondo dell’arte nuova, dove i valori sono ancora non classificati, gli errori sono grossolani. Coloro che sfruttano oggi il materiale moderno hanno il dovere di percorrere l’intera catena dell’evoluzione, di conoscere l’intero pensiero dall’arte figurativa all’architettura che ha portato il nuovo orientamento in tutte le arti.” L’architetta Ana-Maria Zahariade ci racconta quello che è avvenuto dopo: La sua rivolta è giustificata. In che misura abbia contribuito alla sua tristezza, oltre la fatto che la situazione politica diventava sempre più pesante per gli architetti ebrei, non lo so. Però ecco una testimonianza di Iancu in merito all’antisemitismo dell’epoca che alla fine lo porterà a prendersi la famiglia e a emigrare altrove, verso altri orizzonti professionali, perché lavorerà anche nell’amministrazione. È molto strano. Non so se non abbia più trovato un posto come architetto modernista perché erano già venuti altri prima di lui. Fatto sta che ha lavorato nell’amministrazione e in più ho saputo che sia stato lui a salvare Jaffa dalla demolizione. Una vita paradossale.”



Marcel Iancu ha lasciato definitivamente la Romania nel 1941 per andare in Palestina. Dopo la fondazione dello stato di Israele, si è affermato come professore e animatore della vita culturale e nel 1967 è stato insignito del Premio di Stato Israeliano. Si è spento nel 1984, a Haifa.

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