Ion Ghica e la villa di Ghergani
Luogo ben noto nella storia culturale della Romania, la località di Ghergani ha catturato di recente lattenzione del pubblico, dopo la restituzione allerede della famiglia Ghica del podere che era stato nazionalizzato ai tempi del regime comunista.
Christine Leșcu, 03.10.2023, 20:57
A circa 40 km da Bucarest, a sud-ovest, sulla strada verso la vecchia capitale della Valacchia, Târgovişte, si trova la tenuta Ghica di Ghergani. Luogo ben noto nella storia culturale della Romania, la località di Ghergani ha catturato di recente l’attenzione del pubblico, dopo la restituzione all’erede della famiglia Ghica del podere che era stato nazionalizzato ai tempi del regime comunista. Qui visse e lavorò Ion Ghica, politico, diplomatico, studioso e scrittore, uno dei più importanti membri della generazione che ha realizzato la rivoluzione del 1848, generazione responsabile della modernizzazione dei Principati Romeni.
Nato nel 1816, Ion Ghica si spense nel 1897 proprio a Ghergani dove si trova la sua tomba accanto a quella di sua moglie, Alexandrina. La loro erede, Irina Ghica Bossy, sta ricostituendo adesso la storia della villa, che si intreccia con quella della famiglia: “La villa che vedete oggi risale al 1869 perché Ion Ghica l’ha ereditata da suo padre, l’alto dignitario Dumitrache Ghica, e ha voluto rifarla per non continuare la tradizione architettonica balcanica delle ville dei suoi antenati in Romania. Volle darle un aspetto occidentale, influenzato dall’architettura francese che lui intendeva diffondere in tutta la Romania. Lui fu uno dei principali modernizzatori della Romania, che volevano orientarla verso l’Occidente e non verso i Balcani e l’Impero Ottomano, e ancor meno verso la Russia. Quindi, voleva mettere in atto a casa sua questi principi. E per questo che non vediamo più la vecchia villa che c’era su questa tenuta nel XVII secolo. Quella era una villa eretta dalla famiglia Văcărescu e che nel secolo XVIII era stata data in eredità a un Ghica e da quel momento in poi, la tenuta di Ghergani è appartenuta ai Ghica. Le diverse generazioni cercarono di abbellirla, di ampliarla e di darle un aspetto quanto più curato e accogliente. Però fu Ion Ghica a rompere con questa tradizione e a far costruire questo piccolo palazzo occidentale, che ha un aspetto sorprendente in mezzo a un villaggio del sud della Valacchia.”
Chi ha stabilito l’aspetto occidentale della villa Ghica di Ghergani, ce lo racconta sempre Irina Ghica Bossy: “Ci furono due architetti perché all’inizio vi lavorò Dimitrie Berindei e, dopo la sua morte, il progetto fu continuato da un altro architetto, Gheorghe Mandrea. Entrambi erano architetti che avevano studiato nell’Occidente. Berindei aveva studiato a Parigi e Mandrea a Vienna, per cui hanno compreso Ion Ghica quando questo disse che avrebbe voluto un modello di architettura occidentale. Un’altra influenza occidentale fu l’aggiunta di una cappella a questa tenuta, poco distante dalla villa. Anche questa era una cosa tipica dell’Occidente che non esisteva in Romania, oppure non era esistita fino allora. E benché si sia ispirato alle tradizioni e agli stili occidentali, la cappella di Ghergani è una cappella puramente bizantina, nello stile delle chiese ortodosse, perché Ion Ghica non voleva che la sua fede di romeno ortodosso fosse messa in dubbio. Per questo la cappella è costruita in uno stile assolutamente ortodosso e neo-romeno. E’ una cappella privata in cui si teneva la messa la domenica e Pasqua. Allora venivano anche persone dal villaggio. Abbiamo anche foto della gente dell’intero villaggio che veniva qui in occasioni speciali. Oggi la cripta della cappella custodisce la tomba di Ion Ghica e di sua moglie, Alexandrina.”
Conosciuto come letterato soprattutto per il volume di corrispondenze Lettere a Vasile Alecsandri”, redatte e inviate da Londra, Ion Ghica ha lavorato però ad alcuni progetti accademici, pionieristici nella Romania di quell’epoca, in settori come la matematica, l’economia politica o la pedagogia, molte delle sue opere essendo scritte a Ghergani. Particolari da Irina Ghica Bossy: “Tutti i manoscritti di Ion Ghica si trovavano nella villa e mio padre li consegnò all’Accademia Romena pochi giorni prima della nazionalizzazione, perché non voleva che andassero persi o venissero bruciati. Comunque, tutta la sua attività politica e di autore di letteratura, di trattati economici e amministrativi si trova nella documentazione esistente in questa villa. Egli scrisse tutte le sue opere in un periodo molto lungo. Ha vissuto fino a 81 anni. All’inizio ha scritto forse nella casa dei genitori, ma le lettere a Vasile Alecsandri furono scritte in gran parte a Londra, quando era diplomatico alla corte della regina Vittoria. Ovviamente, alcune furono scritte anche a Ghergani. Su alcune ha anche precisato che sono state scritte a Ghergani, menzionando il giorno e l’anno. Ghergani fu il luogo in cui è stato il più felice. Scriveva a sua moglie, Alexandrina, che ovunque si trovasse in Europa, gli piaceva tornare a Ghergani. Voleva che Ghergani fosse un luogo in cui tutti fossero bene accolti. Ed è vero, varie personalità hanno visitato Ghergani. E sempre in una delle lettere di Ion Ghica alla moglie, si legge quanto fosse orgoglioso del fatto che gli invitati erano affascinati da Ghergani e che si congratulavano con lui per la bellezza del luogo, dell’edificio, del parco, perché anche il parco era stato abbellito da lui e si era ispirato ai parchi inglesi che aveva visto a Londra nei nove anni in cui vi era stato ambasciatore.”
La villa di Ghergani cominciò a deteriorarsi dopo il terremoto del 1940, quando il primo piano crollò e non fu riparato mai più. Successivamente, nel 1948 la casa e le terre vennero nazionalizzate e lo stato comunista vi creò prima una fattoria e poi un ospedale pediatrico. Fino al 1990 non furono fatte riparazioni, venne messo solo un tetto in lamiera e rimase così fino a quanto l’ospedale venne chiuso. Ulteriormente, gli eredi di Ion Ghica hanno recuperato la loro proprietà. La villa sta attraversando proprio adesso un processo di restauro. La parte restante della tenuta, la cappella compresa, attende però visitatori.