Il settimanale «L’Israelita romeno»
La storia degli ebrei nei Principati romeni nel XIX secolo è stata segnata dalla lotta per i diritti nazionali e civili.
Steliu Lambru, 18.10.2022, 08:18
La storia degli ebrei nei Principati romeni nel XIX secolo è stata segnata dalla lotta per i diritti nazionali e civili. Il nuovo stato romeno formato nel 1859 in seguito allunione della Moldavia con la Valacchia conferiva solo ai cristiani la cittadinanza romena e i relativi diritti. La Costituzione del 1866 lo formalizza nel modo più chiaro possibile, al famoso articolo 7: “La cittadinanza romena viene acquisita, mantenuta o persa secondo le norme stabilite dalle leggi civili. Solo gli stranieri di rito cristiano possono acquisire la cittadinanza”. Ma la legge prevedeva anche delle eccezioni: chi si metteva al servizio della Romania poteva essere premiato con la concessione della cittadinanza. Fu anche il caso di molti ebrei che hanno combattuto durante la guerra per lindipendenza della Romania del 1877-1878.
Ma i leader delle comunità ebraiche di Romania hanno portato forti argomenti a favore del conferimento della cittadinanza romena agli ebrei “della zona”, quelli nati in Romania. Uno dei più attivi fu il medico e uomo di cultura Iuliu Barasch. Nato nel 1815 a Brody, nellodierna Ucraina occidentale, allora parte dell’Impero Austriaco, e morto nel 1863, a Bucarest, alletà di 48 anni, Barasch nacque Yehuda ben Mordehai. Arrivò in Valacchia nel 1843, alletà di 28 anni, a Călărași, una città sul Danubio, a 120 chilometri a sud-est di Bucarest. Nel 1851 si trasferì nel capoluogo della Valacchia, dove lavorò come medico e gettò le basi di istituzioni sanitarie pubbliche come centri di quarantena, ospedali e infermerie. Conseguì il dottorato in medicina a Berlino nel 1841, fu insegnante di scuola superiore e insegnò nelle scuole superiori militari, in scuole di farmacia e agrarie. Fu attivamente coinvolto in tutti gli aspetti della vita della comunità ebraica, come qualsiasi intellettuale del suo tempo. Grande promotore della scienza, come rileva il suo lavoro, Barasch svolse un ruolo importante nella modernizzazione del mentale collettivo ebraico. I suoi scritti comprendono, oltre a testi scientifici, anche testi di medicina, storia, filosofia e igiene.
Naturalmente, per uno come lui, Barasch era molto attivo nella stampa della comunità ebraica, oltre che in quella impegnata nella diffusione della scienza. Per qualcuno con la vocazione della fondazione e della militanza, la comparsa della prima pubblicazione ebraica in lingua romena fu qualcosa di naturale. Iuliu Barasch e il francese Armand Lévy, insieme ad Aaron Ascher e Isaac Leib Weinberg, resero possibile la pubblicazione dell«Israelita romeno», di cui apparvero solo pochi numeri per mancanza di fondi.
La storica Lya Benjamin, specializzata nella storia degli ebrei, è autrice di uno studio sull«Israelita romeno» in cui ha studiato le idee di quei tempi: “Il giornale è estremamente interessante perché si rivolge sia agli ebrei che ai romeni. Allo stesso tempo, è una tribuna di lotta per lemancipazione degli ebrei. Gli ebrei di Romania non erano cittadini e il primo a iniziare la lotta per farli diventare cittadini fu proprio Iuliu Barasch. Tra l’altro, egli usò pure il giornale in quest’impresa. Barasch rivolse le prime richieste al principe della Valacchia, Barbu Știrbey, nel 1856, quando arrivò anche una delegazione straniera delle Grandi Potenze in vista dei preparativi per la conferenza di Parigi del 1858. Vi si doveva discutere della questione dellunione dei Principati. Alla presenza di quei delegati stranieri intervenuti per lemancipazione, Barasch voleva anche presentare la sua petizione al sovrano e agli stranieri. Quelle petizioni vennero pubblicate per la prima volta sull«Israelita Romeno».“
Notevole sia in Barasch che in tutti gli altri ebrei impegnati nella lotta per lemancipazione politica e civile degli ebrei era il fatto che erano perfettamente connessi con le idee che circolavano. La più forte è stata lidea dellunione dei Principati Romeni, il primo grande progetto romantico dello stato nazionale romeno. Gli ebrei della zona sostenevano pienamente lunione dei due principati e Barasch fu la punta di diamante dell’iniziativa. La mobilitazione avvenne sempre tramite un appello alla storia, cui si aggiunse anche il contributo degli ebrei.
“Gli argomenti erano vari. Ad esempio, cerano articoli sulla storia, sulla storia della Romania e sulla storia comune ebraico-romena, che mostravano, ad esempio, le prime attestazioni della presenza degli ebrei nello spazio romeno. Allo stesso tempo, venivano mostrati aspetti della storia della Romania di modo che gli ebrei potessero conoscere i momenti più importanti della storia della Romania. Ad esempio, cera una serie sul regno di Michele il Bravo. Oltre a questi, c’erano ovviamente articoli su ciò che gli ebrei rappresentavano, sulla tradizione ebraica, sulle specificità della religione mosaica di modo che il lettore romeno potesse conoscere la storia e la cultura ebraica. Allo stesso tempo, cerano articoli che esprimevano il desiderio degli ebrei romeni di unione dei Principati e il rispetto per i romeni. C’era anche il condizionamento da parte degli ebrei del rispetto da parte dei romeni, e la testimonianza della loro devozione nei confronti dei romeni e della Romania»“, ci ha raccontato Lia Benjamin.
La prima serie della pubblicazione «L’israelita romeno» apparve tra marzo e settembre 1857. Ma l’attività della pubblicazione non fu dimenticata. La seconda serie de «L’israelita romeno» fu pubblicata tra altri 11 anni. Nel 1868, periodo in cui la Romania aveva attraversato numerose e profonde trasformazioni istituzionali e sociali, il settimanale «L’israelita romeno» riapparve dopo la morte di Barasch, in un mondo cambiato.