Il poeta Tudor Arghezi (1880-1967)
Tudor Arghezi occupa un posto importante nella storia della letteratura romena del XX secolo.
Steliu Lambru, 17.01.2024, 13:15
Tudor Arghezi occupa un posto importante nella storia della letteratura romena del XX secolo. Il suo vero nome era Ion Nae Theodorescu. Arghezi ha toccato tutti i generi letterari, la poesia, la prosa breve, il romanzo, il teatro, la pubblicistica, ma le sue creazioni più valorose sono le poesie. È stato inoltre appassionato di pittura e disegno.
Arghezi nacque nel 1880 a Bucarest e si spense nel 1967, sempre a Bucarest, alletà di 87 anni. Debuttò nel 1896, essendo apprezzato e promosso dal poeta Alexandru Macedonski. Arghezi è stato molto vicino al simbolismo e alla secessione viennese, movimento culturale che si è manifestato anche nelle arti visive. Da giovane strinse amicizia con il poeta e pubblicista Gala Galaction e con lo scrittore Vasile Demetrius, di orientamento politico e culturale di sinistra. Scrisse pamphlet e difese i contadini repressi durante la sommossa del 1907 e si avvicinò a N. D. Cocea, scrittore e pubblicista incisivo, con convinzioni socialiste. Nello stesso periodo, scrisse anche critica dellarte ed entrò nei circoli di letterati con propensioni liberali quali Eugen Lovinescu e Ion Minulescu e nellentourage di alcuni collezionisti darte come Krikor Zambaccian e Alexandru Bogdan-Pitești. Durante la prima guerra mondiale, espresse alcune opinioni filo-tedesche nel giornale “Gazeta Bucureștilor / La Gazzetta di Bucarest, edito dalle autorità tedesche di occupazione tra il 1916 e il 1918. Alla fine della guerra, fu condannato a 5 anni di reclusione per collaborazionismo, però scontò solo un anno, essendo poi graziato dal re.
Dopo la guerra, svolse unintensa attività letteraria e pubblicistica. Nel 1928 coordinò come direttore il giornale letterario “Bilete de papagal / Biglietti di pappagallo, che aveva quattro pagine e le dimensioni di una brochure con una lunghezza di 32 centimetri e la larghezza di 12 centimetri. Su “Bilete de papagal, che apparve in quattro serie, dal 1928 al 1929, giugno-ottobre 1930, 1937-1938 e 1944-1945, si ritrovano nomi conosciuti della letteratura romena come i poeti Otilia Cazimir, George Topârceanu, Felix Aderca e Urmuz. Nel periodo interbellico scrisse anche letteratura per bambini. Negli anni della seconda guerra mondiale, nel 1943, in seguito alla pubblicazione di un pamphlet intitolato “Barone rivolto allambasciatore tedesco a Bucarest, venne arrestato per un anno.
Nella fonoteca della Radiodiffusione Romena esiste un documento sonoro in cui Tudor Arghezi legge la poesia “Fiori di muffa, pubblicata nel 1931, che accenna allanno passato in carcere: Fiori di muffa / Li ho scritti sullintonaco con lunghia / sul fondo duna nicchia vuota, / al buio, in solitudine, / con le forze non sorrette / né dal toro, né dal leone, né dallaquila/ che lavorarono intorno/ a Luca, a Marco e a Giovanni. / Sono versi senza data, / versi di fossa, / di sete dacqua e di fame di cenere, / i versi di ora. / Quando lunghia dangelo sè logorata / lho lasciata crescere e non è più cresciuta – / o non lho più riconosciuta. / Era buio. Fuori, la pioggia batteva lontana. / La mia mano dolorava come artiglio / impotente a ritrarsi. / E mi sono sforzato di scrivere con le unghie della mano sinistra. (traduzione in italiano di Marco Cugno: Tudor Arghezi, Accordi di Parole, Einaudi, 1972)
Dopo la guerra, la censura comunista vietò Arghezi nel periodo 1948-1952. Però, sotto linfluenza di Mihai Ralea, letterato che faceva parte dellalta nomenklatura comunista, venne riabilitato e approfittò pienamente della nuova posizione. Scrisse poesie apprezzate dal regime e persino lAccademia della Repubblica Popolare Romena organizzò lanniversario dei suoi 80 anni, nel 1960. Per loccasione, Arghezi tenne un discorso dominato da falsa modestia, sentimenti simulati e auto-vittimizzazione, non dimenticando di calunniare la Romania democratica di prima del 1945: “Anche se nellepoca socialista la mia penna gode di un apprezzamento troppo poco meritato, un recital a mio nome mi commuove. Mi è stato possibile vivere il grande contrasto tra due tempi, sia per la letteratura, che per la mia poco significante persona. Coserano prima uno scrittore, un compositore, un pittore o un artista drammatico? Secondo la famiglia dalla quale proveniva, era una vergogna, più piccola o più grande. È vero che ogni tanto veniva ammesso qualche lirico con il dono del madrigale e dellumorismo tra i trovatori invitati ai pranzi dei boiardi. Io personalmente, lungo il tempo, mi sono trovato nella situazione di avere contro la mia scrittura tutte le autorità culturali insieme: lUniversità, lAccademia, la poesia, la prosa, la stampa, la polizia, la censura, la gendarmeria e persino la collegialità immediata. Ero stato isolato, con la mia penna e i miei quaderni, su un blocco di ghiaccio grande quanto il Paese, bestemmiato, insultato. Senza sentirmi in colpa per niente, piegavo, forse, la lingua ereditata. Lunico diritto e lunico dovere concessi a uno scrittore erano di morire in ospedale su una stuoia oppure al manicomio. Oltre ad alcune strofe patriotiche, cantate allesercito e alle elementari scritte da Alecsandri, e oltre alle opere firmate da Carmen Sylva, respirando unatmosfera reale, tutto il resto, uomo compreso, era indifferente e quasi odioso.
La memoria di Tudor Arghezi può essere ritrovata oggi nel museo che reca il suo nome. La sua casa memoriale si trova sulla strada Mărțișor, nella parte meridionale di Bucarest, che è famosa grazie a lui.