Il pilota Tudor Greceanu
Combattente nella seconda guerra mondiale, il pilota Tudor Greceanu fu uno delle centinaia di migliaia di eroi romeni le cui vite presero un'altra svolta dopo la fine del conflitto.
Steliu Lambru, 25.08.2020, 16:45
Combattente nella seconda guerra mondiale, il pilota Tudor Greceanu fu uno delle centinaia di migliaia di eroi romeni le cui vite presero un’altra svolta dopo la fine del conflitto. Nato il 13 maggio 1917 in una famiglia di boiardi, Tudor Greceanu ha frequentato la scuola di aviazione militare, che ha completato nel 1939. La sua classe aveva solo 29 diplomati: piloti, meccanici ed equipaggio di volo. Diventando pilota, Tudor Greceanu aveva seguito la sua passione, ma anche una moda tra i giovani dell’epoca provenienti da famiglie benestanti. In Romania, l’aviazione aveva già una tradizione. Era già noto il nome dell’inventore Aurel Vlaicu, morto nel 1913 mentre tentava di attraversare i Carpazi a bordo del suo aereo Vlaicu 2. In precedenza, nel 1906, a Parigi, il tentativo – sebbene infruttuoso – di un altro pilota romeno, Traian Vuia, di volare su un aereo più pesante dell’aria, aveva fatto impressione. Infine, Henri Coandă, l’inventore dell’aereo a reazione, aveva anche esercitato un fascino sui giovani attratti dall’avventura.
A questi tre pionieri romeni, l’aviazione militare ha aggiunto anche molti assi del cielo: Constantin Bâzu Cantacuzino, Alexandru Șerbănescu, Gheorghe Popescu-Ciocănel, Horia Agarici e molti altri. Il 1 settembre 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale e la generazione di Tudor Greceanu era consapevole del fatto che le veniva chiesto di sacrificarsi in difesa degli interessi nazionali. Questi giovani, quindi, aspettavano di essere mandati sul fronte. Nell’estate del 1940, la Germania nazista occupò la Francia, l’Inghilterra fu assediata dall’aeronautica tedesca e la Romania vide portate via la Bessarabia, la Bucovina settentrionale, la Transilvania settentrionale e il Quadrilatero. Tutto ciò veniva a confermare il crollo del sistema dei Trattati di pace di Versailles firmati alla fine della prima guerra mondiale.
Il giovane pilota Tudor Greceanu, appena 23enne, voleva lasciare l’esercito, ma le sue dimissioni vennero rifiutate. All’inizio della guerra, era pilota di caccia nella Flottiglia da combattimento di Bucarest. Era titolare di sei licenze di pilota: pilota di guerra, conseguito alla scuola militare, pilota da caccia, istruttore di volo, pilota bimotore, a cui si aggiungevano i brevetti di voli acrobatici, notturni e alla cieca. Ha anche ottenuto licenze di pilota tedesco, italiano e americano. La partenza sul fronte nell’Unione Sovietica fu per Tudor Greceanu il battesimo del fuoco. Per l’aviazione romena, il prezzo della conquista di Odessa nel 1941 fu salatissimo.
In un’intervista rilasciata nel 1993 al Centro di storia orale di Radio Romania, il pilota Tudor Greceanu ricordava: Al solito, uno squadrone cacciatori contava 15 aerei. Tuttavia, questi 15 aerei non erano sempre in condizioni di volo. Generalmente, per le missioni quotidiane, ci affidavamo a 12 aerei. Gli altri andavano in revisione o eventuali riparazioni o rimanevano a terra a causa di piccoli guasti tecnici. Tuttavia, a un certo punto, dopo la caduta di Odessa, dei 45 aerei che dovevano essere inclusi nei 3 squadroni, ne rimasero solo 3, perchè nessuno li stava sostituendo. Lo stato romeno aveva inizialmente acquistato dalla Germania 3 squadroni di caccia Messerschmitt 109. Gli aerei arrivarono, furono assemblati e messi in condizioni di volo. Fu con questi aerei che siamo andati al fronte. Gli aerei abbattuti, danneggiati o revisionati vennero rimossi. Sapete quanto dovette pagare la Romania per un unico aereo? 62 milioni di lei: un prezzo enorme. Ciò corrispondeva al valore di 62 edifici a dieci piani. Dopo la caduta di Odessa, il mio gruppo tornò a casa con 3 aerei dei 45 che avevamo avuto all’inizio, raccontava il pilota.
Durante la guerra, il tenente Tudor Greceanu accumulò 6.000 ore di volo, durante più di mille missioni di combattimento, e si aggiudicò 42 vittorie aeree, il che significa che aveva abbattuto 42 aerei nemici. Fu insignito di parecchi riconoscimenti, tra cui quello di Cavaliere dell’Ordine Mihai Viteazul. Eppure la fine della guerra non fu per lui la fine del tormento.
Tornato in Romania nel 1945, Greceanu apprese che la sua fidanzata, di origine tedesca, si era suicidata per non essere deportata in URSS, mentre suo fratello era prigioniero nei gulag sovietici. Poco dopo, lui stesso fu arrestato dal regime comunista e imprigionato ad Aiud, mentre i suoi genitori erano agli arresti domiciliari dove sarebbero morti di malattia e povertà. In prigione, fu torturato, tenuto con i piedi nell’acqua fredda, il che gli rovinò le articolazioni. Sopravvisse al carcere e fu liberato nel 1964. Amputati entrambi i piedi, visse fino all’età di 77 anni. Morì nel 1994, in un modesto monolocale, in un quartiere operaio di Bucarest.