Il Palazzo Universul di Bucarest
Fondato dall'italiano Luigi Cazzavillan e diventato, nel tempo, un riferimento della stampa romena fino alla sua soppressione da parte del regime comunista nei primi anni '50, il quotidiano Universul pubblicava il suo primo numero il 20 agosto 1884.
Christine Leșcu, 15.07.2022, 09:45
Fondato dall’italiano Luigi Cazzavillan e diventato, nel tempo, un riferimento della stampa romena fino alla sua soppressione da parte del regime comunista nei primi anni ’50, il quotidiano Universul pubblicava il suo primo numero il 20 agosto 1884. La redazione, i cui uffici si trovavano all’interno dell’edificio chiamato anche Palatul Universul/ Palazzo Universul, nel centro di Bucarest, moltiplicò i supplementi, arrivando a creare un vero e proprio impero della stampa. Luigi Cazzavillan, ex volontario garibaldino stabilito nella capitale romena, dove insegnava italiano, essendo anche rappresentante del produttore di biciclette Bianchi, è oggi omaggiato per i suoi contributi essenziali allo sviluppo della stampa popolare romena attraverso pubblicazioni che hanno reso accessibili a tutti informazioni di tipo culturale e scientifico. Purtroppo, Cazzavillan morì a soli 52 anni, all’inizio dell’anno 1904.
Durante la prima guerra mondiale, il quotidiano Universul cessò le pubblicazioni, per essere successivamente preso in carico da altri proprietari, tra cui il giornalista e politico di centrodestra Stelian Popescu era il più noto. Popescu fu a capo della redazione fino al 1943, quindi per quasi l’intero periodo compreso tra le due guerre e lasciando il segno, in particolare con le sue scelte politiche, nel lavoro dei giornalisti. Pur avendo abbandonato la sua neutralità politica, Universul continuò ad essere il quotidiano più venduto, riuscendo persino a sopravvivere sotto il regime comunista fino al 1953. Anche il Palazzo Universul, sede della redazione tra le due guerre, risale sempre all’epoca in cui Stelian Popescu dirigeva il giornale. Progettato dal grande architetto romeno Paul Smărăndescu, questo imponente edificio abbina due stili: neo-romeno, caratteristico dell’architettura dopo la Grande Unione del 1918, e modernista. Oana Marinache, storico dell’arte, ci presenta Paul Smărăndescu, un prolifico architetto nato il 26 giugno 1881, che aveva profonde radici in una delle zone storiche di Bucarest, rimasta pressoché immutata fino ad oggi.
Nacque in una famiglia benestante, nel sobborgo di Mântuleasa. Attraverso entrambi i genitori, discendeva dalla grande famiglia di mercanti Solacolu, originaria del sud del Danubio, all’epoca nell’Impero Ottomano. Il giovane Paul Smărăndescu e le sue sorelle nacquero, quindi, in una famiglia della nascente borghesia. Alla fine del 19° secolo fu allievo della scuola maschile di Mântuleasa, vicino alla casa di famiglia. Ha proseguito gli studi generali presso il liceo Matei Basarab e, dopo la maturità, ha superato l’esame di ammissione alla Facoltà di Architettura già creata a Bucarest. In seguito, anche grazie al sostegno della sua famiglia, Paul Smărăndescu si recò a Parigi per visitare l’Esposizione Universale del 1900, dove incontrò l’élite dell’architettura mondiale. Quel momento segnò un cambio di rotta, poiché decide di seguire i corsi presso la Facoltà di Architettura della capitale francese. Si laureò nel 1906 e nel 1907 già lavorava a Bucarest, spiega Oana Marinache.
Tornato in Romania, Paul Smărăndescu divenne gradualmente un rappresentante dello stile neo-romeno, al quale aggiunse elementi modernisti. La sua attività segue due direzioni, due percorsi professionali. Il primo è per conto suo, attraverso il proprio studio di architetto. Allo stesso tempo, ricoprì un incarico nella pubblica amministrazione. Durante i primi anni, fu capo architetto presso il Ministero degli Affari Religiosi e della Pubblica Istruzione, poi entrò nel servizio tecnico del Ministero dell’Interno, da dove si ritirò in pensione attorno alla seconda guerra mondiale. Verso la fine della sua carriera, Paul Smărăndescu iniziò a lavorare al progetto per il Palazzo del Ministero dell’Interno, edificio che in seguito divenne l’ex sede del Comitato Centrale del partito comunista romeno e del Senato della Romania post-comunista, aggiunge Oana Marinache.
Poiché era il suo ultimo anno attivo prima di andare in pensione e siccome stavano emergendo cambiamenti politici alla fine del regno di Carol II, questo famoso edificio di Bucarest fu realizzato da un altro architetto, suo collega del ministero, Emil Nădejde. Ebbe una grande capacità di attraversare tutti gli stili, dall’eclettico francese al neo-romeno, di cui diventa rappresentante di marchio. Negli anni ’30 si adegua alle richieste ricevute e ai tempi. In altre parole, crea edifici modernisti, con una decorazione semplificata, secondo la moda del tempo. È il caso, ad esempio, degli edifici modernisti, a più piani, che costeggiano il Viale Magheru.
Inaugurato nel 1930, il Palazzo Universul ha a sua volta sette piani. Eretto non lontano dall’Università di Bucarest e da Calea Victoriei, vicino alle sedi di altre importanti pubblicazioni dell’epoca, l’edificio ospitò, oltre alla redazione del giornale, la tipografia, gli uffici direttivi e finanziari. Nazionalizzato nel 1948, l’edificio non cambiò destinazione e continuò ad ospitare redazioni stampa. Tra il 2015 e il 2016 ha subito importanti lavori di restauro, che hanno preservato complessivamente la forma immaginata da Paul Smărăndescu.