Il Museo Zambaccian di Bucarest
Nel nord di Bucarest, in un'area residenziale nata nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, si trova un interessantissimo museo d'arte.
Christine Leșcu, 21.01.2021, 14:35
Nel nord di Bucarest, in un’area residenziale nata nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, si trova un interessantissimo museo d’arte. Ospitato da un edificio appositamente concepito per accogliere una collezione d’arte, il Museo Krikor H. Zambaccian è la creazione di un mercante con una personalità del tutto particolare, amante dell’arte e mecenate. Nato nel 1889 a Costanza in una famiglia di origini armene, Krikor Zambaccian portò avanti la tradizione mercantile nella città natia e successivamente a Bucarest, dove si trasferì nel 1923. La sua passione è stata sempre indirizzata verso l’arte, spiega la museografa Ilinca Damian del Museo delle Collezioni d’Arte.
Il trasferimento a Bucarest portò anche l’affare di famiglia nella capitale. Lui si occupò per tutta la vita di una stamperia tessile e del commercio di tessuti, in generale. Inoltre, la sua grande passione fu quella di collezionare oggetti d’arte, soprattutto arte visiva romena, ma anche francese. Scoprì questo suo amore per l’arte durante gli studi a Parigi dove, tra i corsi di contabilità ed economia, trovò anche il tempo di visitare gallerie e musei, e di partecipare a conferenze e dibattiti, diventando un autodidatta in materia di arte. Legò amicizie con artisti francesi, come Henri Matisse, e romeni della sua generazione al rientro in Patria. Pian piano cominciò a dar vita alla sua collezione, spiega Ilinca Damian.
Tale fatto avvenne con il suo trasferimento a Bucarest nel 1923, dato che i reperti acquistati in un primo tentativo di formare una collezione, andarono persi durante la prima Guerra mondiale. I primi lavori d’arte collezionati a Bucarest appartenevano agli artisti con cui Zambaccian aveva fatto amicizia, aggiunge Ilinca Damian.
Fu per tutta la vita in strettissima amicizia con il pittore Gheorghe Petrașcu. Acquistava periodicamente lavori creati da questo grande maestro che visitava ogni domenica. Ma in ugual misura fu molto amico di Theodor Pallady, che visitava Zambaccian nel suo ufficio. Per un tempo, fu anche amico di Nicolae Tonitza e Francisc Șirato. In realtà, aveva legato amicizie con quasi tutti gli artisti dell’epoca, che sostenne alla meglio per tutta la sua vita. Quindi, oltre all’essere collezionista, fu anche un mecenate degli artisti visivi. Come tutti i collezionisti del suo tempo, Zambaccian seppe includere nella sua collana anche lavori dei padri dell’arte moderna romena: Nicolae Grigorescu, Ion Andreescu, Ștefan Luchian e Theodor Aman. La selezione dei dipinti di Luchian da lui acquistati venne apprezzata sin dall’inizio. Lo stesso Zambaccian confessava di aver dedicato a Ștefan Luchian un vero altare nella sua collezione. Inoltre, era anche molto generoso quando si trattava del prezzo d’acquisto dei quadri, sia direttamente dagli artisti sia da altri collezionisti. Riteneva che un lavoro di qualità si meritasse un prezzo giusto, cosicchè preferiva sempre offrire di piu’ piuttosto che negoziare, spiega ancora Ilinca Damian.
L’ampliamento della collezione lungo gli anni richiedeva anche uno spazio adeguato, per cui, nei primi anni 1940, Krikor Zambaccian eresse una casa concepita sia come museo che come abitazione. Si tratta dell’attuale sede del Museo.
Nel 1942, i lavori erano già ultimati e la casa era aperta alle visite una volta alla settimana. Pur avendola ideata come museo, fu anche l’abitazione di Zambaccian fino al 1962, quando è venuto a mancare. L’edificio venne progettato in stile modernista. Praticamente, si contraddistinguono elementi sia tipici dello stile neoromeno che di quello minimalista, persino con influenze moresche. Quindi, la casa venne costruita in stile piuttosto eclettico, ma chiaramente concepita in una maniera modernista. Zambaccian pensava di aprire un museo sin dagli anni 1932-1933. Ne aveva discusso con il Comune di Bucarest, senza raggiungere un accordo sullo spazio espositivo. Il piano iniziale prevedeva la donazione della collezione d’arte custodita all’epoca dalla propria abitazione, non proprio adeguata all’esposizione al pubblico. I negoziati con il Comune non ebbero alcun esito. Ma Zambaccian voleva assolutamente un museo aperto al pubblico, per cui, negli anni 1940, costruì la propria casa destinata ad ospitarlo. Nel 1947, donò allo stato la collezione d’arte romena. Una donazione avvenuta a tre tappe: quella del 1947, poi nel 1957 e, infine, nel 1962, quando il collezionista è venuto a mancare. Attualmente conta 300 lavori di pittura e scultura romena ed europea, conclude Ilinca Damian.
Purtroppo, durante il regime comunista, la collezione fu trasferita in un museo che custodiva anche altri reperti d’arte, mentre la casa di Zambaccian fu adibita a funzioni diverse da quelle da lui volute. Nei primi anni 2000, dopo ampi lavori di restauro, la collezione è tornata nell’edificio che le era stato dedicato. Oggi, sia la casa Zambaccian che la collezione sono aperte alle visite del pubblico, proprio come auspicato dal loro creatore e già proprietario.