Il Museo Theodor Aman
Dietro la Biblioteca Centrale Universitaria di Bucarest, già Fondazione Carlo I, ubicata, a sua volta, di fronte allex Palazzo Reale, si trova il Museo Theodor Aman.
Christine Leșcu, 19.11.2013, 12:56
Dietro la Biblioteca Centrale Universitaria di Bucarest, già Fondazione Carlo I, ubicata, a sua volta, di fronte all’ex Palazzo Reale, si trova il Museo Theodor Aman.Collocato proprio nella casa costruita dal famoso pittore e scultore tra il 1868 e il 1869, il museo non si trova, forse, a caso in queste vicinanze. Re Carlo I e la generazione di intellettuali della seconda metà dell’Ottocento, Theodor Aman compreso, si erano proposti di costruire la Romania moderna.
Nato nel 1831, a Campulung Muscel, Aman viene considerato il fondatore dell’insegnamento artistico nella Valacchia (l’odierno sud della Romania) e del movimento artistico ufficiale del Paese. Insieme a Gheorghe Tattarescu, Aman fondò la Scuola Nazionale delle Belle Arti. La sua biografia ci viene presenta dal museografo Marian Constantin.
“Aman nacque da genitori macedoromeni e greci. La madre era greca. Lungo il tempo, la sua diventò una famiglia della piccola aristocrazia. Il padre di Theodor Aman si arricchì notevolmente dal commercio nella regione dell’Oltenia, cosicchè lui e il fratello ebbero una solida educazione. Theodor studiò l’arte non solo in Valacchia, ma anche in Francia, dove ha fatto un tirocinio abbastanza lungo in educazione artistica e dove ebbe come maestri alcuni artisti neoclassici importanti di Parigi, alunni, a loro volta, di Jacques-Louis David. Tornò con un ricchissimo bagaglio di conoscenze, fu un discepolo dell’accademismo e portò l’idea di fondare in Valacchia e Moldavia importanti istituzioni artistiche, proprio per contribuire alla rigenerazione del Paese, come si diceva allora, cioè alla sua modernizzazione, attraverso l’arte”, spiega Marian Constantin.
Una delle istituzioni cui sognava Aman era un’accademia di belle arti che all’inizio ha voluto ospitare a casa sua. Perciò, la casa, conservata a tutt’oggi proprio come fu concepita dal proprietario, venne costruita non solo per essere abitata, ma anche per ospitare l’atelier del pittore e la scuola.
“Le cose sono rallentate ad un certo punto. Nel 1864, veniva fondata la Scuola Nazionale delle Belle Arti e solo nel 1868 iniziò la costruzione della casa su un terreno di proprietà della moglie, Ana Aman. Anche se, alla fine, la scuola non è stata più ospitata da questa casa, l’edificio ha mantenuto un’importante funzione educativa, che si riflette in quasi tutte le stanze. Per l’esterno ha scelto lo stile neoclassico sotto la forma dello stile neopompeiano e dove ha collocato delle effigie raffiguranti il mondo antico e la relazione tra la mitologia antica e l’arte, ma anche effigie dei grandi artisti del Rinascimento, come Michelangelo e Leonardo Da Vinci. L’idea era di far notare che questa casa offriva un esempio di rinascita della nazione, di civiltà attraverso l’arte. Il messaggio viene continuato anche all’interno, dove, di nuovo, ritroveremo, sia negli esempi di pittura murale, sia in quella di cavalletto, numerosi esempi in tal senso. Nel corridoio centrale, ha collocato effigie e allegorie delle arti principali, che possedeva anche lui: la scultura, la pittura, la musica e la poesia. E’ noto che Aman era anche musicista. Suonava un violoncello conservato nel museo. Credeva, sinceramente, che tutte queste arti contribuiscono alla civilità della nazione. E le ha messe nella propria casa per essere ammirate dai suoi ospiti, collocandole nelle vicinanze di scene storiche. Due tappe della battaglia di Calugareni contro i turchi, condotta dal principe Michele il Bravo, sono dipinte sulle mura del corridoio, come esempio di coraggio dei romeni e resistenza davanti ai nemici. Era un esempio di come ci possiamo riprendere come nazione”, aggiunge il museografo.
Le pitture murali e tutto quanto c’è in casa, i mobili compresi, sono opere di Theodor Aman. Lungo il tempo, la casa di Aman è diventata non solo un centro artistico, ma anche un famoso salone di incontro per gli intellettuali. “Le serate ospitate dalla casa di Aman sono descritte da testimoni dell’epoca, come, per esempio, l’allora ministro dell’Istruzione, Cezar Bolliac, un suo caro amico. Certamente, il suo atelier era anche un grande negozio per le proprie opere”, conclude il museografo Marian Constantin.
Dopo la morte dell’artista, avvenuta nel 1891, la sua vedova, Ana Aman, donò la casa allo Stato per trasformarla in museo. Era la prima abitazione di un’artista che diventava museo nell’allora Regno di Romania. Ed è rimasta così fino ai nostri giorni. Nel 2013, è stata riaperta al pubblico dopo ampi lavori di restauro.