Il Museo delle Collezioni d’Arte di Bucarest
Sito nel centro di Bucarest, il Museo delle Collezioni dArte è custodito da uno dei più vecchi palazzi della capitale.
Christine Leșcu, 13.11.2013, 15:09
Sito nel centro di Bucarest, il Museo delle Collezioni d’Arte è custodito da uno dei più vecchi palazzi della capitale. La sua responsabile, Dana Dragomir, ci racconta la storia dell’edificio. Il Museo delle Collezioni ha sede nel Palazzo Romanit, la cui costruzione cominciò nel 1822 e durò 3-4 anni. Era un palazzo abbastanza sontuoso all’inizio, pur avendo solo il corpo centrale di oggi. Apparteneva a Grigore Romanit, un ricchissimo aristocratico greco, il quale, impoverendo col tempo, cominciò ad affittare il palazzo per i balli dell’epoca. Ciò avvenne fino al 1850. Dopo di che il palazzo cambiò spesso i proprietari, incapaci di mantenerlo per mancanza di soldi. Così, nel 1884, diventò proprietà del Ministero delle Finanze, di cui ne fu sede. In quel periodo vennero costruite le due ali laterali, che conferirono al palazzo il suo aspetto di oggi”, spiega Dana Dragomir.
Ma il tempo passò e l’edificio ebbe anche altre destinazioni. Ad agosto del 1978 diventò Museo delle Collezioni d’Arte, parte del Museo Nazionale d’Arte. All’inizio custodiva solo 13, donate allo stato da collezionisti privati appassionati d’arte. C’erano mobili, cristalli, ceramica e oggetti di avorio. Ma anche molti tessuti, dipinti, disegni, sculture, come ci spiega Dana Dragomir.
Tra le prime collezioni c’era quella del medico Iosif Dona, il primo balneologo romeno, vissuto alla fine dell’Ottocento. Poi, la collezione del professore di violino Avachian, raccolta assieme ai suoi cugini, Beatrice e Hrandt Avachian. Il fascino di queste collezioni consiste nel fatto che formano un insieme unitario che rispecchia il gusto del collezionista. Ad esempio quella di Zambaccian, una delle collezioni con cui si aprì il museo, è famosa per i suoi dipinti romeni, ma anche per quelli di alcuni impressionisti francesi. Poi c’è la collezione memoriale Iosif Iser, un famoso pittore interbellico, che lasciò una collezione dei suoi dipinti di studio, ma anche di oggetti di uso personale che sono oggetti d’arte: cristalli di Boemia, porcellane, ceramiche, tappeti. Insieme creano la cornice che ci aiuta a conoscere l’atmosfera in cui visse e creò l’artista. E’ questo d’altronde uno dei criteri che cerchiamo di rispettare: rifare nel museo l’ambiente in cui visse il collezionista”, aggiunge Dana Dragomir.
Nel 1986, per il Museo delle Collezioni d’Arte cominciò un lungo periodo di restauro. Una delle ali fu completamente chiusa e restaurata appena nel 2003, per essere nuovamente chiusa nel 2009, assieme al resto del museo, fino a quest’anno. Riaperto dall’estate del 2013, il Museo gode di una sede ammodernata, con molte possibilità di esporre e depositare in modo adeguato il suo patrimonio, che si arricchisce costantemente. Rispetto alle 13 collezioni del 1978, il Museo ne custodisce oggi 44.