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Il Museo d’Arte di Timisoara

Dopo 164 anni di sovranità ottomana sul Banato, che si stese dal 1552 al 1716, Timisoara fu inclusa nei territori appartenenti all'Impero degli Asburgo nel 1718, anche se era stata conquistata dalle truppe austriache due anni prima.

Il Museo d’Arte di Timisoara
Il Museo d’Arte di Timisoara

, 27.11.2018, 13:37

Dopo 164 anni di sovranità ottomana sul Banato, che si stese dal 1552 al 1716, Timisoara fu inclusa nei territori appartenenti all’Impero degli Asburgo nel 1718, anche se era stata conquistata dalle truppe austriache due anni prima. Per questa regione dell’odierna Romania occidentale, cominciava la ricostruzione sotto il regno della Casa d’Asburgo. Fu l’Imperatore Carlo VI a firmare il decreto che istituiva l’Amministrazione del Banato, e Timisoara diventò la capitale della nuova provincia imperiale, il che portò ad un ampio programma di cambiamenti urbanistici degni del nuovo statuto della città. Uno dei risultati fu la costruzione del Palazzo Barocco a Piazza dell’Unità, collocato oggi al centro città, che custodisce il Museo d’Arte di Timisoara.

Il direttore del Museo, Victor Neumann, passa in rassegna la storia dell’edificio. Fu costruito tra il 1733 e il 1752. Diventò la residenza del governatore e, successivamente, del presidente del Comitato di Timis. Praticamente, all’epoca, era la sede dell’Amministrazione del Banato, alloggiando anche i funzionari. L’amministrazione austriaca del Banato si stese dal 1718 al 1779. Il palazzo fu costruito da ingegneri austriaci e costruttori giunti da Vienna. D’altronde, l’intera zona circostante fu ricostruita dopo la demolizione della vecchia cittadella turca. Timisoara fu una delle poche città europee demolite quasi integralmente, per essere ricostruite nel Settecento, spiega Victor Neumann.

Lungo quel secolo, l’aspetto di Timisoara – e non solo – cambiò secondo i principi urbanistici e architettonici del tardo barocco, tipico per l’Europa centrale. Progettato da architetti sconosciuti, il Palazzo Barocco fu sede dell’amministrazione del Banato fino al 1778 e, dopo la riannessione all’Ungheria, nel mese di giugno dello stesso anno, ospitò la Prefettura fino al 1848. In seguito alla soppressione della Rivoluzione ungherese, nel 1849, diventò sede del governo del Banato di Timis e della Voivodina Serba.

L’edificio aveva pianoterra e due piani, due cortili, scuderie e depositi. Il pianoterra fu adibito all’amministrazione della cancelleria del Banato e all’ufficio del cassiere militare. Nell’Ottocento e nella prima parte del Novecento, svolse sempre funzioni amministrative. Fu sede della Prefettura dopo la fine della Grande Guerra, quando la regione e la città di Timisoara entrarono a far parte della Romania nel 1918. Dopo la seconda Guerra Mondiale, nel periodo comunista, fu sede dell’Università di Agronomia e Medicina Veterinaria e dal 1990 diventò un edificio connesso al Museo d’Arte che, praticamente, funziona qui dal 2006, aggiunge il suo direttore.

Alla fine dell’Ottocento, il Palazzo Barocco subì delle modifiche che lo portarono all’aspetto dei nostri giorni. Una revisione tributaria al gusto del tempo, nel senso che qualsiasi intervento su un edificio andava attuato tramite il rinnovamento e un altro stile rappresentativo per l’architettura contemporanea. Di conseguenza, è stato proposto un restauro attraverso la cosiddetta purificazione stilistica, eseguita negli anni 1885-86 da Jakob-Jacques Klein, architetto e costruttore originario dell’odierna citta ucraina di Cernivci.

Ovviamente, non si trattava delle ultime modifiche apportate all’edificio. Attualmente, stanno per essere ultimati altri lavori di restauro, volti a ridare al Palazzo lo splendore di una volta e a meglio valorizzare le collezioni di arte romena ed europea moderna, delle icone del Banato, e la mostra permanente che riunisce dipinti del maestro Corneliu Baba.

La locandina della mostra (Foto: MNIR)
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