Il monastero Sant’Anna di Rohia
Il Maramures, nel nord della Romania, è una regione che conserva tradizioni arcaiche e un paessaggio da fiaba.
Daniel Onea, 05.05.2016, 18:27
Conosciuta come una regione che conserva le tradizioni arcaiche e un paessaggio naturale da fiaba, la zona del Maramures (nord) può rappresentare anche il posto ideale di riflessione per monaci ed eremiti.
Dello stesso parere sono stati anche i fondatori del Monastero di SantAnna di Rohia, quando nel 1923, hanno iniziato la costruzione di questo luogo di culto, benedetta tre anni dopo. Sito tra le montagne, nella Valle del Lapus della località Rohia, il monastero è diventato noto, sin dalla fine degli anni 1980, come spazio di isolamento del padre Nicolae Steinhardt. Detenuto delle prigioni comuniste, Steinhardt è lautore del “Diario della felicità”, libro simbolo della sopravvivenza spirituale nelluniverso concentrazionario che esisteva prima del 1990. Dopo essere diventato monaco, la scelta del monastero di Rohia è stata ideale per un intelettuale innamorato della natura e della semplicità.
Il padre Macarie Motogna del monastero di SantAnna ci parla del fascino del posto.
“Il monastero di SantAnna di Rohia è situato in un posto veramente particolare, il cima ad una collina di 550 metri altitudine, in mezzo ad una foresta di querce e faggi. Chi arriva a Rohia può visitare anche la nuova chiesa del complesso, molto bella tra laltro. È un momento di archittetura con un campanile molto alto, una veranda in stile brancovano con elementi gotici e il tetto in stile moldavo. Al piano interrato si trova licona della Madonna miracolosa. Inoltre, si può visitare anche la biblioteca del monastero, inizialmente strutturata dal padre Steihnhardt, che conta 40.000 volumi con varie tematiche: teologia, storia, arte, medicina, filosofia, letteratura. Unaltra attrattiva è la cappella dove si trova uniconostasi eccezionale, unica in Romania, poichè a parte i volti e le scene religiose, vi sono anche volti di intelettuali”.
Il monastero di SantAnna ha offerto al padre Steinhardt la possibilità di continuare le sue passioni letterarie. Qui riceveva anche giovani appassionati di discussioni intelettuali, ma che avevano anche bisogno di essere guidati sulla strada delle fede.
“Unattrattiva turistica e culturale è la cella-memoriale del padre Steinhardt. Si sa che Nicolae Steinhardt era ebreo di Bucarest, condannato durante il communismo. In prigione si è convertito al cristianesimo, passando dal giudaismo allortodossia, e presso il Monastero di Rohia ha passato gli ultimi nove anni della vita, dal 1980 al 1989”.
Tra i suoi libri, il più conosciuto è “Il Diario della Felicità”, tradotto in varie lingue straniere. In più, il museo del monastero custodisce incone su vetro e in legno dei secoli XVII-XVIII, libri di culto in romeno, ma anche in alfabeto cirillico e in lingua slava ecclesiastica. Si tratta di opere di patrimonio del 1643 e del 1652.”
Latmosfera del Monastero di Rohia, con la sua biblioteca e i suoi dintorni, era molto adatta alla visione di Nicolae Steinhardt sulla fede. Il professore universitario Virgil Ciomos visitava il padre Steinhardt a Rohia.
“Mi ha colpito la sua convinzione riguardo la realtà della presenza di Cristo. Era una persona che a parte il fatto di aver vissuto questesperienza spirituale, riusciva a trasmettere ai suoi interlocutori la stessa certezza. Aveva un candore particolare che nasceva dalla sua bontà e generosità. Era, generalmente, più giovane rispetto alla maggior parte delle persone che incontrava. Inanzittutto era molto vivace; parlava con una vitalità straordinaria. Non era il tipo di persona che voleva fare spettacolo, però anche i suoi momenti di silenzio o sorrisi lo rendevano un personaggio particolare.”
Per conoscere meglio latmosfera attorno e dentro il monastero di Rohia, i visitatori possono alloggiare proprio nelle sue celle. (traduzione di Razvan Galos)