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Il Mese di Bucarest

Il Festival Il Mese di Bucarest fu un'iniziativa di Re Carlo II di Romania, sovrano ritenuto da molti come uno dei fondatori della capitale novecentesca.

Il Mese di Bucarest
Il Mese di Bucarest

, 13.10.2021, 12:37

Il Festival Il Mese di Bucarest fu un’iniziativa di Re Carlo II di Romania, sovrano ritenuto da molti come uno dei fondatori della capitale novecentesca. Un’impresa volta a portare all’attenzione una città che si proponeva di svilupparsi di pari passo con le nuove tendenze del tempo e con le aspettative della popolazione. Nei precedenti 100 anni, a partire dal 1830, Bucarest si era trasformata in maniera spettacolare da una città orientale in una europea. La sua concezione utilitaria ed estetica attraversò le fasi più radicali ai tempi di Re Carlo I (1866-1914), con il maggior numero di costruzioni. La mostra giubiliare del 1906 collocava Bucarest e la Romania sulla mappa internazionale delle grandi metropoli del mondo.

Ovviamente, fu Carlo II stesso a inaugurare Il Mese di Bucarest, come lo testimoniano anche le fotografie dell’epoca. Insieme allo storico Anita Sterea della Fondazione Calea Victoriei, Radio Romania Internazionale passa in rassegna alcuni riferimenti della manifestazione. Il Mese di Bucarest iniziò nell’estate del 1935 e durò un mese preciso. Successivamente, cominciava il 9 maggio per concludersi il 9 giugno. La prima edizione fu organizzata nel Parco Carol, fondato in occasione del Giubileo Reale del 1906, che segnava il 40/o anniversario dell’arrivo di Carlo I nel Paese. Sull’infrastruttura già realizzata per il giubileo, Carlo II organizzò la prima edizione del festival. Ad esempio, alcuni concorsi, come quello delle fanfare o dei gruppi musicali folcloristici, vennero ospitati dalle Arene Romane, costruite nel 1906, spiega Anita Sterea.

Idea del sovrano, Il Mese di Bucarest fu accolto con entusiasmo da tutte le autorità locali. Anita Sterea considera che il festival, oltre a promuovere la città, era anche volto ad attirare investimenti e a rendere più bella la capitale. Cosa intendeva fare Carlo II con questo festival? Promuovere Bucarest come destinazione turistica. Ma era anche un’opportunità per le imprese, soprattutto industriali, di far vedere il potenziale e promuoversi, in un certo qual modo. Vi partecipavano anche ospiti dall’estero. In una prima tappa, alcune ambasciate avevano i propri padiglioni, dopo di che si aggiunsero anche aziende straniere. Nel 1935 il festival si svolse nel Parco Carol, e dal 1936 si trasferì nel Parco Herăstrău, dove esistevano alcune zone che vediamo anche oggi. Ad esempio, il Padiglione Reale era collocato nell’area delle cariatidi. Nel 1936, nell’ambito del festival, fu inaugurato anche il Museo del Villaggio. D’altronde, tanti monumenti pubblici vennero inaugurati durante questo festival, ad esempio le fontane Miorița e Zodiac, o le statue di Spiru Haret e degli Aviatori, aggiunge la nostra ospite.

Abbiamo chiesto ad Anita Sterea se, lungo i sei anni in cui vennero organizzate, dal 1935 al 1940, le edizioni del Mese di Bucarest rassomigliavano. Il programma era in un certo qual modo simile, con padiglioni di presentazione e tante attività connesse in città, però buona parte di tutto quanto significava Il Mese di Bucarest si svolgeva nel parco in cui veniva organizzato. La famiglia reale era sempre presente, venivano organizzati anche incontri diplomatici, la gente veniva da fuori Bucarest a vedere cosa succedeva in città. Cosicchè il Mese di Bucarest portò un afflusso di visitatori, aggiunge Anita Sterea, cui abbiamo chiesto se in questa iniziativa ci sia stato anche un tocco personale di Carlo II, che nel 1938 insediò un regime di autorità personale.

Le prime edizioni sono ottimamente documentate. Il festival si svolse fino al 1940, ma gli ultimi appuntamenti non sono talmente ben documentati. Ci fu chiaramente anche un tocco personale, ma non tanto quanto potessimo credere. Io ho trovato dei documenti e delle immagini riguardanti le edizioni svoltesi fino al 1937, quindi per quelle successive del 1938-39-40 non ho scoperto troppe informazioni. Per l’edizione del 1935 è stata realizzata una maquette molto interessante, chiamata Bucarest 2000, che, infatti, immaginava la città dell’anno 2000. Ebbene, noi abbiamo attraversato gli anni 2000 e andiamo avanti, per cui vi posso dire che siamo molto indietro rispetto a quanto si contemplava all’epoca. La città appariva molto più verde, le reti di trasporto più diversificate dovevano arrivare nelle aree circostanti la capitale, quindi si capiva la necessità di connettere gli ambienti urbani a quelli rurali. I piani urbanistici erano ottimamente messi a punto, e la città era molto più unitaria. Non si poteva anticipare in quel momento che sarebbero seguiti 50 anni di periodo comunista, conclude Anita Sterea.

Il Mese di Bucarest si svolse fino al 1940, quando la seconda Guerra mondiale riconfigurava l’intero mondo. Dopo la sua fine nel 1945, anche la mentalità collettiva romena cambiò secondo la nuova epoca.

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