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Il medico Iuliu Barasch

Tra gli stranieri che, allinizio della modernizzazione dei principati romeni, sono venuti qui a dare una mano si è annoverato anche il medico Iuliu Barasch.

Il medico Iuliu Barasch
Il medico Iuliu Barasch

, 12.11.2023, 18:18

Tra gli stranieri che, all’inizio della modernizzazione dei principati romeni, sono venuti qui a dare una mano si è annoverato anche il medico Iuliu Barasch. Nato in una famiglia di ebrei, a luglio 1815, nella città di Brodi dell’ex provincia di Galizia, che all’epoca faceva parte dell’impero austro-ungarico, oggi parte dell’Ucraina, Barasch studiò a Berlino e a Lipsia, ma scelse di venire nello spazio romeno per fare il medico. Ma fece molto di più qui: sostenne la fondazione delle istituzioni mediche moderne, diffuse le scienze tramite i suoi articoli, pubblicò manuali facendo anche l’insegnante, fondò un centro medico divenuto poi ospedale per bambini, gettando in questo modo le basi della pediatria romena e appoggiò la comunità ebraica della zona. Inoltre, fu medico di quarantena sul Danubio, a Călărași, tra il 1843 e il 1847, e poi nella provincia di Dolj dal 1847 al 1851. Tuttavia, oggi Iuliu Barasch è ancora sconosciuto al grande pubblico, compresi gli scienziati. Ma i suoi scritti cominciano ad essere pubblicati e tradotti in romeno, poiché una parte importante delle sue opere fu redatta in tedesco.



Lo storico Ștefan Petrescu ha passato in rassegna la carriera del medico Iuliu Barasch: Cosa sappiamo su Barasch? Era una personalità plurivalente, una persona che non era preoccupata solo di medicina, ma di molti altri campi. Era uno studioso. Avrebbe potuto fare qualsiasi mestiere. I genitori volevano che facesse il rabbino, ma lui non accettò. Vollero poi farlo diventare mercante e lo mandarono in Moldavia per svolgere attività del genere, ma non ci riuscì. Poi lo mandarono a studiare e ottenne ottimi risultati. Quindi studiò nello spazio tedesco, tornò in Romania e diede prova di perseveranza nella sua carriera. Ma fu anche uno scrittore, uno studioso, non solo un semplice medico. Era una persona molto impegnata nella vita della città. Si interessava della sorte degli ebrei. Era un’epoca in cui tutti parlavano dell’emancipazione degli ebrei dei Principati Romeni e lui fu a capo di questo movimento. Tutto ciò capitava in un momento molto fortunato: la rivoluzione del 1848, poi l’Unione del 1859, il regno di Cuza. Quello fu un momento molto favorevole agli ebrei, e lui era lì, anche se non ebbe una lunga vita. Dopo un’intensa attività, Barasch si spense quarantenne, lasciando indietro un lavoro assiduo. Fece il medico e lavorò nel sistema pubblico, il che per un ebreo era una cosa importante. Insegnò nelle scuole pubbliche, fu docente presso il Collegio San Sava di Bucarest.



Fece tutto questo in un periodo relativamente breve, poiché Barasch si spense 160 anni fa, a marzo 1863, a soli 47 anni. Allora la società romena aveva bisogno di persone come Iuliu Barasch per modernizzarsi e lui lo sapeva e aiutò soprattutto la Valacchia sulla sua strada per recuperare i divari rispetto al resto dell’Europa. D’altronte, egli presentò in maniera molto bella questo Paese nella sua veste di corrispondente di un giornale tedesco. Secondo lo storico della medicina Octavian Buda, Barasch ha portato nei principati romeni, anche se con grande ritardo, uno spirito illuminista che all’epoca mancava da queste parti: Nella stampa divulgativa pubblicò quella serie di riferimento nel campo della storia e della divulgazione della scienza — La Natura — e lo fece in un periodo storico in cui anche nello spazio occidentale si faceva più o meno la stessa cosa. Fece degli sforzi notevoli per scrivere in romeno. Era attento a tutto quello che volevano dire gli acquisti moderni nella medicina e fu uno dei primi a rendersi conto che qualcosa non quadrava con la colera. Sospettava che il meccanismo di trasmissione della malattia non fosse tramite contatto diretto. Il problema era sconcertante. C’erano due teorie contraddittorie, c’era chi era del parere che si trasmettesse tramite contatto diretto e chi parlava invece di un’aria fetida, che infesta e dalla quale bisognava scappare quanto prima. Dunque egli riuscì ad analizzare queste cose e, quello che mi sembra tipico per un illuminista che non è radicale, non volle sin dall’inizio squalificare certe pratiche popolari, considerandole abberranti, irrazionali e primitive. Anzi, era del parere che l’esperienza collettiva fosse utile, da sfruttare, però articolando un discorso medico razionale, causale, al fine di strutturare una politica sanitaria che puntasse sulla prevenzione e sull’educazione. Ed era una cosa notevole. Egli apparteneva a quell’illuminismo ebraico specifico che, nell’Occidente, aveva in primo piano Moses Mendelssohn. Era andato a Lipsia per frequentare i corsi di un professore che era il successore di Immanuel Kant a Königsberg. Questo fu quindi il percorso intellettuale di Barasch, che successivamente incontrò a Berlino i gradi corifei della medicina. Fu compagno di facoltà di colui che è considerato il fondatore della patologia moderna, una personalità di spicco dell’antropologia internazionale alla fine del XIX secolo. (…) Tuttavia scelse di venire in Romania e ci potremmo chiedere se non abbia fallito a raggiungere l’apice della sua professione. E difficile rispondere, perché la sua tesi di laurea fu una delle prime opere che sistematizzavano la dermatologia moderna al più alto livello. Sarebbe potuto rimanere nello spazio occidentale dedicandosi a questa scienza che sarebbe diventata poi la dermatologia e forse oggi il suo nome si sarebbe potuto ritrovare in tutti i trattati standard di storia della dermatologia.



Di recente, la casa editrice Corint ha cominciato a portare alla luce la biografia di Iuliu Barasch e la sua epoca pubblicando la traduzione dal tedesco al romeno del libro intitolato Iuliu Barasch. Pionierato nella medicina in Valacchia”, volume che riunisce una parte dei suoi articoli.

La locandina della mostra (Foto: MNIR)
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