Il Castello Jidvei di Cetatea de Balta
I vigneti, le degustazione dei vini e la vita castellana si sono sempre abbinati nella storia, ma anche nell'immaginario collettivo.
Christine Leșcu, 15.09.2017, 14:13
I vigneti, le degustazione dei vini e la vita castellana si sono sempre abbinati nella storia, ma anche nell’immaginario collettivo. E nell’Altopiano delle Tarnave, precisamente tra i fiumi della Grande e della Piccola Tarnava, si trova l’omonimo vigneto, che produce i famosi vini di Jidvei. In questo paesaggio benedetto dalla natura un castello si integra perfettamente. Si tratta di quello eretto a Cetatea de Balta, una località collocata tra Tarnaveni e Blaj, in riva alla Piccola Tarnava. La sua costruzione cominciò nella seconda metà del XVI/o secolo, attorno al 1560, e si concluse nel 1624, quando il dominio apparteneva a Stefano Bethlen d’Iktar, il fratello del principe della Transilvania, Gabriele Bethlen.
Lungo la storia, i proprietari cambiarono, ma l’edificio è ancora noto come il Castello Bethlen-Haller, dal nome delle prime e delle ultime famiglie nobili ungheresi cui appartenne. L’ultimo proprietario della prima famiglia fu Markus Bethlen, il quale, nella seconda metà dell’Ottocento, ha venduto il dominio alla famiglia Haller, nel possesso della quale rimase fino all’espropriazione del 1948. Da allora fino ad oggi, il nome del castello di Cetatea de Balta è rimasto associato al vino di Jidvei e al vigneto di Tarnave, ma la sua storia è stata conservata e valorizzata anche grazie ai recenti restauri.
Ci fa da guida l’intendente del castello, Irina Nita: Fu costruito su modello di un castello della Valle della Loira, però le proprozioni sono minori. Era stato concepito come castello di caccia e divertimento, e non come fortezza. All’inizio aveva solo le quattro torri visibili a tutt’oggi all’ingresso, e nel 1870 fu costruito il frontone. Fu nazionalizzato dal regime comunista, però fino allora furono circa 45 proprietari ad averlo tenuto in possesso. Ebbe una storia tormentata, non per una volta gli eredi lo giocarono alle carte, perdendolo anche. Durante il comunismo, vi veniva prodotto lo champagne di Jidvei. Alla caduta del regime, era già andato in rovina. Dopo il 2000, è tornato in proprietà della famiglia Necsulescu. Dal 2000 al 2003 si sono svolti dei lavori di restauro, però sono stati ultimati solo la cantina, il pianoterra e il secondo piano. Oggi, il castello è destinato solo alla promozione dei vini di Jidvei.
Nella sala accoglienza ospiti c’è ancora una bella porta scolpita in pietra risalente al 1560, dietro cui c’è una scala interna di legno, un elemento atipico per un’epoca in cui le scale venivano normalmente costruite in pietra. Il piano del castello è tipicamente rinascimentale, con un volume compatto, rettangolare, senza cortile interno, con cinque torri coperte. Nel seminterrato c’è un tunnel che, secondo la leggenda, collegherebbe il Castello di Jidvei ad un altro che dista 15 km. Si tratta del Castello Bethlen di Sanmiclaus che, a sua volta, verrà restaurato nei prossimi anni. Sarà forse anche un’opportunità per accertare la leggenda.