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Il Casinò di Costanza

Radio Romania Internazionale vi invita a scoprire la storia del Casinò di Costanza, emblema della più grande città portuale romena sul Mar Nero, fondata nell'Antichità da coloni greci con il nome di Tomi.

Il Casinò di Costanza (foto: cattura video casinoulcomunal.ro)
Il Casinò di Costanza (foto: cattura video casinoulcomunal.ro)

, 25.02.2025, 10:00

Il nome di questo insediamento è legato alla leggenda degli Argonauti, ma soprattutto all’esilio del poeta latino Publio Ovidio Nasone. Il simbolo della città oggi è indiscutibilmente il casinò, costruito in stile Art Nouveau e inaugurato nel 1910, il 15 agosto, giorno in cui la Romania celebra la Festa della Marina.

Sin dal 1879, Costanza non è considerata solo un porto, ma anche una località termale marittima. Nel 1880 venne costruita la prima sala da ballo, la Sala Guarracino, che nel 1891 venne gravemente danneggiata da un forte temporale. Nell’anno seguente, il municipio costruì un nuovo edificio, funzionale fino alla primavera del 1910. La storia del casinò propriamente detta inizia, però, nel 1903, quando il sindaco Cristea Georgescu firmò un contratto con l’architetto Daniel Renard, che progettò i piani del casinò in stile Art Nouveau, spiega Delia Roxana Cornea, direttrice ad interim del Museo di Storia Nazionale e Archeologia di Costanza.

“Il 15 agosto 1910, venne inaugurato questo splendido Casinò Comunale Carol I, titolo con cui apparve sulla stampa dell’epoca, che trattò molto bene questo argomento. Abbiamo anche dei riferimenti al menù servito in occasione dell’inaugurazione, con uova alla cacciatora, fois gras, vino di Drăgășani e altri prodotti simili. Il casinò ebbe un ottimo sviluppo fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Nel 1916, la Dobrugia cadde sotto l’occupazione tedesco-bulgara e molti degli edifici di Costanza furono occupati e saccheggiati al momento della partenza. Fu anche il caso del Casinò, che era stato trasformato in ospedale militare e, nonostante sul tetto ci fosse la Croce Rossa, pare che una bomba sia comunque caduta, distruggendo parzialmente la scala interna. Ricostruito negli anni ’20, il Casinò ritrovò il suo splendore nel periodo tra le due guerre, quando la Festa del 15 agosto e gli eventi nautici erano molto sentiti sia dalla popolazione locale che dai visitatori. Ma c’erano anche altri eventi. Quasi tutti i balli di beneficenza si svolgevano al Casinò Comunale, abbiamo testimonianze sulla presenza di vari membri della famiglia reale. La tradizione è andata avanti e il 15 agosto viene celebrato con la stessa pompa da decenni fino ad oggi”, spiega Delia Roxana Cornea.

Il periodo di massimo splendore del Casinò fu quindi raggiunto negli anni ’20 e ’30, quando Costanza divenne una città molto prospera, afferma lo storico e scrittore Cristian Cealera, guida presso il Museo Nazionale di Storia e Archeologia della città. “Non dimentichiamo che in Dobrugia c’erano 19 minoranze, ma in seguito a un censimento a Costanza, che negli anni ’20 contava una popolazione di oltre 56.000 abitanti, vennero registrate non meno di 33 nazionalità. È meno noto che, a quel tempo, c’erano transatlantici tra Costanza e New York e che in alcuni giardini, perfino sulla terrazza del Casinò, si esibivano band provenienti da New Orleans per suonare jazz. È una storia con sale e pepe, perché stiamo parlando di soprani e tenori del Teatro alla Scala di Milano, di compagnie di attori che si contendevano un contratto al Casinò d’estate. I campioni del mondo di pugilato si incontravano al Casinò o nell’arena improvvisata di fronte all’edificio. La gente amava venire qui. Non dimentichiamo le Feste della Marina. Il 15 agosto era l’evento più importante di ogni estate. Naturalmente, il gioco d’azzardo, più diffuso negli anni ’30, portò sia cose buone che cose meno buone. L’intera città prosperava, i ristoranti e gli alberghi registravano ottimi incassi, ma allo stesso tempo il gioco d’azzardo faceva delle vittime. Mentre i ricchi lasciavano Monte Carlo per trasferirsi a Costanza perché era ancora più economico, i meno fortunati, i piccoli funzionari, la gente del posto, non sapevano come gestire questo problema, e da qui tante storie tristi. Abbiamo varie vicende rispecchiate dalla stampa dell’epoca: suicidi, scandali come quello della fidanzata che ha speso i soldi del fidanzato che il giorno dopo era impaziente di spararle sul lungomare del Casinò”, spiega Cristian Cealera.

Dopo il 1940, l’edificio entrò in un cono d’ombra, perché la Seconda Guerra Mondiale era già scoppiata. Fu occupato dalle truppe tedesche e poi da quelle sovietiche, dopo l’ottobre del 1944.

Il casinò ebbe una triste storia durante il periodo comunista, almeno all’inizio. Nonostante sia stato lasciato in stato di abbandono per lungo tempo, la questione del suo riutilizzo è stata nuovamente sollevata e per la ristrutturazione degli anni ’50 furono messi a lavorare anche detenuti politici provenienti dalle prigioni e dai lager del Canale Danubio-Mar Nero. Una triste realtà, testimoniata anche da due pezzi di carta scritti dalla squadra guidata dagli architetti Constantin Joja e Ion Cristodulo, all’epoca prigionieri politici. La prima nota è stata scoperta nei muri del casinò durante i lavori di restauro avviati all’inizio del 2020, la seconda nel 2023.

Dagli anni ’80 fino a dopo il 1990, il Casinò di Costanza ha funzionato come ristorante-terrazza. Dopo il 2000, è rimasto chiuso al pubblico finché non siano stati trovati fondi sufficienti e soluzioni per il restauro. L’edificio ospiterà spazi espositivi dedicati alla storia del Casinò e un centro culturale multifunzionale.

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