Franz Binder
La storia degli esploratori e dei loro viaggi cha hanno fatto conoscere alla gente la terra così comè oggi è affascinante. Questa storia contiene anche nomi di romeni o di esploratori che hanno vissuto sul territorio di oggi della Romania.
Ștefan Baciu, 21.12.2023, 19:24
La storia degli esploratori e dei loro viaggi cha hanno fatto conoscere alla gente la terra così com’è oggi è affascinante. Questa storia contiene anche nomi di romeni o di esploratori che hanno vissuto sul territorio di oggi della Romania. Uno di questi fu Franz Binder di Sebeș, una città tedesca della Transilvania, provincia occidentale della Romania di oggi. Da questo audace esploratore del XIX secolo la comunità locale ha ereditato una collezione di oggetti africani custoditi attualmente dal Museo Astra di Sibiu.
Radu Totoianu, museologo presso il Museo Municipale “Ioan Raica” di Sebeş, ci ha fatto vedere il mondo tramite lo sguardo dell’esploratore dell’Africa Franz Binder: “Franz Binder nacque nel 1820 a Sebeș, in una famiglia di farmacisti. Studiò farmacia a Sibiu, senza però continuare a fare il farmacista di mestiere. Si occupò, invece di commercio e ad un certo punto arrivò a Istanbul, che all’epoca era la porta dell’Oriente. Da lì, partì sulle tracce di un suo fratellastro, che si era affiancato all’esercito egiziano, e andò a cercarlo in Siria. Arrivò ad Aleppo, ne tornò scendendo sul fiume Tigri con una zattera, arrivò poi in Palestina e visitò i luoghi sacri. Alla fine arrivò in Egitto, ad Alessandria. Era rimasto quasi senza risorse finanziarie, quindi si fece assumere come facchino nel porto, lavorò poi per un produttore di birra, come ebanista, come aiuto cuoco in una pasticceria e così via.”
Binder seguì la sua vocazione, di produrre soldi e di incontrare lo sconosciuto. Radu Totoianu: “Raccogliendo un po’ di soldi, da lì partì sul Nilo con una nave. Arrivò a Khartoum, che è la capitale odierna del Sudan, però all’epoca una parte del Sudan di oggi era colonia austriaca. Entrò in servizio presso una compagnia commerciale e in questa veste condusse oltre 20 carovane che attraversavano il deserto di Nubia. Nel 1860, morì il console austriaco di Khartoum, e Franz Binder, che aveva studi universitari e la cittadinanza dell’impero, fu nominato viceconsole e sostituto del console di Khartoum, ricoprendo questo incarico per due anni, dal 1860 al 1862. Come viceconsole, aveva l’obbligo di cercare, di individuare nuove opportunità commerciali, di esplorare zone e persino di accaparrare territori per la colonia.”
Il mondo profondo africano non era conosciuto in Europa all’epoca di Binder e il suo viaggio, durato quasi due decenni, lo ha portato lontano nella parte occidentale del continente. Radu Totoianu: “Immaginiamoci che all’epoca, sebbene l’Africa fosse conosciuta già dal XVI secolo, era conosciuta solo la sua sagoma. Quello che c’era all’interno era una macchia bianca, come confessava Binder nelle sue memorie pubblicate da un suo nipote nel periodo interbellico. Nelle sue spedizioni verso le sorgenti del Nilo entrò in contatto con tribù che nessun altro europeo o turco aveva incontrato fino allora. Si trattava delle tribù jur beli, azande o nyam nyam, nuer, con le quali lui aveva rapporti commerciali, addirittura appoggiandole in alcuni conflitti locali.”
Di ritorno in Europa, nei luoghi natii nel 1862, a 42 anni, Franz Binder ha evocato la sua vita africana: “A Sebeș acquistò una casa nel centro della città, di fronte al parco del comune, alla piazza centrale della città di allora e la trasformò decorandola con bassorilievi in pietra raffiguranti il suo viaggio. Si possono vedere persino la Sfinge, le piramidi, il tempio della dea Isis dell’isola di Philae e addirittura sotto il cornicione dell’edificio c’è un fregio in cui è raffigurata una carovana che attraversa probabilmente il deserto di Nubia, che lui stesso aveva attraversato qualche decine di volte. Possiamo vedere cammelli, un unico personaggio a cavallo, che è Franz Binder stesso, rappresentato mentre guida la carovana.”
Dopo lunghi e affaticanti pellegrinaggi, l’esploratore ha voluto condividere con il pubblico la sua esperienza africana tramite conferenze. Radu Totoianu: “Tenne conferenze in diverse città della Transilvania, presentando anche la sua collezione che includeva 350 oggetti. Tornò, però, malato, molto probabilmente di malaria, che divampava all’epoca provocando molte vittime. Si trasferì da Sebeș a Vurpăr, vicino Vințul de Jos, sulla riva del Mureș, dove comprò una piccola tenuta che lo aiutava a mantenersi. Già da quando era ancora in vita, donò la sua collezione, 104 oggetti, al ginnasio evangelico della località. Una parte della collezione, dopo lo scomparsa del ginnasio, è arrivata nel nostro museo e può essere ammirata. La maggior parte della collezione l’ha donata però alla Società per le Scienze della Natura di Sibiu.”
Nel 1875, a 65 anni, il viaggio terrestre di Franz Binder finì. Di lui sono rimasti memorie e oggetti per le generazioni future, ciò che lascia dietro di sé un conquistatore del mondo sconosciuto.