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Ecaterina Vogoride

Il 24 gennaio 1859, i Principati romeni della Moldavia e della Valacchia si univano, gettando le basi della Romania.

Ecaterina Vogoride
Ecaterina Vogoride

, 27.01.2021, 16:00

Il 24 gennaio 1859, i Principati romeni della Moldavia e della Valacchia si univano, gettando le basi della Romania. Un processo definito dagli storici come particolarmente complicato, segnato da incertezze e impegnando tanta energia. I documenti del tempo indicano l’impegno totale dei romeni favorevoli all’unione. E’ stato necessario non solo uno sforzo esterno, davanti alle grandi potenze, ma anche su piano interno, davanti a quei romeni che non sostenevano l’unione. Alla fine furono gli unionisti ad aver partita vinta. Una vittoria dovuta in ugual misura a uomini e donne. E una delle straordinarie donne che fecero da ago della bilancia a favore dell’Unione fu Ecaterina Vogoride.

Lo storico Alin Ciupală, professore all’Università di Bucarest e autore del volume La donna nella società romena dell’Ottocento, sottolinea il notevole contributo femminile alla nascita della Romania moderna. Le signore dell’alta società non sono rintracciabili soltanto nel periodo preparatorio dell’Unione dei Principati. Dobbiamo dire chiaramente che, prima ancora, la Rivoluzione del 1848 in Moldavia e Valacchia venne preparata nei saloni letterari dalle signore dell’alta società, che riuscivano ad offrire un paravento letterario ai piani rivoluzionari. Due decenni più tardi, il poeta Vasile Alecsandri le dedicò alcune pagine belle, parlando per la prima volta del ruolo svolto dalle signore a favore della Rivoluzione del 1848, spiega lo storico.

Le grandi potenze europee presero in considerazione l’idea dell’unione tra la Valacchia e la Moldavia dopo la Guerra di Crimea del 1853-1856. In tal senso, i sostenitori dell’Unione, capeggiati dalla Francia, e i suoi avversari – l’Impero ottomano e la Russia – chiesero l’opinione dei romeni tramite due assemblee ad-hoc di deputati, che si dovevano pronunciare sulla fusione politica tra i due principati romeni. Nessuno avrebbe sospettato che il piccolo gesto compiuto da Ecaterina Vogoride avrebbe avuto un’importanza decisiva per il futuro della Romania. Nata nel 1829, Ecaterina era la figlia di Costache Conachi, discendente di una grande famiglia di boiardi moldavi e uno dei fondatori della letteratura romena in Moldavia. Nel 1846, Ecaterina sposò Nicolae Vogoride, pure lui nato in una grande famiglia artistocratica moldava, ed ebbero quattro figli. La giovane nobildonna era particolarmente istruita, e il marito stava seguendo una carriera politica che lo portò fino all’incarico di caimacano, vale a dire luogotenente del principe. Nel 1857, un anno cruciale, l’altolocato Nicolae Vogoride stava facendo i giochi dell’Impero ottomano in Moldavia, abusando del proprio incarico, ricorda Alin Ciupală.

Ecaterina Vogoride ossia Cocuța, come la chiamavano in famiglia, svolse un ruolo particolarmente importante in un momento decisivo, precisamente nei preparativi per le elezioni per la designazione dei deputati moldavi nell’Assemblea ad-hoc di Iași. Le assemblee ad-hoc del 1857 a Bucarest e Iași erano decisive, in quanto dovevano offrire alle potenze occidentali favorevoli all’Unione un forte argomento per le proprie aspirazioni dei romeni. Per cui, le elezioni per designare i deputati erano un momento importantissimo. Se le Assemblee fossero state dominate dagli unionisti, come d’altronde è anche accaduto alla fine, le loro decisioni erano chiarissime. Con il sostegno dell’Impero ottomano, Nicolae Vogoride, uno dei tre caimacani nominati a guidare la Moldavia dopo il Congresso di Pace di Parigi del 1856, falsificò le liste dei candidati all’Assemblea ad-hoc. Lui semplicemente cancellò dalle liste i candidati noti per le loro posizioni unioniste. L’esito finale fu un’Assemblea ad-hoc dominata da anti-unionisti. La preoccupazione era altissima, in quanto l’intero progetto iniziale rischiava di essere capovolto, aggiunge lo storico.

Però Ecaterina Vogoride non poteva concordare con quella svolta, per cui scese in campo e cambiò la storia. A quel punto, avvenne l’intervento diretto della nostra eroina Ecaterina Vogoride, la consorte del caimacano. Riuscì semplicemente a sottrarre alcune lettere inviate dalla Porta ottomana che indicava a Vogoride di falsificare le liste dei candidati. Le lettere erano importantissime, in quanto dimostravano l’ingerenza diretta dell’Impero ottomano nelle elezioni in Moldavia. Ecaterina Vogoride inviò ai suoi amici unionisti queste lettere, che vennero pubblicate. Scoppiò uno scandalo diplomatico, e la Francia in primis chiese nuove liste ed elezioni. Questa volta tutto si svolse correttamente, con la composizione della nuova Assemblea ad-hoc legata al gruppo unionista. E il voto espresso fu molto chiaro: l’Assemblea ad-hoc di Iași si pronunciò a favore dell’Unione dei Principati, conclude lo storico Alin Ciupală.

Le conseguenze del suo corraggio cambiarono totalmente sia il futuro politico dei Principati Uniti che la vita privata di Ecaterina stessa. Divorziò dal marito Nicolae Vogoride nel 1861, mentre l’unificazione politica della Valacchia e della Moldavia come Romania avvenne nel 1862. Lo scandalo pose fine alla cariera politica di Vogoride, mentre Ecaterina partì per l’Italia, dove si risposò con il principe Emanuele Ruspoli nel 1864.

La locandina della mostra (Foto: MNIR)
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