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Donne e medicina nella Valacchia del Settecento

Fino alla formazione delle prime istituzioni mediche pubbliche moderne nel XIX secolo, la medicina era praticata in Valacchia e Moldavia principalmente da medici che avevano studiato all'estero e da persone senza una formazione specializzata.

Donne e medicina nella Valacchia del Settecento
Donne e medicina nella Valacchia del Settecento

, 03.11.2021, 09:07

Fino alla formazione delle prime istituzioni mediche pubbliche moderne nel XIX secolo, la medicina era praticata in Valacchia e Moldavia principalmente da medici che avevano studiato all’estero e da persone senza una formazione specializzata, tra cui barbieri, guaritori, streghe, sacerdoti e levatrici. Tuttavia, nel XVIII secolo, durante il regno di Constantin Brâncoveanu, i primi segni di modernizzazione della medicina apparvero in Valacchia con la fondazione dell’Ospedale Colțea, la prima struttura sanitaria destinata ai poveri. Fu sempre qui, ma solo nel secolo successivo, che iniziò a funzionare anche la prima istituzione romena di insegnamento medico – la scuola tecnica di chirurgia di Colțea. Le donne non erano tra gli allievi, ma ciò non significa che non fossero state, da tempo immemorabile, presenti come guaritrici nella vita delle comunità.

La ricercatrice Mihaela Diana Sprânceană ha studiato gli archivi dell’ospedale e della scuola di Colțea e ci offre maggiori dettagli sul contributo delle donne. Fu la prima scuola di medicina nei Principati di Moldavia e Valacchia, che funzionò fino al 1852. Le fonti storiche non ricordano alcun nome di donna medico o chirurgo che abbia studiato lì. Ma è noto che i diplomati di questa scuola si specializzarono e fecero guarire e persino operare innumerevoli pazienti in ospedale. Inoltre, negli elenchi pubblicati contenenti i nomi dei medici della Valacchia in quel momento, sono menzionati solo gli uomini. Le donne erano quindi personale medico non istruito, insieme a barbieri, guaritori e clero. Le donne hanno svolto un ruolo particolarmente importante nella vita medica, almeno dal mio punto di vista. Svolgevano spesso il ruolo di ostetriche, assistendo al parto. L’ostetrica era anche la persona che poteva scoprire se una donna era incinta o meno, se aveva perso la verginità o se era stata violentata, spiega Mihaela Diana Sprânceană.

È vero che le donne che vivevano negli ambienti rurali chiamavano le levatrici in mancanza di altri servizi. In città, invece, le donne si rivolgevano a medici o chirurghi che avevano studiato all’estero. Il medico Dumitru Caracaș, che attivò in Valacchia nel XVIII secolo e fu il padre di Constantin Caracaș, il primo medico ufficiale a Bucarest, non apprezzava, tuttavia, l’attività delle donne guaritrici, sostenendo la professionalità in questo campo, aggiunge la ricercatrice Mihaela Diana Sprânceană.

Afferma che le levatrici dei contadini sono solo delle anziane ignoranti, la cui semplice presenza fa più male che bene. Lo stesso Dumitru Caracaș ricorda che, nelle città, le donne sono assistite durante il parto da medici con studi compiuti e non da anziane inesperte oppure ostetriche. Il guaritore, insieme all’ostetrica, poteva prescrivere vari rimedi, soprattutto per i bambini che soffrivano di cecità, per le donne che non potevano rimanere incinte o che volevano rinunciare alla gravidanza. Fino al 1760 non esisteva un libro di medicina in romeno sul territorio dei Principati. Le donne che praticavano la medicina ricevevano le ricette dei rimedi dai loro predecessori, ricette tramandate di generazione in generazione. Lo stesso medico affermava che la gente si rivolgeva a streghe e donne anziane per curare malattie mentali, considerate punizioni divine. Si rifiuta di andare dal medico per curare l’epilessia, ad esempio, o altre malattie di natura neuropsichica, aggiunge la ricercatrice.

I nomi e i soprannomi di queste donne e altri dettagli della loro vita sono estremamente rari nei documenti dell’epoca. La loro esistenza, seppur cruciale, in quanto sopperiva alla mancanza di un intervento professionale a tutela della salute, è rimasta generalmente anonima. E, ovviamente, l’influenza di queste donne è diminuita nel tempo, con lo sviluppo dell’istruzione specializzata. Ma la loro attività, sebbene molto ridotta, è continuata fino ai giorni nostri.

Sebbene i nomi di queste donne non fossero specificati dalle fonti storiche, con i soprannomi o nomi riportati solo in alcuni documenti d’archivio, loro svolsero un ruolo molto importante nella vita sociale e medica del XVIII secolo. Ma la loro attività è registrata nei documenti, il che dimostra un’intensa attività in questo campo. In epoca contemporanea, la loro attività continuò fino al Novecento e anche dopo il 1966, quando fu adottato il decreto di Nicolae Ceaușescu, che vietava gli aborti su richiesta. Quindi, le donne hanno continuato a rivolgersi a queste anziane per sbarazzarsi della gravidanza indesiderata, conclude la ricercatrice Mihaela Diana Sprânceană.

Fu solo alla fine del XIX secolo che cominciò a praticare la sua professione la prima donna romena laureata in medicina. Maria Cuțarida-Crătunescu aveva conseguito la laurea presso la Facoltà di Medicina di Montepellier, in Francia, e il dottorato in medicina presso l’Università di Parigi.

La locandina della mostra (Foto: MNIR)
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