Castelli Banffy in Transilvania
Antichissima famiglia nobiliare ungherese della Transilvania, i Banffy lasciarono in eredità anche alcune tra le più preziose residenze.
Christine Leșcu, 20.02.2018, 10:12
Antichissima famiglia nobiliare ungherese della Transilvania, i Banffy lasciarono in eredità anche alcune tra le più preziose residenze. Il patrimonio culturale romeno vanta molti castelli e ville costruiti dai vari rami della famiglia Banffy sin dai secoli XV-XVI e conservatisi fino ad oggi. Di recente, gli architetti Dan Ionut Julean e Dana Julean hanno inventariato e descritto queste proprietà nel lavoro intitolato Il retaggio della famiglia Banffy in Transilvania. Forse la più celebre residenza è quella di Bontida, che dista una trentina di km dalla città di Cluj-Napoca.
Il Castello di Bontida era ritenuto il Versailles della Transilvania grazie agli elementi artistici decorativi e ai mobili, ma anche agli oggetti d’arte collezionati di Banffy negli oltre 500 anni di permanenza ininterrotta in questo palazzo, spiega Ionut Julean. I Banffy cominciarono a stabilirsi da queste parti nel XV secolo. Ovviamente, a quei tempi il castello non esisteva nella forma attuale. Subì varie ristrutturazioni e la tappa più importante avvenne nel barocco, dalla seconda metà del Settecento. Però cambiamenti importanti e interessanti per la storia dell’architettura furono apportati anche nell’Ottocento, tramite le influenze del Romanticismo. Praticamente, un’intera ala fu ricostruita e trasformata, sotto l’influsso romantico inglese del parco paesaggistico e del culto delle rovine. Quindi, la nuova ala veniva integrata ad un giardino all’inglese che sostituiva il vecchio parco barocco. Purtroppo, quasi tutto è andato perduto con la seconda guerra mondiale, durante il ritiro degli eserciti fascisti, spiega l’architetto.
La località di Bontita include anche il paesino di Rascruci, che custodisce un’altra residenza Banffy. Si tratta di un castello rinascimentale seicentesco, che sembra fosse stato sostituito da uno in stile barocco nel secolo succesivo. L’edificio barocco si conservò fino al 1870, quanto diventò proprietà del barone Adam Banffy, aggiunge Ionut Julean.
Il castello di Rascruci rappresenta uno dei gioielli neoclassici eclettici della Transivania. E’ quasi interamente opera del giovane barone Adam Banffy che, lungo la sua vita abbastanza breve, riuscì a creare un posto che esprime anche la vivace emulazione artistica degli ambienti aristocratici della Transilvania nella seconda metà dell’Ottocento. Ereditando questa tenuta, il barone mise in pratica la sua visione su una residenza moderna con tutti gli elementi artistici in voga a quei tempi. Lasciò anche l’impronta personale, immaginando e lavorando con le proprie mani tutti gli elementi decorativi, aiutato solo da due artigiani da lui istruiti appositamente. Si trattava principalmente di due carpentieri, uno ungherese e l’altro romeno. Cosicchè, grazie a tutt’una serie di ampliamenti, apparve un castello unico in Transilvania. I lavori furono avviati nel 1875. L’architettura abbinava lo stile neorinascimentale tedesco ad elementi leggermente fantastici, derivati da temi araldici, soprattutto il blasone dei Banffy, che raffigurava un grifone coronato nello stile tipico dei casati feudali e ripreso dall’aristocrazia del regno ungherese, aggiunge l’architetto.
Attualmente di proprietà del Consiglio Provinciale Cluj, il castello è circondato da un impressionante parco che vanta anche alberi secolari. Però, oltre alla provincia di Cluj, i Banffy ebbero delle proprietà anche nella confinante Alba, come il piccolo castello di Ciuguzel, restituito di recente ad uno dei giovani eredi della famiglia. Ha un aspetto barocco, occidentale, e abbina elementi di arte figurativa di stampo austriaco, persino con un influsso francese. Questo edificio può essere definito come un gioiello. Riunisce tutt’una serie di elementi entro le sue piccole dimensioni, in modo tale da generare un bellissimo abbinamento, piacevole dal punto di vista estetico. E, ovviamente, vanta una storia su misura, conclude l’architetto Ionut Julean.