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Botteghe ottocentesche di Bucarest

Città mercantile, Bucarest si è sviluppata intorno al suo odierno centro storico, che nel passato era pieno di botteghe, bancarelle e osterie.

Botteghe ottocentesche di Bucarest
Botteghe ottocentesche di Bucarest

, 12.04.2018, 13:12

Città mercantile, Bucarest si è sviluppata intorno al suo odierno centro storico, che nel passato era pieno di botteghe, bancarelle e osterie. Lungo la storia, la zona sviluppò anche la propria architettura commerciale, ancora visibile in certi edifici conservatisi fino ai nostri giorni. Ci accompagna lo storico d’arte Oana Marinache.

Ci sono delle cantine di grande profondità, alcune risalenti ai secoli XVII – XVIII. Lungo il tempo, furono aggiunti strati di costruzioni. Di nessuna si può dire che sia completamente ottocentesca o della seconda metà del Settecento. Gli edifici conservano diverse tappe di costruzione risalenti a varie epoche. Probabilmente all’inizio avevano solo la cantina e il piano terra, dove venivano venduti i vari prodotti. Però le generazioni successive – poichè a Bucarest si contano famiglie intere di mercanti che vanno dall’Ottocento al Novecento – hanno ritenuto necessaria un’estensione verticale, cosicchè hanno aggiunto uno o due piani, adibiti piuttosto alle proprie abitazioni, ma anche agli uffici o all’affitto. L’accelerazione della modernizzazione nella seconda metà dell’Ottocento determinò anche l’intensificazione dell’attività commerciale a Bucarest. Furono aperti parecchi negozi e, siccome lo spazio era limitato o diviso tra più eredi, gli edifici stretti furono estesi orizzontalmente, spiega Oana Marinache.

Questa era la situazione nel centro città, poichè in periferia le botteghe mantenevano l’aspetto dell’architettura rurale. Al centro, le influenze erano di provenienza diversa. Praticamente, tutto quello che vediamo oggi risale agli anni successivi al Grande Rogo del 1847, al quale seguirono certi interventi. Quindi, nella seconda metà del XIX/o secolo, tramite i contatti esterni, in particolare con i centri mercantili di lingua tedesca di Brasov, Sibiu o persino di Vienna, l’aspetto estetico degli edifici cambiò radicalmente. Gradualmente, alcuni mercanti, soprattutto quelli del ceto medio, ma anche di quello alto, di cui molti di origine ebraica, costruirono dei negozi universali, una sorta di controparte di quelli viennesi o parigini. Uno dei negozi di lusso frequentato soprattutto dalle donne di Bucarest si chiamava Au bon goût. Quasi tutti avevano prestato dei nomi francesi, attecchiti molto bene a Parigi. Questo negozio era di proprietà di commercianti ebrei. Tra i documenti di proprietà ci è pervenuto il nome di un signore Ascher il quale, tenendo il passo con la moda commerciale del tempo, ha commissionato all’architetto Filip Xenopol la progettazione di uno dei più famosi edifici del centro storico, all’incrocio tra le vie Lipscani e Stavropoleos, diventato la sede della Banca Chrissoveloni, aggiunge Oana Marinache.

Pari alle botteghe, lungo il tempo anche le osterie di Bucarest sono scomparse oppure sopravvissute con un’architettura completamente diversa da quella originale, spiega ancora Oana Marinache. Sicuramente, tanta gente ha visitato il Centro Culturale ARCUB, dove si trovava l’antica osteria di Hagi Tudorache o ha preso una bevanda rifrescante a Hanul cu Tei (L’Osteria del Tiglio). Si tratta di esempi di architettura commerciale di primo Ottocento, anche se, lungo il tempo, hanno subito vari restauri, soprattutto nel Novecento. C’è poi Hanul lui Manuc (Osteria di Manuc), forse il più gettonato riferimento del centro storico, restaurato secondo l’architettura del primo Ottocento, ha concluso lo storico d’arte Oana Marinache.

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