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Axiopolis

Sulla riva destra del Danubio, non lontano dal fiume, vicino all'odierna città di Cernavodă, si trovano le rovine dell'insediamento chiamato Axiopolis nelle fonti dell'epoca.

Titu Maiorescu (1840-1917)
Titu Maiorescu (1840-1917)

, 22.09.2024, 18:41

La Dobrugea è considerata la provincia più densa e varia della Romania dal punto di vista dell’insediamento delle civiltà. Su un territorio di 15.570 chilometri quadrati, la superficie della Dobrugea romena, si trovano numerosi siti archeologici e reperti recuperati che attestano una sovrapposizione di varie culture. Nel corso del tempo la Dobrugea fece parte sia del mondo greco-romano che dello spazio del Mar Nero. Uno dei centri più importanti della Dobrugea greco-romana era Axiopolis.

Sulla riva destra del Danubio, non lontano dal fiume, vicino all’odierna città di Cernavodă, si trovano le rovine dell’insediamento chiamato Axiopolis nelle fonti dell’epoca. La storia di questo centro urbano abbraccia diversi secoli e i suoi inizi risalgono al periodo ellenistico, tra il IV-I secolo avanti Cristo, fino all’incirca al VI secolo dell’era cristiana. Il nome è di origine greca e deriva dall’antica parola indoeuropea “axsaena”, che significa “nero” o “colore scuro”, e dal greco “polis”, che significa “città”. Il nome dell’attuale città di Cernavodă o “Acqua Nera” è una traduzione che gli slavi fecero al toponimo quando arrivarono in Dobrugea alla fine del VI secolo d.C.

Fino all’inizio degli anni 2000, gli scavi ad Axiopolis furono sporadici e la documentazione storica inconsistente. L’archeologo Ioan Carol Opriș, professore all’Università di Bucarest, ha recentemente effettuato ricerche sul sito di Axiopolis e da lui abbiamo appreso dettagli sulla sua ubicazione: “Il sito si trova su una collina, da qualche parte sull’isola di Hinoglu, un’isola che nel frattempo è diventata sempre più grande e il braccio del Danubio sempre più stretto. Nel 1900, il braccio era largo circa 300 metri, quindi era ancora navigabile, come probabilmente era stato anche nell’antichità. Si trova a circa tre chilometri dai piedi del ponte Carlo I, dopo aver superato una scogliera del Cretaceo, una grande cima calcarea. In questo grande massiccio calcareo furono sistemate, ad un certo punto, le cave dalle quali si rifornivano gli operai per la costruzione della fortezza romana, poi di quella bizantina di Axiopolis.” 

I primi scavi furono realizzati dall’archeologo Pamfil Polonic, tra gli anni 1898-1899. Polonic fece fotografie, misurazioni e disegni meticolosi ed era anche un ottimo geometra. Dopo il 1900 gli scavi si fermarono. Tuttavia, scavi illegali vengono menzionati nel 1907 e nel 1912 nelle riviste numismatiche dell’epoca. Prima dello scoppio della prima guerra mondiale il sito passò sotto la giurisdizione dell’esercito e vi fu istituita una caserma militare. Nel periodo tra le due guerre, Axiopolis fu studiata da uno dei più famosi archeologi romeni, Vasile Pârvan. Egli credeva che l’insediamento fosse stato fondato dal re della Macedonia ellenistica Lisimaco, generale ed erede di Alessandro Magno, nel IV secolo a.C. L’attenzione che Axiopolis suscitò tra gli archeologi romeni fu ripresa dopo la seconda guerra mondiale. Nel 1947 l’archeologo Ion Barnea scoprì un’iscrizione in cui veniva raccontato il martirio di alcuni cristiani della Dobrugea. Nel 2007, una nuova scoperta ha inserito Axiopolis sulla mappa dei siti archeologici. A Balcic, l’antica Dionisopoli, in seguito a scavi per la costruzione di un albergo, è stata rinvenuta un’iscrizione. Il suo testo racconta della presenza ad Axiopolis di un leader militare Mokaporis del re degli odrisi, al confine tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. Ioan Carol Opriș: “Sappiamo molto meglio a proposito di Axiopolis che, senza dubbio, doveva essere un emporio (un centro delle merci) in epoca ellenistica e che in realtà seppe sfruttare questa straordinaria posizione sul Danubio. Contemporaneamente aveva accesso anche alla valle Carasu, ricca di laghi. Ma non sappiamo nemmeno con certezza se fossero laghi. Può darsi che, infatti, nell’antichità ci fosse una comunicazione diretta da qualche luogo molto lontano, forse addirittura dall’odierna Medgidia, fino allo sbocco di questo antico fiume, Axios, nel Danubio.”

Ma l’area che suscitò maggiore interesse tra gli archeologi fu la cittadella di Axiopolis. Si tratta infatti di tre fortezze, la più antica risalente al periodo romano. Ioan Carol Opriș: “Ciò che è importante in questo sito è la zona centrale come zona essenziale, vale a dire l’antica cittadella A. Così erano divise le cittadelle. C’è l’antica cittadella A, c’è anche un’aggiunta di cittadella, anch’essa tardo romana o romano-bizantina, e una cittadella dietro la cittadella A, verso la zona alta, che è la cittadella medio-bizantina.”

Secondo le ricerche sul campo, Axiopolis era un importante centro sul Basso Danubio nella prima metà del primo millennio cristiano. La presenza di anfore di tipo Rodi dimostra che la città aveva rapporti commerciali con il territorio circostante. In epoca romana, periodo di massimo sviluppo, Axiopolis fu un importante centro di un collegio dei navigatori sul Danubio, i cosiddetti “nautae universi Danuvii”. Nella città viene menzionato lo stazionamento delle truppe della II legione Herculia, il che ne dimostra l’importanza. Sempre come segno della sua importanza, nel VI secolo, la città fu elevata al rango di sede vescovile.

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