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Artisti figurativi nella Grande Guerra

La Grande Guerra fu anche il primo conflitto ampiamente illustrato da immagini cinematografiche, fotografiche e pittoriche.

Artisti figurativi nella Grande Guerra
Artisti figurativi nella Grande Guerra

, 23.02.2018, 10:22

La Grande Guerra fu anche il primo conflitto ampiamente illustrato da immagini cinematografiche, fotografiche e pittoriche. Artisti figurativi di vari Paesi sono andati sul fronte sia di propria iniziativa, sia convocati da varie istituzioni, per ritrarre i combattimenti, ma anche l’atmosfera. Lo stesso è accaduto anche in Romania. Il 23 giugno 1917, anno che precedette la Grande Unità del 1918, il generale Constantin Prezan ordinò la mobilitazione di prestigiosi pittori, grafici e scultori con l’incarico di creare opere e immagini per un futuro museo militare.



L’Esercito aveva già un servizio cinematografico e fotografico, però si riteneva che un tocco figurativo fosse magari più importante dell’immagine semplice e realistica offerta da una macchina fotografica. Furono chiamati artisti che erano già ufficiali a riposo o che non avevano alcun grado, magari non avevano prestato nemmeno il servizo di leva. A tutti, però, era stato conferito il grado onorifico di luogotenente con la paga afferente. Di questo gruppo facevano parte, tra gli altri, gli scultori Ion Iordanescu, Ion Jalea, Cornel Medrea, Oscar Han, accanto ai pittori Teodorescu-Sion, Traian Cornescu, Camil Ressu, Alexis Macedonski, Nicolae Darascu, Petre Bulgaras e tanti altri. Questi artisti ebbero a disposizione poco tempo per lavorare. Cominciarono a fine giugno e a settembre avevano già preparato una mostra presso la Scuola di Belle Arti di Iasi, spiega il direttore dell’Istituto della Storia dell’Arte di Bucarest, Adrian Silvan Ionescu.



Per illustrare alla meglio la drammaticità dei combattimenti, ma anche gli sforzi delle truppe, gli artisti arrivarono fino alla prima linea del fronte. Alcuni furono vittime delle sparatorie, come lo scultore Ion Jalea, il quale, recandosi sul fronte di Marasesti per tracciare delle bozze, fu colpito da un proiettile e rimase senza il braccio sinistro. La vita quotidiana martoriata nelle trincee costituiva il nucleo della creazione di questi artisti, aggiunge lo storico dell’arte Adrian Silvan Ionescu.



Non prevalgono gli atti parossistici di forza e violenza. Anzi, primeggiano le scene di vita quotidiana nelle trincee, come la lettura dei giornali, il trasferimento dei feriti in ospedale o ritratti di prigionieri. Gli artisti non si avventurarono più, come nel corso dei precedenti conflitti, a raffigurare lotte e attacchi che magari non avevano mai visto. Il loro obiettivo non era più quello di glorificare la guerra, bensì di presentarla in una maniera quanto più realistica, aggiunge Adrian Silvan Ionescu.



Però sul fronte romeno non crearono solo gli artisti convocati ufficialmente dal generale Prezan, ma anche pittori che lavorarono indipendentemente, come Iosif Iser. Anche se, ufficialmente, lavorava per il Servizio Geografico dell’Esercito, disegnando mappe e menu per le cene degli alti ufficiali, gli bastava anche il tempo per dipingere o abbozzare scene della vita quotidiana nelle trincee. Un altro artista del genere fu Costin Petrescu, creatore del grande affresco dell’Auditorium di Bucarest.



Lo storico Adrian Silvan Ionescu ricorda anche gli altri. Victor Ion Popa, un grafico di talento, spiccante personalità culturale, co-fondatore del Museo del Villaggio di Bucarest, drammaturgo e critico, fu un collaboratore costante della stampa in quel periodo con lavori umoristici e molto espressivi. Sabin Popp fu un altro artista che non faceva parte del gruppo del Grande Quartier Generale. Era affiliato alla flotta aerea a Barlad. Ad un certo momento, durante un volo, una svolta del pilota lo buttò fuori dalla carlinga, però all’ultimo momento riuscì ad aggrapparsi all’ala e sfuggire a una morte orrenda. All’inizio fu integrato in un reggimento di fanteria e poi inviato alla flotta aerea, dove aveva tanto tempo per dipingere, fare i ritratti dei compagni o disegnare i soldati in subordine, conclude lo storico dell’arte Adrian Silvan Ionescu.



Le opere tramite cui questi artisti hanno raffigurato la tragedia della Grande Guerra sono riunite in una mostra al Museo Nazionale d’Arte di Bucarest.

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