Arte e rivoluzione – il pittore Constantin Daniel Rosenthal
Il pittore e rivoluzionario Constantin Daniel Rosenthal è l'artista simbolo della Rivoluzione romena del 1848 in Valacchia.
Steliu Lambru, 26.10.2020, 13:25
Il pittore e rivoluzionario Constantin Daniel Rosenthal è l’artista simbolo della Rivoluzione romena del 1848 in Valacchia. Le sue opere sono presenti nei libri di testo di storia e molte generazioni le hanno ammirate, assimilando gli ideali che esprimono. Due sono i suoi dipinti più famosi: Romania rompendo le catene sul Campo della Libertà del 1848 e Romania rivoluzionaria del 1850, che ebbero un forte impatto sull’idea moderna della creazione dello Stato della nazione romena. Constantin Daniel Rosenthal nacque nel 1820 a Pesta, in Austria-Ungheria.
Benchè nato in una famiglia di mercanti ebrei che parlavano ungherese e tedesco, dedicò la sua vita alle aspirazioni nazionali romene. Morì all’età di 31 anni, in una prigione di Pesta, dopo essere stato arrestato dalle autorità austriache per spionaggio e incitamento ad attività rivoluzionarie. Studiò le belle arti a Vienna, aderendo alle idee rivoluzionarie radicali. Secondo gli storici dell’arte, Rosenthal arrivò a Bucarest intorno al 1842, per ragioni che rimangono oscure. A Vienna, sembra aver stretto amicizia con il pittore romeno Ion Negulici, partecipante attivo alla rivoluzione del 1848 a Bucarest.
Nella capitale del principato di Valacchia, all’epoca, Rosenthal frequentava circoli rivoluzionari radicali, rappresentati dai liberali filofrancesi guidati dal giornalista e politico C.A. Rosetti. I due dipinti citati furono il contributo più importante di Rosenthal alla Rivoluzione romena. La donna che fece da modello fu la famosa Mary Grant, di origini scozzesi, che divenne Maria Rosetti in seguito al matrimonio con C.A. Rosetti. Una personalità straordinaria, dotata di energia illimitata, Maria Rosetti incarna, in entrambi i dipinti, la bellezza della Romania e la sua determinazione a forgiare un nuovo destino. In Romania rivoluzionaria, indossa una camicetta tradizionale romena e una collana di monete d’oro brilla sul petto bianco. Un velo specifico del costume tradizionale copre i suoi lucenti capelli neri e stringe il tricolore tra le mani. Maria Rosetti come simbolo rivoluzionario della Romania faceva parte dell’iconografia del tempo, quando una giovane donna incarnava spesso gli ideali politici e sociali.
Lo storico dell’arte Adrian-Silvan Ionescu riassume il contributo di Rosenthal all’immaginazione politica e rivoluzionaria romena del 1848. Ispirato ai suoi sentimenti patriottici, il quadro Romania rompendo le catene sul Campo della Libertà illustra in modo impeccabile il movimento rivoluzionario romeno. Su piccola scala, il dipinto è stato litografato e distribuito alle masse popolari, contribuendo a perpetuare le nuove idee del tempo. Va anche notato che Rosenthal prese come modello Maria Rosetti, che era scozzese. È molto divertente che la Romania fosse rappresentata da una donna scozzese, ma questa donna scozzese era sposata con C.A. Rosetti e aveva un cuore romeno, spiega Adrian-Silvan Ionescu.
Come ogni città in fase di modernizzazione, Bucarest era in piena effervescenza durante la prima metà del XIX secolo. Eminentemente orientale fino al 1800 e priva di monumenti pubblici, Bucarest era definita marginale dai viaggiatori stranieri dal punto di vista delle condizioni che offriva e del tenore di vita dei suoi abitanti. Il 23 giugno 1848, nel cortile del vecchio municipio, dove oggi si trova il Museo delle collezioni d’arte, su Calea Victoriei (Via della Vittoria) fu collocata la statua della Romania liberata, opera di Constantin Daniel Rosenthal, così presentato dal quotidiano Pruncul român (Il bambino romeno): Il monumento rappresenta una donna avvolta in una toga, una corona di allori nei suoi lunghi capelli, che le ricade sulle spalle. Ai suoi polsi vediamo i resti delle catene che l’avevano tenuta prigioniera. Nella mano destra tiene uno scettro crucigero, mentre nella sinistra tiene una bilancia, simboli di fede e giustizia. Un suo piede schiaccia i nemici, rappresentati da un serpente. Sullo stesso giornale, C.A. Rosetti ha descritto la demolizione della statua: La statua che rappresentava la Romania liberata, recante la bilancia e la croce, simboli della Giustizia e del Cristianesimo, che si trovava nel cortile del municipio, è stata demolita su ordine del signor Emanoil Băleanu. Fece accompagnare questo atto di vandalismo di parole così vili e cattive che la nostra penna si rifiuta di annerire la carta. Anche la base è stata demolita, senza rispettare i diritti di proprietà.
Non molti sanno che Rosenthal fu anche il primo scultore di monumenti pubblici in Romania. Plasmò questa Statua della Libertà, installata sulla Piazza del Municipio, in quella che oggi è Calea Victoriei, adoperando, però, un materiale deperibile: il gesso. Quando il governo provvisorio si rifugiò in Transilvania, in fuga dai turchi, la statua fu demolita dai reazionari. Rimase in piedi per alcune settimane e basta. Nel 1849, un anno dopo la Rivoluzione, questa scultura fu riprodotta sulle pagine della rivista Illustrirte Zeitung di Lipsia, molto probabilmente su disegno di Rosenthal. Parlava molto bene il tedesco, suo zio era il direttore di una rivista in lingua tedesca a Buda. Era quindi in contatto con il mondo della cultura e con la stampa europea. Rosenthal era sia un rivoluzionario che un artista. Era devoto alla sua arte, un fine conoscitore di fisionomie, psicologia umana e un eccellente osservatore del carattere romeno. Avrebbe persino voluto essere romeno, si è sempre considerato romeno, nonostante non parlasse romeno. Ma diventò romeno non solo per il fatto di aver ottenuto la cittadinanza, ma anche e soprattutto per il suo lavoro, conclude lo storico dell’arte Adrian-Silvan Ionescu.
Constantin Daniel Rosenthal fu l’ebreo, il magiaro e il romeno che adottò le idee del suo tempo, alle quali dedicò la sua vita, rappresentandole attraverso la sua arte. La Rivoluzione fu, senza dubbio, una di queste idee.