Anna Bornemisza, principessa della Transilvania
Raramente presentata in documenti ufficiali o cronache d'epoca, la vita privata dei regnanti e nobili dei Principati Romeni si può ricostruire soprattutto ricorrendo a lettere o diari.
Christine Leșcu, 29.12.2021, 10:22
Raramente presentata in documenti ufficiali o cronache d’epoca, la vita privata dei regnanti e nobili dei Principati Romeni si può ricostruire soprattutto ricorrendo a lettere o diari. Ciò è tanto più vero nel caso delle loro consorti, donne che, dietro le quinte, hanno talvolta sostituito i mariti e persino influenzato il corso degli eventi. Una di queste donne era Anna Bornemisza, la moglie del penultimo principe della Transilvania, Mihai Apafi I, che ha lasciato una ricca corrispondenza, grazie alla quale è possibile ricostruire la drammatica situazione del principato nella seconda metà del XVII secolo. Anna Bornemisza proveniva da un’antica famiglia nobile della Transilvania, ma aveva anche parenti di sangue tra i boiardi della Valacchia. La famiglia Apafi era infatti in strettissimi rapporti con la famiglia Brâncoveanu, possedendo proprietà nella Contrada di Făgăraș, tra cui l’omonima fortezza, dove la coppia principesca visse a lungo. Mihai Apafi I regnò tra il 1661 e il 1690, durante un periodo turbolento per la Transilvania.
La moglie ci viene presentata brevemente dalla docente universitaria Șarolta Solcan. Anna Bornemisza proveniva da una nobile famiglia di Oradea, il che non la faceva sentirsi al sicuro tra i grandi nobili della Transilvania. Perciò si circondò di persone vicine portate da Oradea, come Mihai Teleki, il figlio di sua cugina, che divenne cancelliere della Transilvania dopo il 1680. Dal 1661 fino alla sua morte nel 1688, Anna Bornemisza tenne le redini del paese insieme al marito, il principe Mihai Apafi I. Si impegnò molto nell’amministrazione del Paese, visto che il principe dedicava più tempo alle sue passioni: lettura, filosofia, collezioni di orologi. Ciò gli attirò le critiche dei suoi contemporanei, che a un certo punto gli dissero che sarebbe stato più bravo come prete che come principe. In ugual misura, l’impegno della principessa negli affari politici scatenò reazioni contrarie all’interno della società. Ciò nonostante, Anna Bornemisza è stata una figura forte nel panorama politico dell’epoca, spiega la prof.ssa Șarolta Solcan.
Fu sempre Anna Bornemisza ad aver riscattato il principe dai tartari di Crimea nel 1660, dopo una disastrosa campagna in Polonia. Si è anche occupata degli affari del paese al suo posto, quando Mihai Apafi I era andato in campagne militari o si isolava per approfondire le letture. Sarolta Solcan continua la biografia di Anna Bornemisza. Si stima che sia nata probabilmente intorno al 1636, ma è noto che sposò il futuro principe Mihai Apafi I il 10 giugno 1653. Il lungo regno di Apafi I, fino al 1690, fu cosparso di innumerevoli tensioni sia per lui che per Anna Bornemisza, che gli è rimasta costantemente accanto. All’epoca si svolsero anche dei conflitti tra gli imperi Ottomano e Austriaco sul dominio dell’Ungheria. Le parti combattenti sollecitavano spesso il sostegno della Transilvania, minacciando il Paese e il principe, spiega ancora la nostra ospite.
A livello personale, la Principessa della Transilvania ha sempre vissuto temendo per la vita del marito e prendendosi cura della salute dei suoi figli, molti dei quali erano malati o morirono prematuramente. Infatti, queste continue paure, il contesto bellicoso della Transilvania dell’epoca e le frequenti epidemie, la spinsero in una grave depressione. I documenti dell’epoca parlavano di disturbi nella testa della principessa che la portarono a un’ossessione per gli incantesimi e la stregoneria. L’ossessione che qualcuno lavorasse contro di lei attraverso la stregoneria scatenò la caccia alle streghe e le azioni legali contro di loro in Transilvania nell’ultima parte del diciassettesimo secolo. In queste condizioni, nel 1682 la salute della principessa crollò, distrutta dall’interno, come affermava un suo contemporaneo.
Anna Bornemisza morì nel 1688. Fu inizialmente sepolta nella sacrestia della chiesa di Mălâncrav (oggi in provincia di Sibiu), fondata dalla sua famiglia, dopo di che, alla metà del XX secolo, le spoglie furono trasferite in una chiesa riformata a Cluj. Quello che si può concludere sulla sua vita è raccontato sempre dalla professoressa universitaria Șarolta Solcan. Era una donna particolarmente forte che, nonostante la sua estrema debolezza fisica, lottò contro una mentalità ostile che negava alle donne il diritto di partecipare al processo decisionale politico. Questa idea era così radicata che è stata ripresa dalle donne stesse. La figlia di un altro nobile transilvano disse che la guida del Paese non era per la mente di una donna. Anna Bornemisza non era della stessa opinione, conclude la prof.ssa Șarolta Solcan.