Alexandrina Cantacuzino e gli inizi del femminismo romeno
Uno dei personaggi di spicco dellepoca, Alexandrina Cantacuzino resta, fino ad oggi, una donna controversa e pittoresca, piena di energia e di iniziativa.
Christine Leșcu, 04.07.2019, 11:11
Caratterizzato, ai suoi inizi, nella seconda parte dell’Ottocento, dall’esistenza di varie associazioni piuttosto di beneficenza che femministe, il movimento di emancipazione delle donne romene ha preso il sopravvento all’inizio del Novecento. Uno dei personaggi di spicco dell’epoca resta fino ad oggi Alexandrina Cantacuzino, personaggio controverso e pittoresco in ugual misura, ma anche pieno di energia e di iniziativa. Appartenente all’aristocrazia romena, Alexandrina Cantacuzino ha capito che doveva sostenere soprattutto l’educazione delle ragazze più povere, aiutarle ad imparare un mestiere. Ma non solo questo.
Monica Negru degli Archivi Nazionali della Romania ha riassunto per noi la sua ricca biografia: Nacque a settembre del 1876. Suo padre era il tenente Theodor Pallady, partecipante alla Guerra di Indipendenza, mentre sua madre Alexandrina Kretzulescu, apparteneva ad una nota famiglia di boiardi. Alexandrina Pallady sposò il politico conservatore Grigore G. Cantacuzino, più volte ministro e senatore. Ebbero tre figli. Il matrimonio con un Cantacuzino le offrì non solo un alto statuto sociale, ma anche un potere finanziario che utilizzava per sostenere i propri ideali. Ha sostenuto il movimento di emancipazione delle donne romene anche da fondi personali. Ad esempio, si è fatta carico delle spese di 33 scuole e ha mandato 5.000 libri in Bessarabia. A maggio 1910, ha appoggiato un gruppo di militanti per i diritti delle donne e ha gettato le basi, presiedendola dal 1918, della Società ortodossa nazionale delle donne romene (SONFR). Questa società ha sostenuto la creazione di associazioni femminili, di scuole e abitazioni sociali a Bucarest, ma anche in molte altre città. Nel periodo interbellico ha fondato e coordinato una serie di organizzazioni femminili.
Durante la Prima Guerra Mondiale, Alexandrina Cantacuzino era rimasta a Bucarest dopo la conquista della città da parte dell’esercito tedesco. Aveva organizzato, tramite la Croce Rossa di cui era presidente, un ospedale, offrendo assistenza sanitaria ai feriti e ai prigionieri di guerra. Anche dopo la fine della guerra, Alexandrina Cantacuzino è rimasta legata alle tragedie e alle vittime della conflagrazione, come ci racconta Alina Pavelescu, vicedirettrice degli Archivi Nazionali: Alexandrina Cantacuzino e le donne della Società Ortodossa delle Donne di Romania furono le principali promotrici della raccolta di fondi per la costruzione del Mausoleo di Mărășești (monumento storico dedicato agli eroi della Prima Guerra Mondiale). Nel museo del Mausoleo ritroverete Alexandrina Cantacuzino fotografata al centro del gruppo delle autorità che hanno inaugurato il mausoleo. In più, il terreno sul quale è costruito il Mausoleo e che apparteneva alla famiglia Negropontes era stato donato in virtù dei rapporti di amicizia tra Alexandrina Cantacuzino e questa famiglia. D’altronde, nella Prima Guerra Mondiale, le donne hanno dato pienamente prova del loro impegno civico e della loro capacità di rispondere ai bisogni di una società in crisi.
Questa è stata solo una delle caratteristiche di un movimento femminista un po’ diverso rispetto a quello occidentale dell’epoca. Le militanti femministe di Romania non si comportavano, ad esempio, come le suffragette britanniche, indossando pantaloni oppure chiedendo ad alta voce il diritto di voto. Il movimento femminista romeno ha preso in prestito molto della personalità speciale di Alexandrina Cantacuzino, è del parere Alina Pavelescu: Il movimento femminista romeno non ha seguito proprio questo modello. Assomiglia piuttosto alla biografia e alla personalità di Alexandrina Cantacuzino che ne fu leader, sotto varie forme, per un lungo periodo. Ha fatto molte cose nella vita, ma, allo stesso tempo è stata una personalità controversa per utilizzare una parola che oggi va di moda. Da una parte, lei ha fondato nel 1929 un gruppo delle donne romene considerato all’epoca e accusato di essere stato il primo partito politico femminista in Romania. Allo stesso tempo sosteneva un ruolo molto tradizionalista della donna nella società. Ha fondato più scuole per l’educazione professionale delle ragazze, ma ogni volta insisteva sull’idea che la donna deve imparare ad essere una buona casalinga, cucinare bene, essere il pilastro morale della famiglia mantenendo la tradizione religiosa. Era molto legata a questa tradizione religiosa e, in generale, abbastanza elitaria nelle sue manifestazioni femministe. Nemmeno le sue opzioni politiche furono tra le più liberali e democratiche perché il suo nazionalismo la portò, alla fine degli anni 1930, vicino alla Guardia di Ferro. Uno dei suoi figli fu addirittura ucciso nel lager, accanto ad altri leader del Movimento Legionario su ordine di Carlo II. Questo l’ha radicalizzata moltissimo e, nell’ultimo periodo della sua vita, ha promosso idee orrende sull’eugenetica e il razzismo. Fortunatamente per lei, morì nel 1944 e non ebbe la disgrazia di conoscere durante la vecchiaia le carceri comuniste. Però è un personaggio grazie al quale si può scoprire il movimento femminista romeno, assolutamente originale, um mix sorprendente di femminismo in senso occidentatale e di tradizionalismo per quanto riguarda il ruolo della donna nella società.
La personalità e l’attività di Alexandrina Cantacuzino possono essere scoperte anche nell’antologia di documenti realizzata da Monica Negru e pubblicata dall’editrice Cetatea de Scaun: Alexandrina Cantacuzino e il movimento femminista negli anni interbellici”.