1 novembre, Giornata Radio Romania
Il 1 novembre 1928, il primo segnale lanciato dagli studi di Bucarest annunciava una voce radiofonica romena nel mondo. Era la voce che presentava la Romania, la sua società, con i suoi sentimenti e aspirazioni.
Steliu Lambru, 02.11.2020, 12:09
Il 1 novembre 1928, il primo segnale lanciato dagli studi di Bucarest annunciava una voce radiofonica romena nel mondo. Era la voce che presentava la Romania, la sua società, con i suoi sentimenti e aspirazioni. Attraverso le sue trasmissioni, la Società Romena di Radiodiffusione ha sempre risposto a certe necessità della società romena nel suo insieme. La vita economica, politica, sociale, culturale del Paese si è rispecchiata su onde hertziane, arrivando agli ascoltatori tramite la radio. Una Radio sempre strettamente legata al suo pubblico, notava lo storico Eugen Denize, autore di una storia della Radiodiffusione romena in cinque volumi.
Lungo oltre nove decenni, dai microfoni di Radio Romania hanno parlato non solo personalità politiche, ma anche culturali, come gli scrittori Mihail Sadoveanu, Tudor Arghezi, George Călinescu, gli storici Andrei Oţetea e C.C. Giurescu e tanti altri. Nella sua breve storia democratica che ha preceduto il regime comunista, Radio Romania ha adempiuto accuratamente alla sua missione primordiale.
Poco dopo la fondazione, nel 1932 nascevano anche i programmi in lingue straniere che andavano in onda da Bucarest, rivolti all’epoca al corpo diplomatico accreditato nella capitale. Si trattava di notiziari e attualità, all’inizio in inglese e francese. Durante la seconda Guerra mondiale, il servizio in lingue straniere della Radiodiffusione Romena informava gli stranieri sulle vicende del fronte e sullo stato d’animo della popolazione. Nel dopoguerra, il servizio in lingue straniere venne organizzato come Redazione dei programmi destinati all’estero, e persone che conoscevano lingue straniere, ma anche parlanti nativi, vennero assunti per condurre i programmi di propaganda della nuova Romania comunista.
Liliana Mușețeanu, già responsabile dell’archivio scritto di Radio Romania, presenta gli inizi delle trasmissioni radiofoniche a Bucarest. Gli inizi risalgono al 1925, quando venne fondata l’Associazione degli Amici della Radiofonia, creata da un gruppo di specialisti di portata, guidati dal professor Dragomir Hurmuzescu, che sicuramente può essere chiamato il padre della radiofonia romena. Fu questa associazione a dare il via alle prime trasmissioni, all’inizio sporadiche e rivolte ad un’area limitata, piuttosto a Bucarest, dall’edificio dell’Istituto Elettrotecnico del Politecnico della Capitale. Nel 1927, sempre all’interno dell’Istituto Elettrotecnico, venne costruita una prima stazione, in realtà precursore dell’emittente nazionale. Verso la fine del 1928, tramite decreto regale, nasceva anche la Società Romena di Diffusione Radiotelefonica. Nello stesso 1928, ancora prima dell’inizio delle trasmissioni a novembre, era stato acquistato un edificio in Via Berthelot n. 60, un palazzo bellissimo ed elegantissimo, però insufficiente come spazio, racconta Liliana Mușețeanu.
Dopo il 1945, per Radio Romania cominciava un altro periodo storico che ebbe fine nel 1989. Una storia di violazione dei diritti fondamentali dell’uomo durante il regime comunista. Pari all’intera stampa e all’apparato dello stato, anche la Radiodiffusione diventò una componente del modello comunista, cosicchè la sua missione primordiale fu snaturata. Come scriveva anche Eugen Denize, per la Società Romena di Radiodiffusione, l’insediamento del potere comunista significò, all’inizio, una rottura totale con il passato, in primo luogo sotto profilo organizzativo. La Società fu trasformata radicalmente e diventò istituzione statale.
Pure l’edificio iniziale cambiò e l’attività si svolse anche in nuovi spazi. L’attuale sede – la terza dalla fondazione della radio – si trova in Via General Henri Mathias Berhelot n.60-62. La strada è intitolata all’illustre generale che ha guidato la missione militare francese inviata in Romania nel 1917, durante la prima Guerra Mondiale. La sede dei programmi principali, che si trovava in Via Generale Berthelot 60, diventò sempre più difficile da gestire, proprio a causa delle condizioni tecniche. I bombardamenti del 24 agosto 1944 danneggiarono gravemente l’edificio, per cui la Società dovette cambiare sede. Una parte delle trasmissioni vennero trasferite in una mansarda allestita appositamente al Collegio San Sava e a Bod. La stazione di Băneasa fu abbattuta dai bombardamenti, spiega Liliana Mușețeanu.
L’edificio venne ristrutturato nel 1947. Seguì il nuovo progetto, assunto da una squadra di architetti e ingegneri guidata dall’architetto Tiberiu Ricci e dall’ingegnere Leon Garcia. Inaugurata il 27 novembre 1952, la Casa della Radiofonia fu concepita come un centro di produzione programmi capace di esaudire tutte le esigenze all’epoca. Comprendeva due studi dalla capacità di 550 metri cubi, altri due da 120 mc, altri due adibiti al teatro radiofonico, 14 studi di registrazione e 11 studi tecnici. Nel 1960, veniva inaugurata anche la Sala concerti della Radiodiffusione, con un’acustica particolare e un’impresa di grande successo all’epoca.