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Libearty, il santuario degli orsi di Zărnești

Radio Romania Internazionale vi invita nella Romania centrale, a Zărnești, una delle porte d'ingresso nel Parco Nazionale Piatra Craiului, che custodisce, in un bellissimo paesaggio naturale, il più grande santuario degli orsi bruni del mondo.

Libearty, il santuario degli orsi di Zărnești
Libearty, il santuario degli orsi di Zărnești

, 19.06.2020, 12:13

Radio Romania Internazionale vi invita nella Romania centrale, a Zărnești, una delle porte d’ingresso nel Parco Nazionale Piatra Craiului, che custodisce, in un bellissimo paesaggio naturale, il più grande santuario degli orsi bruni del mondo e la maggiore riserva del genere nell’est europeo. Cristina Lapis, presidente dell’Associazione Milioni di Amici e fondatrice del santuario Libearty, ci racconta che vi arriva, in primo luogo, la gente che ama gli animali e la natura, rispetta la loro vita e vuole vederle in libertà, non nelle gabbie degli zoo.

La gente vuole stare ora piuttosto in natura. I turisti che ci vengono a trovarci, anche se includono nel programma anche visite ai monumenti storici, amano tanto passare una giornata all’aperto. Qui abbiamo una sorte di paradiso degli orsi, su una collina che si chiamava la Collina degli Orsetti prima della fondazione del santuario: 80 ettari di foreste con orsi felici. Sono in tanti i turisti che arrivano dall’estero, da tutti i continenti. Sono rimasta sorpresa ad accogliere ospiti da Australia, Nuova Zelanda, persino dalla regione della Patagonia. Per non parlare poi dell’Europa e dell’America. Sono molto curiosi, in quanto non hanno mai visto orsi da vicino, nel loro ambiente naturale, spiega Cristina Lapis, aggiungendo che le visite al santuario sono guidate.

Si entra in gruppi di 30 persone al massimo. In questo periodo in cui dobbiamo osservare il distanziamento, il gruppo è accompagnato da una guida dell’Associazione Milioni di Amici, quindi una persona che conosce la storia di tutti gli orsi del santuario. Libearty ospita 108 orsi, tutti provenienti da posti assolutamente inadeguati per loro. Erano tenuti illegalmente per divertimento o sono stati trovati nei pressi di ristoranti, agriturismi, monasteri, distributori di benzina o aziende. Erano abituati a cercare da magiare tra i rifiuti o lungo la strada, e non avevano più la chance di rientrare nel bosco. Ma alcuni dei nostri orsi provengono anche dalle foreste. La guida racconta ai turisti la storia di ogni singolo orso. Un recinto impedisce l’uscita, poichè sono orsi che non potrebbero più abituarsi a vivere da soli nel bosco. Comunque, nel santuario si ritrovano nel loro ambiente naturale, hanno a disposizione piscine naturali, corrono, si arrampicano sugli alberi, il che affascina tutti i visitatori. Le visite guidate si svolgono in romeno, inglese e tedesco e, su richiesta, in francese. All’ingresso, un filmato di cinque minuti racconta tutta la storia del santuario, aggiunge Cristina Lapis.

Al santuario arrivano dall’intero mondo centinaia di messaggi di auguri e incoraggiamento, spiega ancora la presidente dell’Associazione Milioni di Amici. Moltissimi turisti giunti dall’estero tornano al santuario. Alla prima visita sono un po’ scettici, pensando che si tratti di un parco zoologico in un giardino enorme. Ma quando partono ci ringraziamo e, con le lacrime agli occhi, che non guarderanno più gli animali selvaggi nello stesso modo dopo aver visitato il santuario degli orsi, conclude Cristina Lapis.

L’orso bruno europeo è una specie protetta tramite la Convenzione di Berna, ratificata dalla Romania nel 1993. Ma appena nel 2005 il diritto di proprietà su un orso portato via dal suo ambiente naturale selvaggio è diventato illegale nel nostro Paese.

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