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Il Museo Etnografico Gheorghe Cernea di Rupea

Il Museo di Etnografia di Rupea mette in risalto la vita dellultimo millennio degli abitanti dellintera zona di Rupea, Viscri, Saschiz e degli altri villaggi vicini.

Il Museo Etnografico Gheorghe Cernea di Rupea
Il Museo Etnografico Gheorghe Cernea di Rupea

, 12.09.2023, 19:22

La nostra destinazione di oggi si trova in una zona di confluenze culturali, a Rupea, in provincia di Braşov. I visitatori sono spesso tentati a visitare la Fortezza di Rupea (o del Cohalm), un antico vestigio archeologico dove le prime tracce di abitazione umana risalgono al paleolitico e al primo neolitico, cioè agli anni 5.500-3.500 avanti Cristo. Invece il Museo di Etnografia di Rupea offre ai visitatori mostre che mettono in risalto la vita dell’ultimo millennio degli abitanti dell’intera zona di Rupea, Viscri, Saschiz e degli altri villaggi vicini. In più, chi vuole visitare la fortezza di Rupea e il Museo di Etnografia hanno a disposizione un biglietto comune per entrambi gli obiettivi. Eretta sul Colle di Cohalm, la fortezza di Rupea domina la città. Fu costruita ed estesa nei secoli XIV e XVII, come fortezza e luogo di riparo per i villaggi circostanti. Il museo etnografico Gheorghe Cernea di Rupea è una sezione di quello di Braşov e fu fondato nella sua forma attuale nel 2008.



Melania Nuţă, ricercatrice scientifica presso il Museo etnografico di Braşov, la filiale Museo etnografico Gheorghe Cernea di Rupea, ci ha raccontato la storia di questo obiettivo turistico: “E’ un museo della zona di Rupe che presenta aspetti della vita degli abitanti, le occupazioni, gli abiti tradizionali e i costumi. Ci sono nove stanze con la mostra permanente, ma organizziamo anche mostre temporanee. Al momento abbiamo due mostre temporanee, una dedicata alla fanfara contadina di Rupea, che ha compiuto 100 anni dalla fondazione, e un’altra dedicata all’abito tradizionale sassone della zona di Rupea e della Terra di Bârsa. Il museo reca il nome del più importante folclorista della nostra zona, Gheorghe Cernea, nato nella località di Paloş, che ha frequentato scuole in Transilvania, è stato insegnante, appassionato raccoglitore di oggetti contadini tradizionali, il che lo ha determinato a rinunciare al suo mestiere per dedicarsi solo al folclore. Abbiamo una stanza dedicata a Gheorghe Cernea in cui sono esposti alcuni oggetti fra quelli che ha raccolto sul terreno durante la sua vita. Lui ha messo insieme più di 8 mila oggetti di valore museale, cercando di creare un piccolo museo nella sua casa natia di Paloş, però lo spazio era troppo stretto. Successivamente ha preso in affitto uno spazio a Sighişoara dove ha allestito il museo. Il regime comunista ha chiuso il museo e Gheorghe Cernea è stato incarcerato, però dopo aver scontato la pena, ha seguito il suo sogno di raccogliere oggetti tradizionali. Si è spento nel 1965, durante una dei suoi viaggi.”



Nella sala centrale, al pianterreno, i visitatori possono familiarizzarsi con una scena festiva del villaggio di Viscri. Gli abiti tradizionali sono spettacolari. Sono proprio quelli indossati da diverse generazioni di sassoni. Un’altra camera è decorata come un interno di casa contadina tipica della zona di Rupea. Ma sono esposti anche altri aspetti dalla vita delle comunità locale: un negozio rurale, attrezzi per la pesca, oggetti di uso domestico che completano l’immagine dei villaggi della zona. C’è anche una stanza dedicata al fondatore del museo. Particolari da Melania Nuţă: “Nella camera dedicata a Gheorghe Cernea sono esposti documenti attestanti la sua attività culturale, ma anche il suo atto di nascita, piccole pubblicazioni, le poche cose che era riuscito a stampare e a pubblicare. Il più conosciuto è un libro intitolato “Fiorellini nei dintorni del Cohalm”, contenente i versi di alcune canzoni di danza tipiche della zona di Rupea. Sempre qui troviamo un quadro realizzato con capelli umani, ricevuto in regalo da Gheorghe Cernea e che tra il vetro e la tela nascondeva una letterina in cui si spiegava come è stato realizzato il quadro e a chi erano appartenuti i capelli con cui è stato realizzato.”

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